S. MARIA DELLE TERGISI. 44 tla Venezia. Vidi presso il conte Trissino una lettera Lolliniana in copia diretta a questo Cappello da Belluno il dì 6 gennajo 1604. E' di complimento. Cardellino o Gardellino Antonio Bassanese, 1607, da Roma; letterato di cui vedi il Verci. Cardinale (ti) di Vicenza (vedi Delfino Giovanni ). Casoni Guido, 1604, da Serravalle. Noto letterato. Gl’invia un’edizione corretta delle sue odi. Chiaramonli Scipione, 1621, da Cesena. Lettera colla quale ringrazia il Lollino che lo abbia addirizzato a camminar la via regia non già la più compendiosa nello studio delle matematiche, quand’ era in Padova, e gli dà ragguaglio di un’opera voluminosa dettata in latino divisa in cinque parti conforme alla medicina corporale ec. eh’esso Chiaramonti stava compiendo. Anche del 1624 abbiamo sue lettere al Lollino. Chifellio Enrico, 1614, da Roma, lettera in cui ringrazia il vescovo delle lodi che tributava alle sue opere. Cobelluiio Scipione, da Viterbo, cardinale di santa Susanna, 1619, da Roma. Lettera colla quale gli domanda copia di un Dionisio Alessandrino sopra san Dionisio Areopagita, mss. greco della Lolliniana, e dice : Haveva pensiero dì far stampar V Anecdota di Procopio greco latino $ e già è tradotto ; ma perchè i miei codici hanno de’ di (felli non si può eseguire. Se V• S. potesse ajutar questa impresa mi farebbe somma gralia. V’hanno lettere di lui anche »lei 1618-1621-1623, da Roma. Contarmi Francesco p. v. 1601, da Padova, fa conoscere la grande stima che faceva di lui. Contarmi Giulio p. v. 1608-1610, da Rer-gamo, 1612-1624, da Venezia. Contarmi Nicolò p. v. 1604, e altre senza data. Quest’ è lo storico veneto, e doge. Contarmi Vincenza 1610, da Venezia. Parlasi della dottrina del cardinale Perrone, e fa voti perchè possa rinvenirsi altro manu-scritto dell’ Epistole di Francesco Barbaro. Un’altra lettera pridie kalend. majas, senz’anno, ma che è del 1619, ricorda le Lacrymae in funere Oclav. Boni operetta del Lollino, e parla della sua vicina partenza ossia viaggio per l’Adriatico per illustrare la navigazione di Antenore sopra la quale scriveva. (Vedi il Papadopoli ). Cornaro F. abate, 1601, da Padova. Gli partecipa di aver fatto eleggere il Lollino a socio dell’accademia de’ Ricovrati, e lo eccita a mandare ad essa de’suoi scritti. Cornaro Francesco p. v. 16245 da Tenezia. Cornaro Girolamo p. v. 1621-1622, da Venezia, del quale vedi lo storico Batista Nani. Federico Cornaro era suo figliuolo. O t Cornaro Marco p. v. 1604, da Tenezia. Si conditole per la morte del padre del Lollino. Egli fu vescovo di Padova. Corradino Nicolò, 1612. Parla a lungo di se stesso, e della Tebaide tragedia di Seneca da esso Corradino tradotta. Era della Mirandola. Di lui vedi nell’Allacci. Corraro Marcantonio p. v. 1590-1600 e 1604, da Venezia. Darduino Pietro, 1622, da Tenezia. Era segretario di senato. Lo ringrazia perchè a-veva approvati gli scritti del Darduino. Davila Enrico Catterino, 1616-1617-1618- 1619-1620-162 1-1623-1624- Era di famiglia proveniente da Cipro. Altre di quelle lettere sono scritte dal Cadore, altre da Padova , altre da Tenezia, altre da Zara, altre da Cataro. Notisi che alcuna di esse fu impressa nell^ Epistolae Miscellaneae. Ti si loda in altre la storia di Minuccio Minucci intorno gli Uscocchi; gli scritti di Andrea Morosini, e si fa sapere che del 1611 Luigi Davila fratello di Enrico aveva intrapreso di tradurre in italiano la storia Teneziana del suddetto Andrea Morosini. In una del 1617 latina invia al Lollino l’elogio scritto da esso Davila di Antonio Cardellini o Gardellini da Bassano, lettera ed elogio già stampati nel t. XII della N. R. Calo^erana. Delfino Giovanni cardinale, 1612, da Roma. Avmie una del 1607 in raccomandazione di Don Flaminio Benetti Bellunese; e urta del 1 5g8, 4 luglio, scritta prima che il Delfino fosse cardinale, e quando era stato eletto a procuratore di s. Marco. Dogiioni Ercole, Si hanno alle stampe alcuni suoi versi. Donati Sigismondo vescovo d’AscoIi, 1620-1621, da Tenezia. Fu nuncio Apostolico in Tenezia. Donato Bartolomeo, febbrajo 161 5, da Padova. Ricorda la-vita allora inedita che Pao- lo Gualdo scrisse di Gianvincenzo Pinelli, che non può esser a giudizio mio di molto pregio,