ALLA CHIESA DI S „ chò a’suoi tempi non eravi altra filosofìa, „ pure non è pieno di termini barbari e di ., quelle distinzioni non significanti con cui „ risolvevano le sue questioni, anzi 1’ opera, ,, intitolala Due libri della Sostanza è scrit-„ ta con politezza ed eleganza e prova le „ sue proposizioni nel miglior modo che si „ sapeva a quel tempo. In questo libro mo-„ stra avere delle cognizioni matematiche. Il „ Dialogo poi intorno al perfetto principe e „ alla perl’efla Repubblica 6 scritto ornala-„ mente e sodamente con purità di stile, lo „ che prova maggiormente che tale sia quel-„ la del libro suddetto della Filosofìa: Non „ ci venga apposto V avere accettato un ari-„ stotelico nella nostra scella raccolta di Ve-„ neziani; ma i pregi in quella opera os-„ servati ce V hanno fatta vedere non inde-„ gna d'esservi annoverata. Ma vedi ireddu-„ ra ! il Memo nel testò accennato libro del-„ la sostanza e delle quìstioni filosofiche scris-„ se il suo cognome con un’m sola si nel dello „ libro che nell’ Oratore impresso nel 1545 ; „ e poi nell’ altro suddetto libro Dialogo im-„ presso nel 1564 muta opinione, e lo scri-„ ve con due min, In questo dialogo s’inlro-„ ducono molti gentiluomini veneziani donde „ si viene in cognizione delia dottrina di „ essi. „ Voi. IV. p. 510. Il giudizio dato dal Foscarini nella suddetta sua Bioqrafia medita, intorno alla -traduzione latina di Apollonio Pergeo fatta da Giambatista Memmo è il seguente : „ Questa „ traduzione è bellissima, e quello che ò da u stupire si è che 1’ Autore, siccome qui di- ce, avendo imparata in età vecchia la gre- . GEORCIO MAGGIORE. 551 „ ca lingua vi sia riuscito così eccellente. „ Questo libro non credo sia stato ristam-,, pato. „ Abbiamo però veduto il giudizio contrario dato dal Dechales che dice che il Memmo tradusse male e fece traduzione non latina e del Maurolico che il Memmo non conobbe la materia trattala. Voi. IV. p. 511. Chiesto dame il chiarissimo presidente Francesco Caffi di qualche notizia ulteriore circa quc\Dionisio Memaio^frate di cui qui parlo,scri-veami. « Frale Dionisio Memmo non so pre-» cisamente di qual ordine fosse ; ma poiché » di lui allievo fu frate Armonio che cerla-» mente era de’ Crocicchieri, tengo che fosse » pur egli dello stesso Ordine. Esso Memmo* » fu organista del secondo organo nella no-» stra Basilica Ducale, entratovi nel 22 set— » tembre 1507 in sostituzione a Zuanne De » Maria eh’ era da un lustro prima in quel »posto. Cessò da tale ufficio nel 1516 ap-» punto quando passò in Inghilterra, ed ebbe » nel i6 settembre di quell’anno a successore » neir organo quel suo allievo frate Armo-» nio (1) Quel Zuanmaria poi le cui com-» posizioni è detto nella tua noia (a p. 511, » Voi. IV ) che fra Dioniqio cercasse di far » giungere a Londra come miracoli d arlcr » io credo che sarà stalo 1’ Organista pure » del secondo Organo che precedette in quel-» 1’ ufficio esso fra Dionigio dall’ anno 1502 „ al 1507, nominato Zuanne de Maria testò „ ricordato. Parlatasi e scriveasi allora molto „ alla carlona, e la musica essendo negl’ in-„ cunabolì affatto, i professori di qualche va-„ loie erau sì rari che a piccole differenze ,, di nome mn può abbadarsi. Forse Fra • ) Francesco Sansovino nella Venezia descritta (edlz. i58i. p. 160) ricordando le rappresentazioni drammatiche che in Venezia facevansi dice che fra i recitanti nelle commedie era frale Giovanni Armonio dell' Ordine de Crociferi. L’ Armonio però non era solamente recitante, ma compositore eziandio di commedie, e poeta Ialino elegante ai suol tempi. Abbiamo infatti anche nella Marciana una sua commedia intitolata: lonnnis Harmonii Sfarsi comoedia Stephanium urBis Ve ne tue genio puhlice recitala. Venetiis per Bernardinum t’enetum de Pitalibus. 4 (senz’anno). Essa fu recitata nell’atrio del convento degl! Eremitani In Santo Stefano, ed è dedica a Pietro Pasqualino (del quale ho parlato nel Voi. I. p. tGi. 162. ) che 1’ autore chiama Veneto filosofo chiarissimo e suo maestro; in fine di essa vi è : M. Antonii Salicilici Carmen prò Harmonio Suo -■ Io. Bapt. Scritte carmen — Pauli Canalis patricii veneti carmen loquente Thalia musa —— Hieronymi Ama. tei Carmen _ Fratris Iac. Raptistae Ravenna■ Augusriniani Harmonio suo - e questi» è una lettera m prosa. Ognuna di tali Composizioni è in lode dell’Armonio, o versa intorno l’operetta stessa. Questa commedia fa laudata eziandio da Marcantonio Sabellico, che nel libro decimo delle sue Epistole ( Kdit. 1^02. fof. P' 52.) intitolandone una Harmonio suo encomia l’argomento, la dignità de’personaggi, la gravità delle sentenze, le parole, i sali, assomigliandola alle Plautine ; dice che non solo la compose bene, ma eziandio bene U recitò : che destò in tutti la speranza che venga per lui ristaurata la Commedia e la buona lingua latina; e chiude presentandogli alcuni versi in prova del suo aggradimento. Anche Angelo Gabrieli nell’opuscolo: Libel-