744 SAN GIOBBE. » Conti di San Vito sudditi del detto patriarca, in modo che chiaramente si vede da detta po- » lizza chel predetto Cardinal Amulio desidera et procura di suscitargli contra et li nepoti et li » sudditi per accrescerli quanto più da ogni parte li travagli et ¡’angustie, il che come predicemo » vi havemo per queste voluto dechiarire a fine che quando leggerete questi passi contenuti in » detta polizza alla Santità Soa voi debbiate, come da voi, dechiarirli di quel modo che in queste » vi dicemo, pila quale volemo che leggiate le lettere nostre qui alligate acciò che dall’¡stesse » Soa Beatitudine intenda quanto questa materia ci sia a cuore. Date in nostro ducali Palatio die » XXVII. augusti Ind. VII. M . D . LX IIII. » Documento num. <10. bis Citato nella Inscrizione num. 57. pag. 614. Nota del cav. Vincenzo Lazari sulle monete del doge Pietro Loredano. 1. Ducato d’oro o zecchino. Tipo dell’antico ducato, coniato la prima volta per decreto del Maggior Consiglio de’31 ottobre 1284, solo mutato il nome del principe in PET. (o PETR.) LAVR. Bontà dell'oro assoluta; taglio ridotto da pezzi 67 a 67.1/4 per marca, e perciò peso di carati veneti 16. 80/91 ; valore oscillante fra lire 8, e lire 8 e soldi 12. 2. Mezzo zecchino. Tipo dell’intero, colla iscrizione mutata nel rovescio : EGO . SVM. LVX. MVNDI. Bontà dell’oro assoluta ; peso e valore in proporzione all’ intero. 3. Quarto di zecchino. Tipo della metà, ma più raccorciate, per l’angustia dello spazio, le leggende- Oro finissimo; peso e valore proporzionali all’intero. 4. Da cinque soldi. Tipo introdolto sotto il doge Andrea Grilli, e durato fino n Pasquale Cicogna. Dall’una delle facce mostra a manca la Madonna assisa che regge sulle ginocchia il divin Putto benedicente al doge, genuflesso dall’opposto lato e che stringe con ambe le mani l'asta del vessillo; gira d’intorno la epigrafe AVE . G . PL. (Ave gratta piena) PET . LAVR., e lungo l’asta DVX. ; nell’esergo notansi le sigle V. V. di Valerio Valaresso che stette massaro all'argento dal 7 aprile •1567 al 6 agosto 1568. La faccia contraria occupa ranicchiato il leone alato di S. Marco ( leone in soldo) chiuso da un cerchio di perline, oltre il quale è la iscrizione . <1* . S. MÀRCVS . VE-NETVS. Questa moneta è d’argento a peggio 60 per marca, o al litoio millesimale 0,948 e pesa carati veneti 7 e grani 3. 1/4. Ragguagliandosi, a’ giorni del Loredan, la lira a grani 99.16/3 1 di fino argento (grammi 5.1i>0), ne consegue che la moneta in discorso non rappresentava più allora il valore originario di cinque soldi, ma bensì ne valeva sei. 5. Soldo. Di/l diritto, croce formata di -quattro balaustri con cerchietto nel centro, e cantonata da quattro raggi ; intorno ad essa . * . PETRVS LAVRETAN (ovvero LAVRETA. ) DVX- Il rovescio è simile a quello del da cinque, in proporzioni minori, e col leone attorniato da una linea circolare. S’introdusse questo tipo sotto il governo di Pietro Landò ; ed il titolo alquanto scadente giustifica il peso, che raggiunge i grani 8.1/2. , 6. Soldo. Varia dal precedente nel titolo alcun po’ migliorato, per cui eccede di poco i 7 granì nel peso ; la croce è striata e ne terminai) le braccia in trifogli ; ¡1 leone non è chiuso da linea nè da perline. La scritta da un lato suona PET . LAVREDA . DVX, e dall’altro S. MARCVS YENET. Questa varietà si battè pure sotto il doge Alviee Mocenigo, successore del Loredan. 7. Soldo. Da un lato il doge ritto, armato di tutto punto e coperto il capo del berretto ducale, vol- gesi di proGlo a manca, tenendo colla destra il vessillo; si legge all’ intorno PETRVS . LAVRE-TÀ . DVX. Dall’altro lato è il Salvatore, ritto sopra una base e veduto di prospetto, reggendo nella sinistra il globo e benedicendo coll’ altra mono ; lo circonda la leggenda TV SOLVS SAN-CTVS. Titolo e peso del n. 5; monelina da aversi, come la seguente, fra le rarissime; non si hanno le simili d’ altri dogi. 8. Soldo. Ha comuni il titolo, il peso, e la faccia anteriore col num. 7 ; il rovescio è uguale a quello del num. 5. 9. Ducato d’argent'’. Vedesi nel diritto a sinistra S. Marco in cattedra, che benedice al doge genu- flesso davanti di lui, e gli porge sormontala da croce l’asta di una onfianuna fregiata del simbolico leone; d’intorno è la epigrafe PET . LAVREDAN . DVX . S . M . VEIVETVS. Dal rovescio è il leone dì S. Marco, alato e nimbato, gradiente nell’acqua verso sinistra, e che posa la destra zampa anteriore sul libro aperto, ove leggesi PA-X-Ti-B^M-AR ; davanti al leone, sorge un castello sopra un dirupo; nel giro, oltre un arco di perline, è la scritta DYCATVS . VEÌNETVS, e nell’esergo la cifra del valore, indicala in soldi * 124*. Il primo ducalo effettivo d’argento, da lire 6 e soldi 4, coniossi per decreto 7 gennajo 1561, doge Girolamo Priuli antecessore al Lo=