036 SAN G cose successe ec. Ven. 4572 - p. 30 tergo e 51 ). In fatti, avendo col celebre Marcantonio Bragadino in una Consulta discusso se si dovessero accettare le proposizioni di pace da Mustafà offerte, oppure rigettarle, il Tie-polo sostenne quest’ultimo partito: imperciocché essendo stato lungo tempo in So-ria, ed in Egitto, aveva intiera cognizione dei costumi e delle vedute di Mustafà, nè credeva potersi tranquillamente porre fiducia in quel nemico. Di cotesta opinione era eziandio il Bragadino ; ma i Famagostani assediati, nel dì 2 agosto del seguente anno 1371 deliberarono di arrendersi. Conclusi i patti, Nestore Marlinengo scrisse a Mustafà I 0 B B E. che il Bragadino e gli altri principali del veneto esercito, prima di partire, amavano di visitarlo, e frattanto avrebbero lasciato il Tiepolo a custode della città. Mustafà rispose che vedrebbeli assai volentieri, e maraviglia-vasi che non ci venisse anche il Tiepolo con cui seco passava antica amicizia. Recatisi nel giorno cinque al padiglione, Mustafà ordina che sieno tutti legati e trucidali, tranne il Bragadino che era riservato a più crudeli tormenti. Dopo quest’orrendo fatto, nel sette dello stesso agosto Mustafà entrato in città fece appiccare sopra la più alta rocca di Li-missò Lorenzo Tiepolo, che sostenne intrepido la morte (4). (1) Quali fossero le particolari incumbenze del Tiepolo in quello assedio, quali i meriti suoi, quale il line, si raccoglie minutamente da’ seguenti brani d’inedite Relazioni, li quali poi ho io stesso pubblicati iu un opuscolo (che citerò qui di seguito) net 1857 in occasione delle nozze Valier Tiepolo— Passi. 1. Relazione del vescovo Ragazzoni dello stato et conditione in che si trovava la città dì Famagosta al princìpio di novembre ultimo passalo. (Codice mio num. 1098): »In quanto a quelli che governano quella città il clarissimo M. » Marcantonio Bragadin, et il clarissimo 31. Lorenzo Tiepolo sono uniti insieme fra loro di volontà, » e tengono la Città quieta molto et pacificata, et oltre al stare vigilantissimi per difendersi dalla » forza stanno ancora molto attenti et avertiti di qualche molestie et insidie de nemici. Procurano » di non esser men temuti che amati da ognuno. Et perchè conoscono quanto importa tener il sol-» dato quanto si possa più contento in simil occasione di assedio hanno messe le paghe a 3 giorni. » Hanno per mancamento di vini distribuito et tutta via distribuiscono per bevanda dell’ aceto della » munitione et dell’ oglio. Danno n ciascun soldato italiano il pane fatto et fresco ; et in ogni altra » cosa si affaticano di tenersi amorevole et fedel quel presidio. Et perciò che la Città è molto povero, » hora massime, che 1* arti non vagliono, hanno giudicato bene dar meza paga per ogn’ uno alli de-« scritti nelle Compagnie della Città con obbligo d’ andar cotidianamenie sotto i loro capitani alla fa-» brica, nella quale non possono far così poca opera, che non guadagnino sei marchetti il giorno » come si dà loro per paga. » 2. Istoria della guerra di Cipro di Paolo Tiepolo cavaliere e procuratore. (Codice mio num. 1100): »Erano quattro i principali che governavano tutte le cose tutti » unitissimi d'uua sola mente e volontà risoluti fin all’estremo di difendersi. Marcantonio Bragadin » I nno capitano della Città superior a lutti li altri, Lorenzo Tiepolo l’altro già capitano di Baffo, e » per ordine di Venetia aggiunto al Bragadin. Però tra loro aveano partiti a questo modo i carichi, » che il Bragadino attendesse alla forti¿catione e alla cosa dell’ armi, e il Tiepolo al governo e alla » gjustitia della Città, olla provvisione e regola del viver di maniera però che l’uno bene spesso su-» bintrando nel loco dell’altro, lo ajutavo, con mirabile unione e consenso tra loro. Messer Astor Ba-» gìione per terzo era^Governator Generale de’soldati, e delle cose della guerra, al giuditio e voler » del quale come di più intelligente, ciascuno volentieri si aderiva. B per quarto Alvise Marlinengo » già mandato da Venetia Governator alla Canea città e fortezza importantissima di Condia, ma vo-» lontanamente di la partito, e venuto pur allora col soccorso per ritrovarsi alla più importante e » pericolosa fattione ... A Famagosta intanto non si mancava con quel modo che era restato di ri-» far i parapetti, e poiché erano venute a meno le altre materie da far i sacchi, adoperavano per » questo le carisee, panni che vengono di ponente, somministrandoli il Tiepolo che aveva avuto le mer-» cantie, le quali per gran somma di danaro si trovavano in quella città, per ciò che fin dal princi-» pio della guerra per dubbio che non capitasse in mano de nemici, furono in quel luogo tratte-» nule insieme colle navi sopranotate ... Di là a due giorni Mustafà entrato nella Città e trovato » il Tiepolo lo fece appiccare. » 3. (Storia della guerra dal 1570 al 1573 di Federigo Sanuto (Codice mio num. 989.) ~ Et al Tiepolo ordinò il Bassà per esser suo amico ( havendo contralta amicitia al Cayro quando era Console in quella provincia per Venetiani) «che le fosse datta la morte sopra una eminente forca. Chiaro » esempio del procieder de questi cani. »