SANTA TERNÌTA. afi* d’cp Marciano. Nacque de] t53t. ni. v. cioè ifiHa dell’era comune, a1 i3 di (ebbra¡n. Studiò dapprima in Padova ove amhe prese laurea di dottore; ed ove fu eletto Canonico nel i5/j8 a’9 fehbrajo per rassegna di Jacopo Cocco suo zio Arcivescovo di Corfù di cui si è detto. Educato egli principalmente alla virtuosa scuola dello zio era stato fino dal i55y messo in possesso dal Senato della Chiesa parrocchiale de’Ss. Nereo, e Achilleo di Mon-tecchiarij già posseduta dallo zio^ come si è pur sopra accennato ; dal quale Jacopo suo zio poi era stato nel 156o proposto, e fu da Pio IV. confermato, a1 24 oppure 29 marzo di quell’anno, a Coadjutore suo nell’Arcivescovado di Corfù. Questa cosa è attestata primieramente dall’ Orazione latina, che testé citeremo, detta dal Cocco nel Concilio di Trento, anno 156», ove leggesi Coadjutoris Corcrrensis ; e in secondo luogo dal Giustiniani nel sopra ricordalo Indice quarto degli Intervenuti a quel Concilio. Passò Antonio vario tempo in Roma collo zio Jacopo, e ne fa fede Alessandro Piccolomini che circa il i557-i 558, colà trovandosi frequentava la loro conversazione, e quivi ragionavano di varie materie, e massimamente delle scienze cosmografiche, e astrologiche alle quali il Cocco si mostrava molto affezionalo. Collo stesso zio intervenne alle ultime Sessioni del Concilio di Trento, e ne abbiamo a stampa l’Ora-zione che vi tenne nel 1562. Da questa Orazione veniamo a conoscere eziandio che il Cocco era Arcivescovo di Patrasso. Il titolo è: Automi Cauri Patritii Vèneti Archiepiscopi Patracensis, et Coadjutoris Corcyrensis Oratio habita in secunda Sessione Sac. Concìl. Tri• devt. sub Pio IV. Pont. Max. celebrata XXVI. febr. cin. i56a. Brixiae ad inst. Jo. Baptistae Bozzolae} 1664, 4-° (')• Defunto Jacopo nel i565 vi fu sostituito Arcivescovo Antonio : ma o per motivi di guerra o per altra'ragione non andò alla sua residenza, se non se dt 1 1574, leggendosi nel Marmora ( Lib. Vii. 1. 366 ) che questo fu il primo anno che si vide in Corfù (’Arcivescovo Antonio Cocco. Anche l’Areipretura di Albaredo nella Diocesi di Verona era del 1565 per la morte dello zio Jacopo passata nel nepote Antonio ; ma pubblicatosi il Concilio di Trento in forza del quale chi aveva più benefici) con cura d’anime doveva rinunciarli entro sei mesi, ritenendone uno solo, così Antonio rinunciò con altri benefìcii la parrocchiale d’Albaredo ; se non che la pretensione di lui e de’ fratelli Leonardo ed Alvise Cocco di ritenere il jus-patronato alla elezione dell’Arciprete di delta pieve, e la lite perciò eccitatasi, decisa poi contro’ i nobili Cocco da Monsignor di Verona Agostino Valiero, impedì di tale rinuncia la esecuzione, e la differì fino all’anno 1,574. Ritenne Antonio l’Arcivescovado fino al 1.577 nel quale anno lo rinunciò nelle mani di sua Santità Gregorio XIII. Ce ne fa prova il libro Possessi dati dal Pregadi (Coelice ms. nel Generale Archiv. anno i574-i58o), nel quale a pag. 73 sotto il giorno 27 giugno 1578, si legge lettera al Bailo di Corlù: Bailo Corcyrae. Vacante Archiepiscopatu Corei reti si per liberarti resignationein H. D. ^Intorni Archiepiscopi in manibus moderni summi Ponti/icis Gregorii XIII. sponte factam et per eum admissam, idem sumtnus Ponti/ex illuni contulit H. I). Bernardo Suriano sicut constai literis Apostolicis dat. Rornae apud S. Pel rum nono hi. sept. prossime preteriti (cioè del 24 agosto 1577 ), quare mandarnus vobis cuni Senato ut eundem R. I). Bernardutn sive legiti-iriurn Procuratorem poni faciatis et positum consetvetis in tenuta et reali possessione Archie- (1) Onesta Orazione io non ho vedala. È citata a pag. 10 della Scansia XXU f. della Biblioteca volante di tìilasco Eutelidense. (P. Mariano lìuele carmelitano da Roveredo) Roma 1739, 8.vo, ove osservasi che tra molle di queste Orazioni ricordate dal Cinelli nelle Scanzie, non si fa mensione di questa del Cocco. Che il Cocco abbiala tenuta, lo dice il Pallavicini (Storia del Cono, di Trento. Roma, 1657, fob parie seconda pag. 373:) Ta mattina de’ventisei di febrajo (i562) raunaronsi i padri in duomo. Sacrificò il patriarca dì (wierusalem. Fe l'orazione latina Antonio Cocco Veneziano Arcivescovo di Patrasso ed eletto di CorJti. E lo aveva attestalo anteriormente il Sarpi (Storia. Londra 1619, pag. 466). In Trento venuto il 26 ft bb. congregati nella chiesa li padri si tenne la sessione. Cantò la messa Antonio Helio patriarca di Hierusalem j J'ece l oratione Antonio Cocco arcivescovo di Corfù. Corsero poi degli errori nel breve articolo steso sul Cocco e inseriio a pag. 36 dell’ Indice quarto di Michele Giustiniani che sla nel tomo VI. della Storia del Concilio scritta dal Pallavicino, edizione di Faenza 4.lo ; impeicioc-« hè si dice Durano anziché Patrasso ; si chiama Giacomo Cocco fratello cugino di Antonio, mentre era suo wo; lo si dice morto circa il 1590, e invece morì del 1583, ed altre epoche sono fallale.