GIVATE alla chiesa degl* incurabili. Voi. V. p. 339. inscr. 8. Sillano de Nigris j del quale qui abbiamo memoria sepolcrale del 4571 , può discendere da quel Sillano de Nigris Comasco dottore in legge e consigliere di Francesco Sforza Visconti, duca di Milano, al quale Sillano, e a Pietro Colla senatore il detto Duca allidò la riformagione degli statuti della città di Como, e ciò con decreto 25 gennajo 4458 premesso agli statuti slessi, come dal Codice ms. del secolo XVI. che li contiene, e che sta nella mia Biblioteca. ALLA CHIESA DI S. MARIA MAGGIORE. Voi. III. p. 432. col. 2. Francesco Longo fu uno degli scrittori della guerra di Cipro. Io non l’ho ricordata questa sua opera non avendola conosciuta ; ma poiché il benemerito della patria storia con le Agosliuo Sagrcdo la fece di pubblico drillo nell’ appendice all’ Archivio Storico N. 47 (a. 4847 ), e poiché ne la egli vedere l’importanza, ricopio il tilolo: Successo della guerra fatta con Seiimo Sultano imperalor deJ Turchi e giustificazione della pace con lui conchiusa, di M. Francesco Longo fu di M. Jntonio a M. Marco Jntonio suo fratello. ALLA CHIESA DI S. MARIA DELL’ORTO. Voi. V. p. 591. col. 2. Ho detto che Giampietro Silvio allievo di Tiziano era pillor trivigiano : ma se la parola Venelus ch’egli pone in una sua palla, che or ora indicherò, non si debba prendere per suddito veneto, o delle provincie venete, è d’uopo dire ch’egli era veneziano di nascita, e non trivigiano. Infatti giusla quanto me ne scriveva iu questo mese di febb. 1851 il nob. Pietro Oliva del Turco, amantissimo e delle belle lettere e dell’ arti, e spezialmente gentile nel comunicare i suoi sludii agli amici, Giampietro Silvio ha nella chiesa maggiore di S. Zenone di Aviano del Friuli una tavola d’altare rappresentante l’Ascen-siooe di Gesù Cristo, e in mezzo agli Apo- FINALI 757 ",toli S. Zenone in atto di predicare, col ritratto del pievano di allora ch’era Leonardo Venlurino da Spilimbergo, sotto la qual tavola si legge ÌOAWNES.....S YEINETVS . P1ISGEBAT .... 4546. Ora il signor Oliva esaminali i libri delle esazioni del Cameraro ( fabbriciero ), comunicatigli da quel zelantissimo Arciprete, vi trova del 4544 dieci-olio partite di danari e generi dati ad esso Giampietro Silvio per il suo lavoro, e due ricevute, una di lui stesso, come segue: 4 548 die ultima selembris lì. io Zuan piero Silvio dipenlor a conto de la pala de S. Ze-non da ser Zuandomencgo del fa/do lire diese vai lire 40. L’ altra d’ un suo figlio come segue: 11. io Francesco Silvio da Zan Do- menego del Vald......ser Zundomenego a mio mess. padi-e per conio della pula contadi L. dodae vai L. 42. da una delle quali partile emerge che Giampietro avesse un altro figlio di nome Marco ce. Combinando dunque il nome 10AININES e la voce VENETVS ch’è sulla tavola coi risullamenti de’libri delle esazioni si rilev a senza dubbio che il pittore fu Giampietro Silvio veneto, sebbene iu nessuna di quelle partite egli palesi la sua patria ; e se il conte Fabio di Maniago, che fino dal 4823 lesse quelle tronche parole della Palla e le inserì nella Storia delle belle arti friulane. Udine3 Maltiuzzi 4823, 8.vo a p. 255 ec., avesse veduto i libri delle esazioni, non avrebbe poslo tra le pitture di autori veneti incerti la della tavola. A tenore poi di queste osservazioni de-vonsi correggere alcuni scrittori di pittura e di pittori, cioè il Lanzi il quale nella Storia pittorica p. 425. voi. sesto, edizione veneta 4838, lo dice Giovanni Silvio veneto, anziché Giampietro ; il Federici che nelle Memorie trivigiane (T. II. p. 53.) lo chiama Pietro di Silvio, e Filippo de Boni il quale nella Biografia degli artisti (Ven. 4840 p. 955) copiando parte dal Lanzi e parte dal Federici fa due pillori dì un solo, cioè: Silvio (Giovanni) veneziano> e Silvio (Pi'e-Iro di) trivigiano. ALLA CHIESA DI S. SEBASTIANO DEI GEROLIM1NI. Voi. IV. p. 446. Iu un codice miscellaneo cartaceo del secolo XVI. di pag. 300 in foglio intitolato: