5S8 ALLA CHIESA DI S. MARIA DELL’ ORTO. Cavaliere, e Gasparo Contarmi. Nel relativo decreto premettono che più volte i frali di .S. Francesco della Vigna esposero a’ Capi, che il libro de’ Proverbii sii contra honorem majestatis divinae, christianae Religionis, èt denique sirjnànter ac nominutim in oòro* brium ipsorum venerabitium Relirjiosorum S. F ranci siri ; e che essi Capi chiamarono a se l’autore e Io redarguirono di tanta licenza ; ' c che finalmente per non procedere con maggior .rigore, incaricano quo’due Jel-terati, affinché-Tacciano che l’autore levi dal libto quod ipsi duo Nobiles. statuerinì nephas esse prodire in publicum. Aggiungono poi : Reliqu.a vero quae in dicto opere vel he resini vcl- adversus Deum impietatem non sapere censucrint, remafteant^ in facilitate ipsius àuctoris. E Fautore, cui fu fatta noia tale TerniihaziÒRè vi si adattò. Vcdesi poi un’altra Parte del 18 marzo. 1527 che risolve un dubbio nato a’.due nobili esaminatori, se , quelle parole: Reliqua'viro ec. ristringano . .l’autorità lor data di stabilire ciò che sia * * * da levare in quel libro; e si decide .che quelle parole non la ristringono, e resta quindi in ¿iena facoltà del Contarmi e del Cav. Friuli' di costringere Fautore il levare a proprie.spese, dall’Opera tutto ciò ch’essi crederanno indegno della pubblica luce. E i Capi allora erano Francesco Pesaro, Girolamo Grimdni, e un altro che non è soltosóritto. Da quel. giorno 18 marzo 1527 al dì 29 gonnajo-1827 { cioè 1528 a siile romano), quindi per oltre dieci mesi non veggo che altro siasi fatto relativamente al libro del Fabricii ; quindi non so se i due nobili abbiano effettivamente stabilito quali correzioni dovesse fare Fautore, 6 ¿e questi l’abhia fatte. lò direi che nulla fece e che gli esemplari che ne abbiamo son tali e quali uscirono dal, torchio, e mi pare che piò sia provato dall’ essere tuttavia il libro pieno di empietà contro Dio e dì Lmproperii contra i detti Irati. Nel suddetto gennajo 1528 vedesi un’ istanza fatta a’ Capi de’ Dieci, da parte del Fabricii infermo e da grande inopia oppresso spezialmente perchè avendo con lunga fatica e grande spesa composto il libro de’ Proverbii, e fattolo stampare, [tuevia grazia impetrata dal Senato di imprimerlo , confermata da’ Capi del Gonsiglio de’ X che allora erano Alvise Gradenigo, Lazaro Mocenigo, e Liouardo Emo, furono poscia ad istanza de’ frati dell’ Osservanza portati via tutti gli o-semplari dall’ officina del librajo, e sequestrati per ordine de’ Capì che succedettero a’ tre sunnominati; il perchè ebbe esso autore un grandissimo danno non avendo il modo di soddisfare a’ debiti per tal causa incontrati. Ponderate da’ Capi Gasparo Mali» piero, Girolamo Loredan e Girolamo Barba-yigo le circostanze esposte dal Fabricii, terminarono nel di 29 di detto mese, che tutti i vojumi sequestrati fossero restituiti all’autore: decreverunt et ita mandaverunt omnia ejns volurnina sequestrata ut supra, eidem 1). Jloijsio restituì debere, et ita. annotari. Pare però , 'che subito non sieno già stati restituiti all’autore; perche nello stesso giglio 29 gennaro 1528 (stile romano) i Capi predetti dietro istanza dello stampatore ordinarono al fante Polo, che i libri del Fabricii che erano sequestrali non si dovessero dar fuori se- lo stampatore non lossjj prima soddisfallo di quello che doveva avere per la spesa dell’ impressione. E soltanto neh 14 fèbbrajo successivo 1328 (a stile romano) ì Capi' del Consiglio di X Alvise Gradenigo, Lazaro Mocenigo e Antonio da Mula diedero ordine al patrizio Giovanni Ba^uaro dottore e cavaliere * che restituisca tutti i libri del Fabricii in quel luogo, grado , e condizióne in cui' erano prima che si levassero dal negozio del librajo, acciocehè*per questo modo ogiuino abbia ii- suo giusto : ut restiluut olnues libros domini Aluisii Cjnthii in cimi locum, gradimi, et conditionem prisce in quo erant priusquam auferrentur de Itbrarii officina, ut hoif modo nemini jus tollatur, et j.ta annotari jusserunt. Vedesi quindi, che vennero restituiti allo stampatore non all’autore com’ era dapprima stato ordinato. ^Dopo ciò nessun’ altra notizia se ne riscontra nei Registri del Pregadi Terra (num. XXIV, carte 117 tergo), nel Notutorio de’.Capi del Cons. di. X, (num. 9, p. Ili tergo, 117, 1-60 t. 161. ) nel Cornuti (num. 49, p. 108 ) da me, previo il superiore permesso, esaminati.‘Questa è la storia veridica dell’autore e del libro ; e perciò non sembra verosimile quanto scrive F. Reignot ( Dictionnaire des principaux livres condamnes au feu, suppri-mes ou censurés.' Paris. 1806, T. I, p. 13.1) cioè che quest’ Opera de’ Proverbii eccessivamente rara sia sfata soppressa colla maggior diligenza ed abbruciata dalla Inquisì-