472 ' S. ARIANO urbane cariche, cT inquirire sopra i defraudi a pubblico danno commessi da’ nobili e da’ cittadini, di sopraintendere alle pubbliche feste e banchetti, di somministrare in vacanza. di dogado 1’ occorrente agli elettori del nuovo doge, di idre stampare la moneta della osella che ogu’ anno si donava a’ nobili ec. Nel 1/12. fu fallo senatore della giunta, c nel 1715. era al Dazio del vino. Aveva sposata'nel 1697. Laura Gaotorta di Lorenzo. GIROLAMO BRAGADIN. Ve ne erano parecchi contemporaneamente viventi all’ epoca 1705. Uno di questi era figliuolo di Marco, e del 1693. a’ 4. dicembre avea cavata balla d’oro c fu quindi abilitato al Maggior Consiglio. Egli del 1706. era alle liason Novo, ( Magistrato non dissimile a quello di cui testò abbiam detto, Hazon Vecchie). Un altro Girolamo f. di Lorenzo del 1707. era pure alle liason Vecchie e del 1711. iii fatto senatore della Giunta. Un terzo ' fu figliuolo di Giovanni, e nel 1713. venne eletto capitano a Vicenza, ma rinunciò, secondo che scrive il Cappellari. ETTORE TRON di cittadinesca famiglia fu anche notaio al Magistrato della Biastema, cui aspettavano tutti gli oggetti di religione, di morale, l’economica disciplina, la quiete della città, i giuochi, i libri, i teatri ec. V’eran due cugini Ettore Trou contemporanei; l’uno figliuolo di Francesco q. Ettore, e marito di lsabelta Zantoderi; l’altro ‘figliuolo di Giuseppe q. il dello Ettore, ed era nato 1664, c fu marito di Marina Torre. Quale de’ due sid il nominato nell’epigrafe non saprei. • 7. D. 0. M. ] INCOEPTVM OPVS TERMINARI CVRARVNT | ANTONIVS BFREGANO J A-LOYSIVS MINIO | ANTONIVS MICHAEL J PRO.* SAL. j ANNO DM. MDCCVI. MERSE 1VNY. Sullo stesso muro di cinta, leggesi anche questa. ANTONIO BEREGAN figliuolo a Nicola q. Alessandro , «ra nato del 1 G«65. agli 8. di ottobre. Del 1709. fu eletto provveditore al-l’Armar; e dall’epigrafe apparisce che precedentemente cioè del 1706. era provveditore alia Sanità, alla quale era anche del 1705. I IN ISOLA. provveditori all’ Armar invigilavano sopra le armate di mare, e sopra tutto ciò che spettava alla buona direzione ed amministrazione loro, con facoltà anche di eleggervi alcuno cariche; erano estratti dal corpo del Senato da coi venivano nominati. Del 1712. aveva sposata Isabetta Loredan. ALVISE MINIO figliuolo di Paolo q. To-dero nato del 1668. agli li. di ottobre, era fino dal 1705 provveditore alla Sanità, e del 1707 alle Cuzude, cioè Giudice a quella carica che avea per oggetto l’esigere i crediti decaduti per decime non pagate. Cotesti giudici» avevano diritto d’ ingresso nel Senato, ma senza voto. L’anno stesso 1707. fu a'Dicci Savii (del qual oificio vedi nella precedente inscrizione). Del 1709. al.Proprio ; magistrato che fu il primogenito della Repubblica istituito per togliere gli arbi-trii de’ dogi, e assicurare il perfetto sistema aristocratico. Subì in seguito varii cambiamenti, e varie ispezioni gli furono demandale e altre levategli e passate ad altri officii. Nel 1712. era al Procuratori cioè uno de’ nobili che esaminavano le liti, le quali insorgessero tra i Procuratori di San Marco per le Commissario, tutele dei pupilli, asse-curazioni di doti, assegnazione di alimenti, ec. Finalmente nota il Cappellari che del 1713. era al Soprarjastaldo, cioè a quell’ Officio i-slituito per la esecuzione e dichiarazione delle sentenze di qualsiasi ,magistrato di Prima Istanza e per tutto ciò che spettava a’ Gastaldi Ducali. ANTONIO MICIIIEL figliuolo di Tommaso q. Alvise, nato Ì669. 31. X.bre, del 1705. fu alla Sanità, e deH707. eletto a ’dieci Savii, e fatto Senatore della Giunta. Nel 4712. era stato scelto a podestà e capitani» di Crema, ma per testimonio del Cappellari rinunciò. Ebbe a moglie nel 1696, Foscarina Cappello di Domenico. Ma poiché qui abbiamo memoria della famiglia BEREGAN, talvolta dagli scrittori detta BERENGANI, di antica origino Vicentina, e che in quella città ha memorie sepolcrali raccolte già e impresse dal p. Fae-cioli, dirò di alcuni suoi distinti, spezialmente sulle treccie dello Zeno Giornale de’ Letterati d’ Italia ( T. XVIII.); e del Mazzu-chelli (Voi. II. Parte II.) aggiungendo, com’è di mio costume, qualche cosa di più a ciò che questi tre hanno dello!