602 ALLA CHIESA DI S. Cosi io aveva scritto nel 1847, quando iu Quest’anno 1849 mese di ottobre Cesare Foucard alunno nell’Archivio Generale a S. Maria Gloriosa de’Frari, studiosissimo, e intelligente assai delle belle cose iu esso racchiuse, mi avvisò aver egli scoperto F autogralo della Vita di fra Paolo ; scritto tutto di pugno di Fulgenzio. Corsi a vederlo ed esaminarlo. E un fascicolo sciolto di sessantu-quattro carte scritte quasi tutte da ambe le parti, e quasi tutte numerate progressivamente. E ripieno di chiamale, di correzioni, di giunte, tutto di mano di Fulgenzio. Fatto già dal Foucard un confronto colla stampa ravvisò, in sostanza, non esservi cose importanti ommesse da quella; ma nondimeno non essere inutile, chi volesse ristamparne la Vita, collazionarla con questo autografo. Ciò rhe v’ è di curioso, c che manca a tutte le edizioni della Vita del Sarpi, è il seguente proemio delia stessa mano del Micanzio, nel quale dà la ragione per cui si mosse a scri-\ore. Il codicelto comincia : Il mio proponimento era di non scrivere la vita del R. Maestro. Paolo .... Finisce. Ma solo ci misura che furono o favorevoli o contrarii agl’ interessi loro mondani. Morì dunque nel narrato modo il p. IJuulo. E ¡¡li ha vissuto al mondo al supra. Ecco il proemio con cui a dirittura, senza alcuna intestazione comincia quel fascicolo : » Il mio proponiménto era di non scrivere la vita del li. M.L° Paolo dell’Ordiue de Servi di Venetia, se non brevissima et succintissima per prefigerla ad alcune sue sentenze morali quaitdo con un puoco di tempo havessi 1’ o-eio di ridurle in capi, et sotto ordine, ove nelle sue carte si trovano sparse come venivano in mente, et erano poste in pratica da lui medesimo. Nò le continue instanze, che non solo da religiosi dell’ordine sudetto, et de diverse parti anco da grandi personaggi mi venivano fatte, eccitandomi a non diferi-re di dare questa sodisfattione a tanti che F aspettano, mi haverebbono punto mosso dal mio proposito. Perche se bene ò grand’interesse dell’ordine, ove presso a 60 anni ha servito a Dio, della Patria, che produsse un Intorno di così eccellenti virtù, del Prencipe a cui lia servata con opera non infruttuosa per lo spazio di 17 anni un’incomparabile lede, et dell’età nostra tutta, che in sì grau- MARIA DEI SERVI. d’huomo con un essempio singolarissimo ha mostrato non essere cosi sterile di virtù e di heroica virtù, come viene biasmata, che resti la memoria di così pio et virtuoso religioso, Io però stimava non essere di miestero (sic) prendere tale fatica, credendo l’opero sue fossero sufficientissime per perpetuare la sua gloriosa memoria a posteri. Ma perchè l’invidia et la malignità, che pure almeno doppo morte suole cessare anco ne’più acerbi nemici, incrudelisce contro quelle venerande ceneri, et religiose ossa, et procura di essacerbare contro il morto quell’ ingiusto furore che nel vivente con li stili, coi veleni, con gli assassini, (sic) con le trattationi insidiose non hebbero l’ellèlto per una singolare et admiranda protettione divina, per questo mi lascio cavare dal mio posto et vengo tratto a publicare al mondo quanto contro ragione s’incrudelisca contra F innocenza. Scriverò la vita d’ un sogetto che meritarebbe altra penna, che la mia. Le cose che raccontarò salano quelle che sono così notorie, et hanno il testimonio di tanti centinara de religioni, che ancora vivono et di tanti senatori, et nobili di questa inclita Città, che chi ardirà negarle bavera contea di se una nube di testimoni ancor viventi, et F evidenza stessa delli successi. Nacque in Venezia ec. » Nella fine di questa vita il padre Fulgenzio dice: ( p. 517. ediz. ifi 77 ) Questo fu il /ine di guesto gran personaggio e piacque alla divina disposinone che tale fosse testificala all’ eccellentissimo Senato con scrittura pubblica e con giuramento e solloscritione di tull