GL’ INC VR A BILI. » nota poscia condiscendenza, rapì di mano la » vendetta, col mitigare la commissione a Filippi po, che veggendosi interrotti li disegni e sò • reso poco meno che inutile, chiese, ed ot-» tenne diripatriare sul cadere dell’anno i6i3. r> Nè ozioso in patria si stette, ma co’suoi » accreditati suggerimenti, sebben lontano dal » mare, al mare provvedeva, e la disciplina » che sull’armata haveva stabilita non permi-» se che s’infermasse e si corrompesse. Va-» cando poscia l’anno i6i5 per morte del » Doge Memmo la ducèa, si pose il nostro » Filippo in concorso col solito competitore • suo Nani, ma la sorte a nessuno arrise, ed » un terzo fu eletto che fu Giovanni Bembo. t) Poco dopo, il nostro Filippo, cioè nell’an-» no stesso i6i5 a’ 17 di gennajo, more ve-» neto, morì in età d’anni 66, lunga se alle n fatiche riguardasi, ma se al pubblico biso-» gno breve, et immatura. Fu agli Angeli a » Murano sepolto; e d’esso la Vita da me n descritta, giunta è al suo termine. « Di Filippo parlano gli storici principali, e più degli altri Anilrea Alorosini. 11 Cappellari aggiunge che del 1611 era capo del Consiglio de’X. Nicolò Crasso dedica a lui la terza deca degli elogi cominciando così: Ut Palladem bellicosam ac cwilem Deam, parique literarum et annornm cui tu spectabilem Antiquitas finxil : sic te, Philippe Scnator amplissime, utraque arte conspicuum et admirabilem venerati sunt omnes ec. {Venetiis anno 1612). 38. BEATO CAIETANO TIIIENAEO CLERICORVJI REGVLARIYM HVFVSQYE XENODOCIIII AV-CTORI GVBERNATORES GRATI ANIMI ERGO P. C. Tutte le inscrizioni che ho riportato fin qui 1 ho vedute e lette sopralluogo prima che l’ Ospitale passasse al Militare. Questa non l’ho veduta, e la copio dal mss. Culti, il quale dice che è ad un’immagine (statua) di San Gaetano la quale venerasi nella Cappella ch’é dentro l’Ospitale. Non dubito cbe si vedesse altra volta, se v’erano le Immagini e del Saverio e del Miaui egualroeule benemeriti di questo luogo. Anche il padre Magenis nella Vita di S. Gaetano, che ricorderò in appresso, dice a pag. 81, che i Governatori dello Spedale degl’incurabili iecero dipingere San Gaetauo in abito teatino sopra 3(j5 la porta maggiore della Chiesa al di dentro, colla inscrizione : b. caietano thienaeo cleri- CORVM REGVLAR1VM ET HVIVSCE XENODOdllI FVNDA- tori. Ma questa immagine (forse) è diversa da quella indicata dal Curii, sebbene l’epigrafe sottoposta abbia della rassomiglianza con quella che illustro. E in efletto il Faccioli (Mu-saeum Lapida Ficetinum T. II. p. 212. 213) registra due Immagini di S. Gaetano l’una ad hospitale majus, l’altra nell’Oratorio dello stes-spedale, la prima con epigrafe presso che simile a quella che illustro; l’allra con questa : SANCTYS CA1ETANVS 1IVIVS ORATORII FVNDATOR, di« abbiamo ricordata al num. 34- Toccherò ora brevemente alcuni periodi della Vita di San Gaetano che riguardano la nostra Venezia. GAETANO THIENE o TIENE nacque in Vicenza da Gasparo Tiene e da Maria Porlo (non Porta come nel Butler), distintissime famiglie di Vicenza, nel 1480. Dopo essere stalo laureato in Padova nelle leggi civili, e canoniche, recossi a Roma dove Giulio II ebbegli dato l’officio di Protonotario Apostolico Partecipante , ufficio al quale Gaetano rinunciò dopo la morte di quel Pontefice avvenuta nel 1513. Durante la dimora di Gaetano in Roma, sendosi nel 15o8 conchiusa la sì rinomata Lega di Cambray, per cui il Papa nel susseguente anno 1609 aveva fulminato l’interdetto conira i Veneziani che non volevano restituirgli Ravenna ed altre Città della Romagna, Gaetano scrisse lettere a diversi Veneti patrizii esortandoli ad interporsi per un accomodamento. Frattanlo succeduta la rotta a Ghiaradadda, Gaetano rinnovò le istanze al Pontefice perchè prosciogliesse dalle censure la Repubblica; il quale essendosi mosso a tali preghiere, Gaetano ne diede avviso ai Veneti Cardinali Domenico Grimani e Marco Cornaro affinchè sponessero al Senato le buone disposizioni di Giulio II. A tale avviso il Senato inviò ambasciadori a Roma Domenico Trivisano, Leonardo Mocenigo, Paolo Pisani, Girolamo Donato, Paolo Cappello, e Luigi Malipiero per trattare della bramata conciliazione. Dopo molte parole dall’una parte e dall’altra, furono appianate le difficoltà, e Giulio li levò le censure nel i5io; anzi contrasse co’Veneziani una nuova lega totalmente opposta a quella di Cambray. Sebbene ciò sia avvenuto anche in virtù degli efficaci maneggi del Tiene, nondimanco egli nessun merito volle averne, e anzi procurò e con lettere scrilte di fuo-