SAN GIOBBE. 665 posta cassate, ed altre lasciate intatte. Palfero l’ha così : Nicolaus Michael satus Leo stemmate dio, Urne sibi sarcophagum condidit alque snis. 1470. VI. Kal . iun. Ma dalle lettere che rimangono io credo che intera si dovesse leggere così.: N1COLEOS MICHAELE SATVS LEO STEMMATE DIO con quel che segue - e l’anno 1504 non 1470. Nel mezzo c' è uno stemma in forma di T> e un’ A al lato destro, e un P. al sinistro. E notisi che lo stemma e l’epoca stanno scolpiti sur un pezzo di pietra diviso dalla inscrizione; cosicché potrebbe essere, che rottasi la pietra, o essendosi voluto alienare la sepoltura, vi fosse stato sostituito quel pezzo che sembra non appartenervi. Alcuni che copiarono sul Palfero tale inscrizione la credettero appartenere alla famiglia MICIIIEL, ed io pure conghietturava che quivi fosse sepolto un LEONE MICHIEL quegli forse al quale Marsilio Ficino (nato 1433 morto 1499) scrive una lettera, senza data coll’indirizzo al dottissimo M. Leone Micheli venetiano peripatetico sottilissimo (Ficino, Lettere tradotte dal Figliucci. Ven. Giolito. 1546. 8.vo p. 295 t.°), e sapeva che anche il gcnealogisla Priuli dice che Nicolo Michiel essendo stato abbandonato dal padre in età di poco più di dieci anui fu allevato negli studi da Lione Michiel suo fratello filosofo singolare. Il genealogista Cappella ri assegnav a tale inscrizione a uit Nicolò Michiel ss Ma ponderando meglio le parole, io la spiego così: Nicolò Lion figlio di Michele, prosapia illustre, eresse a se ed ai suoi questo sepolcro = E tanto più mi confermo in ciò, quanto che poco discosto dalla presente epigrafe vidi su pietra sepolcrale scolpito un LEONE stemma della famiglia LION, cosicché non v’ è dubbio che questa casa avea sepolcri in quel chiostro. Ciò premesso, dico spettare a NICOLO’ LION figliuolo di MICHELE 1416. q. Bortolo 1389 da Santa Maria Mater Domini. Il qual Nicolò era stato approvato per 1" ingresso nel Maggior Consiglio del 1459, fu marito di una figliuola di Andrea q. Francesco Gavazza, popolare, ed ebbe tre figli, fra' quali un altro Michele approvalo nel 1492, e morto del 1515; del qual Michele narrano le genealogie che ammogliatosi nel 150 5 in una figlia di Luca Foscarini q. Bortolo, fu fatto divorzio del 1506 per esser la donna ermafrodita, ed inabile a far figli. Nulla potendo altro dire di questo NICOLO’ LION rammenterò un suo antenato illustre, cioè Nicolo Lion procuratore di San Marco 1357 Egli era figliuolo di Domen-zon (1) q. Domenico. Nacque nella parrocchia di San Stae (Eustachio), ma s’ignora l’anno. Ebbe a moglie donna di nome Smeraldina, ignorasi pure in quall’anno e di qual casato. Narrasi nelle genealogie di Marco Barbaro, tanto nel codice mio, quanto in un più antico eh’ è nella Marciana ( classe VII. italiani num. CCCXLV ), che « Nicolò fece » fabbricare una chieselta nel monastero di » S. Zan e Polo assai honorata, detta dì San » Nicolò et haveva animo di far li uno mo-» nasterio et essere sepulto con grande be-» neficio di que’ frati : ma un giorno mandò » a dimandare una salata et non la potè » havere, perciò mulo opinione, e nel Con-» vento di frati minori fece fabricare un’al-» tra chiesa di S. Nicolò più granda di quella » già fatta a San Zanepolo, et uno mona-» slerio conveniente a 12 frali. » Ma io sospetto che qui la storia sia stata alterata o dal Barbaro, o da quelli da’ quali egli copiava ; e credo che si tratti di una sola chiesa di San Nicolò e questa posta nel sestiere di San Polo ( non nel monastero di S. Zan e Polo scambio di parole facile a succedere ), cioè di quella già intitolata San Ni* coletto de' Frari. In fatti il padre della veneta sacra storia Flaminio Cornaro non fa motto alcuno della chiesa di San Nicolò ai SS. Giovanni e Paolo, e parla invece nel Volume VI. p. 308. e seg. di S. Nicolò di Lattuca ossia de’ Frari perchè è allato (2) al Tempio di S. Maria Gloriosa detta dei (1) Da Acri si fa venire da’ Cronisti la famiglia LION, la quale esercitava la mercatura. Con altre case che aveano la stessa provenienza fu ammessa nel 1290 al Gran Consiglio nella persona del suddetto Domenzon figlio di Domenico. Del 1316 Domenzon fu del Consiglio di XL, e moriva del 1328. (2) In ordine al decreto 28 luglio 1806. del Vicere d’Italia fu soppresso questo Convento e i frati passarono in quello di S. M. Gloriosa. In seguito poi fu demolito al tutto, ed oggidì l’area fa parte dell’Archivio Generale. Del 1743 un fuoco ebbe distrutta una parte del Convento di cui si parla, e fu rifatto. ( Cornaro pag. 512 ).