710 SAN GIOBBE. Venezia, cioè del '1-422. e del 1443. Nel 1422 avevamo Ire Conventi dell’Ordine dei Minori; cioè quello di S. Maria-Gloriosa dei Frari, l’altro nell’isola di S. Francesco-del Deserto, il terzo in San Francesco della Vigna: ma la Storia (dice il Luzzo a p. 74) non accerta in quale di questi abbia egli abitalo, potendo essere or nell’uno or nel- l’altro, per non esser ancora in que’ tempi la Religione essenzialmente divisa. E’ però molto credibile che Bernardino abbia per la maggior parte Soggiornalo in quello di San Francesco della Vigna come in Convento allora piccolo ed accomodato alle leggi della povertà. Tale conghiettura del Luzzo, trova forse un appoggio nel decreto del Consiglio nostro doge Marcello, così indicata: ¡\ICOLAYS.MARCELLVS.DVX, e nell’esergo le sigle G.T.F. Queste sigle non interpretate da alcuno (ch’io sappia) si trovano in altri due Medaglioni, cioè in uno di Zuanne Mocenigo doge (1478-4485) e in un altro di Zaccaria Barbaro cavaliere, morto del 1492. Il chiariss. Vincenzo Lazari riprodusse la detta Medaglia Marcello nell’Operetta intitolata Medaglie e Monete di Nicolò Marcello doge (Venezia -4858 fol.) per celebrare le nozze del nobile Alessandro Marcello podestà di Venezia, colla nob. Adriana Zou. Un’antica effigie del nostro Santo abbiamo a musaico in S. Marco, eseguita nel 1458 da un Antonio Ila la sigla IIIS, e il nome SCS BEItNABDINVS = Fralle varie epigrafi che lessi in onore di San Bernardino, stanno tre nel Duomo della Comune di San Vito nel Friuli, le quali qui trascrivo non senza qualche osservazione. I. All’ aitar di San Bernardino in cornu evangelii. I). BERNARDINO. SENENSI | CVI ANTE TRIA FERE SAECVLA | IN ALTANORVM AEDI-BVS DIVERSANTI | SANGVIS E NARIBVS PROFLYXIT | IIENRICVS ALTANVS | S.R.I. AV-LAEQ. CAESAREAE | ET SALVAROLI COMES | SACRYM ILLVM AB ATAYIS COLLECTYM| CRVOREM VENERATVS | IMPAIV MONVMENTVM I) . D . | ~ II. Ivi in cornu epistolae. ANTONIVS ALTANVS | EX 0PP1D0 S. VITI [ VR31NATIVM EPISCOPVS | POST VABIAS OBITAS LEGATIONES | A NICOLAO V . PONT . MAX | 1YSSVS FVIT | IN D . BERNARDINI MIRACVLA | QVORVM FAMA LATE PERCREBVERAT i D1LIGENTIVS INQVIRERE | IOSE-PHVS ALTANVS EQ . IIIER . | HOC REI MONVM. POS . | III. Ivi sotto la custodia delle Reliquie. PETRl . AFjEXANDR . ANT . AB . BERNARD SEN . L1PSANA | ALTHANAE FAMILIAE REL1GIO CONDILÌIT | ANNO MDCCLVI. Quanto alla seconda e alla terza di queste epigrafi nulla è da dire, essendo la seconda appoggiata «Ila veridica storia, perchè nel 1447 Antonio Altan vescovo di Urbino fu uno de’ delegati a riconoscere sulla verità de’miracoli attribuiti a San Bernardino ; ed essendo la terza una’memoria della riposizione delle reliquie di S. Pier-Alessnndrino, di S. Antonio Abbate e del nostro S. Bernardino su quell’altare nel 1756. Ma I' osservazione ca le sulla prima iscrizione. Essa è tratta da quanto narra Gfanfrancesco Palladio nel Tomo II.-p. 27 della Stori.» del Friuli all’anno 1441, cioè, che uscisse sangue dal naso di Bernardino da Siena quando dimorò nella terra di San Vito, essendo di passaggio per andare n Udine; imperocché non v’ha indizio alcuno nè che sia stato in Udine, nè che abbia soggiornato a San Vito e molto meno in casa Altan. Inoltre, il sangue uscì dalle narici, non del corpo 'ivo, ma del corpo morto di San Bernardino, e ciò per miracolo, nella Città dell’Aquila l’anno -1444. La cosa è invece così : che fra’ molti che raccolsero allora di quel sangue, fu Giovanni da Capistrano (gran Santo anch’egli) il quale per molti anni ne portava in un vasetto, e ne lasciò in Vicenza e in alcuni luoghi dell’Austria, dell’Ungheria ed in particolare nella Provincia di Colonia. Ora passando pel Friuli il Capistrano ( non già S. Bernardino che non predicò mai nel Friuli ) lasciò parimenti nella terra di S. Vito una reliquia di detto sangue che si conserva anche oggidì. Veggasi il Luzzo a p. 197. fji favola narrata dal Palladio fu, probabilmente, tratta dal Dialogo allora manoscritto, del Castello di S. Vito composto circa il -1576 da Girolamo Cesarini Sanvitese, e citato nel libro anonimo, ma che è del conte Arrigo Altan intitolato: Memorie sopra la famiglia de' signori Altani conti di Saloa-rolo ec. Venezia LoVisa 1717. 4. ove a p. 44. 45. la si narra. E sulla fede del Cesarini la ripete, e sembra ritenerla per vera anche Giangiuseppe Liruti a p. 312. del Voi. II. de’ Letterati friulani (Venezia 1762. 4.), il quale se avesse letto la Vita del Santo scritta dal Luzzo avrebbe conosciuta la falsità del racconto. Il Dialogo del Cesarmi fu posteriormente impresso nella Nuova Raccolta Caloge-rann. (anno -1771) Tomo ventuno, e il favoloso racconto sta a p. 44. 45. Che poca fede possa meritarsi il Cesarini è attestato dal conte Federico Altan il quale spediva fin dal 1745 quel Dialogo manoscritto ni padre Giainbei nardo Maria de Rubeis, ed è pure confermato dal conte abate Antonio Altan a p. 73 delle sue Memorie storiche della terra di S. Vito (Venezia. Picotti 1832. 4.) con queste paròle: Il Cesarini dimenticandosi della -critica ed imbrogliando il tempo e i fatti solante mostrasi piuitosto romanziere che storico.