ALLA CHIESA DI S. SECONDO. ino Malipiero relitta del n. li. Marcantonio Balbi, e moglie in seconde nozze del q. n. li. Antonio Malipiero, col testamento pubblicato ai 23 aprile 4704, ordinò d'esser sepolta nella chiesa di S. Secondo. Ne fu nel mezzo della chiesa entro una cassa con sopra la seguente iscrizione. OSSA NOBILLS AC PlAE V1DVAE ELISABETH MEMO 1704 = Ho riportato mozzata l’epigrafe a p. 304 colonna 2 relativa al deposito delle polveri ss Ora alla pag. 286 del Codice si legge, che nell'agosto 4776 nacque un nuovo decreto con cui di bel nuovo si vietava di poner polveri nel Torrione o sia Deposito. In forza de’ quali Decreti furono fatte incidere dal Magistrato airArtiglieria, sopra la porta di esso deposito le seguenti parole : PER DECRETI DELL'ECCMO SENATO 4734 2 OTTOBRE. 1776 AGOSTO È PROIBITO PONER POLVERE IN QVESTO DEPOSITO s Avvi poi premessa la seguente storica notizia sss « Fino » dal 1570 circa fu inalzata una Torricella, » o Torrione, come altri la chiamano, nel-» P isola di S. Secondo per porre in quella » le polveri da munizione da guerra, le quali » prima erano tenute nel pubblico Arsenale. « Da quell’anno lino al 1734 sempre in essa » si conservarono tali munizioni. Accadde • che ai 15 di luglio 4754 scoppiarono più » fulmini, duo dei quali colpirono il campanile, la sagrestia, e la chiesa di quest’I-» sola (vedi inscr. 10 a pag. 304), i quali, » per grazia speciale del Signore e per l’in-» tercessione del santo titolare Secondo, non » fecero che poco o nulla di male. Nel tempo • che caddero queste due saette, si ritro-» vava nella Cavana rifuggiato dall’ orrido • temporale il serenissimo doge Carlo Ruz-» zini, il quale intimorito per li fulmini se » ne fuggi. Dopo fatto riflesso e al pericolo, • uel quale era stato, se mai qualcheduno » di quei fulmini avesse per disgrazia col-» pito nelle munizioni, e al continuo peri-» colo, nel quale stavano quei Religiosi, fece » loro intendere, che se ponevano una sup-» plica in Senato, acciò di là venisse levata » la polvere, e trasportata in altro luogo più » lontano e rimoto, egli ancora vi avrebbe » data mòno. Incoraggiati da ciò i padri ri-» corsero subito con una supplica al Senato, • nella quale rappresentarono, che sembrava, » che l’isola di S. Secondo fosse dalla Pro» » videnza stata posta in quel sito per dar » asilo a’ passaggieri, i quali per motivo di • burrasche ivi si avessero a porre in salvo; » ch’essendo quest’isola tanto proficua nelle » tempeste dell’ acqua , e nelle folte nebbie » dell’aria a’ perielitanti passaggieri, restava • poi quella esposta al fuoco del cielo, co-» me si vide già avvenire più volte con morte • anche de’ Religiosi, e massimamente in • quei giorni, in cui nello spazio il'una mez-» z’ora ne scoppiarono due nella chiesa, sa-» greslia e campanile con giusto terrore » degli abitanti e de’ passaggieri colà rifug-» giati ; e che siccome avean questa volta » colpito il campanile colle parti a questo » vicine, potevan un’altra dare nella Torri- • cella, entro di cui alle volte vi stavano ri-» posti mille e più barili di polvere cc. A » questa supplica spalleggiata dal Serenissi-» mo nacque il decreto 2 ottobre 4734 il » quale ordinò che dalla Torricella di San » Secondo siano levato le polveri, ed in suo » luogo in avvenire siano posti gli zolfi ss » Per molti anni fu in conformità del de-» crelo, dopo levate le polveri, riempiuto il »Torrione di zolfi; ma essendo poi questi, » passato alquanto tempo, di là levati per » servirsene di loro, restò quello vuoto. Nel » 4761 avendo il pubblico fatta venire in » Venezia gran quantità di polveri per spe-» dirle poi in Levante, e non sapendo per » allora dove porle per essere già pieni lutti » gli altri Torrioni, per ciò, tuttoché vi fosse » il decreto che vietava di porle in quello » di San Secondo, ottenne il Magistrato al-» l'Artiglieria dal Senato, che in esso pur » si ponessero. Per poco tempo vi stettero; » ma sopraggiuntene delle altre, fu di nuovo » il Torrione riempiuto, e queste non furoìio »levate fino all’anno 4775 ; ma il nuovo « fulmine del 4775 (di cui vedi la detta pn-» gina 304. insc. 44) fece nascere il riferito » nuovo decreto 1776. * Ultimamente il chiar. Cappelletti parlò di questa isola e chiesa nel Voi. IV. della Storia della Chiesa di Venezia, fascicolo 6. e 7., e tiene anch’egli che il corpo di San Secondo da noi posseduto sia del Santo vescovo e confessore, e non del martire protettore di Asti (v. pag. 281).