SAN GIOBBE. di X. 2 settembre 1450, riportato dal Cor-naro, che concede l’erezione di una Scola di S. Bernardino appo i Frati di S. Francesco e non altrove sotto pena di libbre cento. Nel 1443. non si rileva parimenti in quale dei due Conventi di Osservanza egli abitasse, ma riesce credibile, ripete il Luzzo a p. 173, abitasse nel nuovo Convento di S. Giobbe, piccolo e povero, e di solitudine, e clic in una assai grave malattia, che ebbe, fosse in questo luogo curato dal Medico nostro Pietro Tornasi — Predicava sempre nei luoghi pubblici all’aria aperta con grandissimo concorso di colta ed incolla gente. E infatti, oltre che ciò è affermato dal Luzzo p. 464, abbiamo fra’ preziosissimi disegni di Jacopo Bellino, contemporaneo suo, la effigie di San Bernardino che predica sopra pulpito portatile e la forma del Nome di Gesù eh’ egli ovunque recava in trionfo, e clic divenne poscia la sua insegna. E poiché mi è accaduto di ricordare questi disegni, ne darò la descrizione e la storia nel Documento numero 16. 110. S.GIOB. IN TEMPO DE gZORZI DE SGVAR-DI GVARD.“ ET AVICARIO £ ANDREA DE FRANC . DEL PRETTE, E SCRIVAN g CIRILLO GAMBETTI E COMPAGNI 1580. Questa iscrizione, che non ho veduta, era posta sul pavimento del campo avanti la porta grande della chiesa di S. Giobbe dirimpetto alla Confraternita di questo nome; e ci fu conservata nel Processo XLl e nel Processo XLVII1 dell’Archivio Pare che fosse scolpita o sull’abate (pilastro) solito starsi davanti le Chiese o le Scuole per inalberare lo stendardo di esse, oppure che indichi una rifabbrica di tutta o di qualche parte della Scuola = Essa era situata allato a quella de’ Barcajuoli del Traghetto di Mar-ghera, che si è veduta qui al num. 103, dove oggi (1857) sorge l’ingresso all’orto Bota- nico. E segnala col nnm. 50. nella Tavola XV11I della Iconografia del Paganuzzi 1821 fol.j ma nella riproduzione di delta Tavola inserita nella Descrizione topografica di Venezia del cons. Quadri (anno 1844) si alterò il numero ponendo il 29 anziché il 30. Leggo nel Processo L. ciò che segue : 1383. 5 maggio. Parie del dose che si possa aggregare fratelli e sorelle e formar una Scola col lilolo di S. Giob ss 1592. p.° maggio. Giacomo Toctto (o Doelto) fu il primo guardiano di detta Scola s -1592 fu principia a dar livello ogn’ anno pani 50 da un soldo dalli fratelli di detta Scola alli poveri dell'Ospilal di S. Giob per aver una cameretta in esso loco per far i loro capitoli ss Ma sembra che siensi eretti in regolare Confraternita soltanto nel 1595, leggendosi a p. 5. del Cataslico delle Scuole di Divozione (Venezia. Pinelli. 1735. in 4.). Scola di S.Giob in S. Giob del 1395. 20 febraro ; e ciò combina colla data della Matricola (che io però non vidi, nè so dove oggi si trovi) di essa Scuola ricordata nel Processo XLL cosi = 1395 Comincia la Mariegola della Confraternita e Scola di S. Giobbe. Avvi in essa una Parte del 1504 19 gennajo presa da quelli della Confraternita di S. Bernardino di dare ma porzione del nostro terreno alli fratelli della Scola di S. Giob per farvi fabbricare la loro Scola, e corrispondere alla nostra di S. Bernardino ducati 2 all’anno. Giaceva nel chiostro sul terreno una sepoltura di cui erano cancellate le parole anteriormente scolpite, ed eransi sostituite le seguenti. D.L.S.| D . S . IOP . | MDXXXXIIII | (della Scuola di San Giobbe-1544). Questa pietra, con un’altra che abbiamo qui al num. 61, fu levata dal chiostro, e portate furono ambedue nella ¡soletta di S. Giuliano vicino a Marghera , alla sponda dell’ anello del pozzo dell’ Uffizio doganale. Io le rividi colà nel 1822 = Officiava la Scuola di S. Giobbe l’arte dei Varotteri (Vaiaj) o Pellizzeri (lavoratori di pelli acconcie con pelo ) ; la cui Matricola esiste nel Museo Corrario in un codice del secolo XIV. (1). Essi avevano per loro pro- (1) Ho già detto qualche cosa 4* quest’arte a p. 288. Voi. I. delle Inscrizioni ove di Santa Margarita. Ora avendo potuto esaminare i manoscritti del fu Giovanni Rossi consigliere, da me, nelle sue schede, conservati, i quali per la gelosia, con cui vivente l’autore custodivali, non si potevano vedere dico: «L’arte de’ Varotteri fra quelle di consumo e di commercio enumerava ventidue botteghe con Tomo VI. 91