GL’INCURABILI. » di formar nuove compagnie per li contadi, » e questa fu la prima volta, che turono al-» largate e date le arme a’villani da poi che » questo Regno si ritrova al domiuio della Re-» publica, la qual cosa con maravigllosa pre-» stezza e facilità mandò egli ad effetto, me-» diante però l’aiuto et auttorltà del Foscari-» ni. Fu il Chiericato il primo che dottrina et y> esperienza certa missc in uso nel guereggiar » ile’tempi nostri l’antichissima falange de’AIa-» codoni, colla qual maniera essercltando egli » le battaglie tutte del Regno poco dopo per » cagione delle continue e gravi fatiche nell’ » ordinar dette compagnie caduto con gran- ii illssima infìrmilà se ne morì nella Città di » Candia, non senza dolore universale del Re-» gno, et in particolare del Foscarlni, che per * l’ingegno suo maraviglioso, et nelle lettere * et nelle armi 1’ amava et ¡stimava più che » ordinariamente : essendo proprio di questo » signore il tener cari gli huoinini virtuosi et » di valore. 3 ANNO DOMINI MDC. DIE XXV. | NOYEMBRIS | RAPHAEL INVITIATVS EP1SCOPVS | ZACYN-THI | ET CEPII ALENIAE CONSECRAY1T | ECCLESIALI HANC EIVSQ. ALTARE MA1VS | IN HONOREM DOMINI NOSTRI IESV | CI1RISTI SALVATOR1S | DIE VERO POSTERÀ CAETE-RA ALT ARI A Questa memoria scolpita in pietra bianca clic slava sul muro sopra l’organo In chiesa, e che per l’altezza del sito e oscurità io non aveva potuto leggere bene, ho poscia confrontala sul marmo slesso che levalo dal luogo fu trasportato nel Seminario patriarcale ove sta sotto la Sagrestia. — Rafaele Inficiati da Pavia nel Milanese ebbe due figliuoli Giulio, e Giannantonio. Giu- lio sposò una IS'aclnlinn, poi una Maddalena di Monti, e da questa Nadalina uscì RAFAELE INV1CIATI o INVIZIATO di cui parla la epigrafe. Quando sia nato, e dove, non mi consta. Sembra però che sia nato a Venezia, dal documento recato dal Galliciolli (Tom.V. pag. 8o e segg.) ove si legge : lì. D. Raphael lnvìlatus (errore di stampa invece di InviliatusJ. Da tale documento, datato 22 marzo 15c)4 sappiamo, che don Rafaele aveva ottenuto il benefìcio di Accolito nella Chiesa di S. Maria Formosa di Venezia; che dal Patriarca Lorenzo Priull era stato in que’giorni eletto al titolo presbiterale della Chiesa parrocchiale e collegiata di S. Martino pur di Venezia vacante per la promozione di prete Giovanni Jacopo de Tascherils a piovano di S. Biasio; che tale elezione dell* Inviziali parve al Veneto clero falta contra la forma della Bolla Apostolica sendochè il diritto della elezione spettava non al patriarca, ma al Capitolo della Chiesa di S. Martino; che quindi l’Inviziali per non dar motivo a quistioni, e per vivere tranquillo si presentava al patriarca instando che il piovano e gli altri del capitolo esponessero sommariamente dinanzi a lui le loro ragioni; che il patriarca, udite le parti, credette conveniente di revocare la elezione ch’egli aveva fatta nella persona dell’Inviziati, il quale perciò potè tranquillamente godere del suddetto beneficio di Accolito in S. Maria Formosa. Il godette, per quanto sembra, fino al i5g6, nel qual anno a’venll di gennajo fu promosso da Clemente Vili, al Vescovado di Zante e di Cefalonia. Dallo Stringa nelle Giunte al San-sovino (LIb. X. p. 283) sappiamo che Y Inviziati Vescovo di Zante nel i5gy accompagnava con vani altri prelati il Nuncio Apostolico Anton Maria Graziano Vescovo di Amelia nella ceremonia del presentare alla novella dogaressa Morosina Morosini Grimaui la Rosa d’Oro inviatale in dono dal Papa. Del 1606 amministrava interinalmente in Venezia la Nunziatura, qui destinato dallo stesso Pontefice Clemente Vili, finché fosse stato eletto il Nuncio ordinario ; ma attese le notissime controversie allora suscitate Ira la Corte di Roma e la Repubblica, non credendo l’Inviziato di poter accondiscendere alle inchieste della Repubblica da Paolo V. stata interdetta, rinunciò alla Nunciatura, e andossene a Roma, ove dallo stesso Paolo V. fu fatto sufl'raganeo della Chiesa di Bologna. Fu anche coadjutore del Cardinale Paolo Emilio Sfondrato, il quale essendo stato eletto nel 1611 al Vescovado di Albano aveva chiesto allo stesso Paolo V. in coadjutore l’Invizialo, onde meglio reggere la Chiesa Albana. Allora l’inviziato, (sebbene avesse già precedentemente rinunciata la Chiesa del Zante) riteneva però il titolo di Vescovo di Zante (Veggasi il Ciacconio Vitae ec. anno 15c)0 T. IV. col. 226. 227. lettera A). In seguito da Urbano VIII. fu nominato Commendatore deU’Archlspedale di Santo Spirito iu