ALLA CHIESA DI S. ciana. In effetto nell’ iscrizione falla sottoporre dal Bellio a quel rame si legge : CAMMEO IN MADREPERLA DELLA R. BIBLIOTECA IN VENEZIA ESEGY1TO DA GIACOMO BECELLIO. E anche nelle schede inss. Moreìiiane si legge Giacomo e 11011 Gasparo. Ma finché io non trovi autore che parli del Becellio io mi sto col Griselini malgrado la posteriore incisione. La seconda, che il Ritratto del Sarpi al naturale ad olio iì quale era alli Servi nel refettorio, e che fu dal Morelli nel 1811 trasportato alla R. Biblioteca, può bensì essere di mano di Leandro Bassano ( sebbene il Bassano sia morlo nell’anno stesso che morì fr. Paolo 1625), fatto mentre F. Paolo viveva, e aggiuntevi lo parole dopo ; ma che il Morelli non avrebbe difficoltà in caso diverso, di attribuirlo ni cav. Tiberio Tinelli sopraindicato, che fu già scolare del Bassano. 11 quadro però fu ritoccalo fino da’ tempi vecchi. Aitre notizie dò intorno al Sarpi, che trovo nelle sdiede del fu ab. Morelli. Del 1022 i Tedeschi leggisli in Padova, i cui Annali col titolo Annules inclijtae Aa-iionis Germanieae jurid. [acuii. Palavii de-yenlis, si conservavano nella libreria della INazionp, lècero istanza al Principe di Condè in Padova che loro ottenesse dalla Repubblica dì essere addottorati auclorilale Veneta absque ¡tiramento, come avevano ottenuto dalla Repubblica gli Artisti. Dei 1623 il Riformatore dello Studio Agostino Nani inviò il Procuratore della Nazione a Fra Paolo Sarpi per ollenere il detto Privilegio, cui il Sarpi rispose: Quicquid scriptururumprò impetrando Privilegiò Serenilati ipsius exhibuislis, jussu eremi Collcgii penes me est; legi ; pe-lilionem vestram, quae omnem tandem et promotionem mere tur, percepì; J\ationem, quam semper ob egregias virtutes iti summo pretio liabui, de promplissima expeditione securam reddo Domandò poi che gli si dasse io Statuto, col quale si ordinava che i Privilegi concessi agli Artisti s’ intendessero conceduti anche ai Leggisti. La Nazione scrìsse una lettera a Fra Paolo colla quale a lui MARIA DEI SERVI 621 si raccomanda\a. EH’era in data 7 gennajo -1625. Ma Fra Paolo s! animalo. Et ne mora nlla commitlereltir D. Anlonius Lussius Belga decumbenlem Patrem visitavit, et per discursum itimi D. Frocuraioris Nani rc-sponsum ipsi exponit. Cui ille: Jam lum a Collegio imperata fecisscm, sed morbo prae-vciilus ob medicoì'um proliibitionsm quod eoe-peram absolvere non potui : inteixa lumen pivmilto me sine dubió inclijtae Piattoni gra-tificaturum. Fostea duorutn diemm spatio declinare cepit morbus, desistere et cessare nescivit. A am quod tali viro sludiorum et laborum modus fuisset nullus, ingravescente aetate, deficienlibus viribus, debile corpus subjagavit, facile, eheu! continuus ille pa-roxismus. Tandem 13 januarii egregius iste vir cum 72 annum ageret, mortalium con-versationibus valedixit, et quiete animavi suam Deo reddidit. Fra i Codici del fu abate Canonici, che ora non sono più in Venezia, ma molti de’ quali furono esaminati e ■studiali dal fu ab. Jacopo Morelli v’era il seguente: Cod. N. 213 in fol. del secolo XVII: 0-rigine e cause della scomunica fulminata da A. S. Papa Paolo V. contro la Bepub. di Venezia e dell'Interdetto posto in quello stato l'anno 1603. Com. Che la memoria dei falli grandi sia trasmessa alla posterità falsa e adulterala, è sempre grave danno.....Finisce. Che ne dovranno pigliare esempio e trarne profitto a beneficio della propria salute. Osserva il Morelli : » È d’un gran par-» ziale di Roma. Nel fine dice che i sedul-» tori della Rep.a fecero cattivo fine. Di Fra » Paolo dice : Egli fuggito da tutti i buoni, » molli de’ quali lasciarono di frequentare la » libraria dove soleva egli praticare e molti » si guardavano di andare a sentir messa » nella Chiesa dei Servi, per non abbattersi » alla Messa di lui. Dal Prencipe di Condè » che di Francia era capitato in Venezia gli » fu rimproverala in faccia la sua disubbi-» dienza alla Sede Apostolica: che gli fu di » grandissimo dolore, scoprendo in qual con- angolo. del campanile) la quale poi polita e lisciata e con nuoto fregio all’intorno comparve più bella di prima'! Quindi, se la mira ili que’colali fu di praticare uno sfregio alla memoria del Sarpi col toglierne agli occhi de’ cittadini e de’forastieri la lapide che lo ricordava, s’ingannaron essi a gran partito, giacché essendosi di ciò pallaio per tutta Venelia e fuori, essi n’ebbero biasimo, e l’illustre rinnovò nelle menti de’suoi concittadini la sua memoria.