S. FRANCESCO è sul snolo della Cappella della Beala Vergine. Nulla ho a dire intorno od ANTONIO CAVALLETTI, a VIENNA sua consorte e a GIAN-FRANCESCO figliuolo ricordati in questa e-pigrafe che non vidi. So che, sebbeue questa famiglia CAVALLETTI non si tro\i registrata nelie antiche cronache cittadinesche, ella però è ne’ libri del Magistrato dell’ Avvogaria del Comune, e i sugi individui furono per lo più occupati negli ufficii di Primurj o Notaj tiel Magistrato predetto, come attestava Antonio Longo a p. 38. del libro Origine e provenienza in Venezia de’ Cittadini Origi-narii (ivi 1817. Casali.) Anzi lo stesso Longo nell' altro libro che nello stesso anno quasi in supplemento del primo diede fuori col titolo: De’ Veneti Originarli Cittadini. Raccolta di aneddoti sommarti e Catalogo. (ivi 1817. Zerletli) a p. 56. notava defunto Carlo Cataletti Notajo all' Avvogaria, e vivente Carlo figlio di Carlo Notajo all' Avvocarla. Nel primo libro alla detta pag. 58. il Longo indica che del 4379 Jacopo Cava-letlo per le case di S. Giminiano Iacea l'azione per lire 300 ; ma veramente non si può dire che questo Jacopo sia dello stesso cognome, poiché nella Lista di quelli che contribuiron danari per la guerra di Chiog-già 1379 stampata dal Galliciolli (li. 4-18) leggesi così: S. Zeminià. Giacomo dal Cavalletto, non già Giacomo Cavalletto ; e anche alcune copie, ch’io tengo mss. di quella Lista concordano col Galliciolli. Di vecchia data ricordasi frate Marino Cavaletti, del- l Ordine de Minori Conventuali il quale nell’anno 46-42 collocò in due ben ornate cassette molte delle ossa del Santo Martire Gentile da Matetica ; cassette che furono poscia riposte ne’ nicchi dell’ insigne Santuario eh è neila sagrestia di S. Maria Gloriosa de Frari. (Veggasi FI. Corsaro. Notizie ec. p. 505; Eceles. Ven. T. VI. p. 290; e anche neil opera : Oposcula guuttuor ec. p. 17). E di un Carlo Cavaletti che probabilmente è il suddetto, che fu Notajo dcll’Av-vogaria, ho fatta ricordanza a p. 208 del Voi. V. delie Inscrizioni parlando di Francesco Bianchi. i. HONORVM | BQNORVM. | DIVITIARVM j DELITIARVMQVE | FINIS. Toh. V. DEL DESERTO. m Dallo stesso Codice Coleti, Era nel Cin.i-ter.o. 5. QVESTO È IL DEVOTO ORATORIO FABBRICATO DAL P. S. FRANCESCO COLLE SVE PROPRIE MANI L’ANNO 4220, QVAN-DO SBARCO IN QVEST’ISOLA, AL CVI ARRIVO GLI VCCELL1 DELL’ ARIA DIEDERO SEGNI DI ALLEGREZZA CON L’INCOMRO DI BATTER DELL' ALI, E DEL CANTO. PERO SI FA INTENDERE A TVTTI QVEL-LI CHE VISITERANNO QVESTA SANTA CAPPELLA, CHE NON OFFERISCANO PER E-LEMOSINA DANARI DI QVALVNQ\E SORTE, PERCHÈ NOI FRATI RIFORMATI PER PRECETTO DI REGOLA NON POTIAMO NÈ VOGLIAMO RICEVERE TALI OFFERTE. Questa inscrizione, che raccolgo dal Coro-nelli (Isolario T. II. p. 35-), leggevasi sopra la porta della chiesa: alla quale inscrizione i padri avevano aggiunte le parole PERO' 61 FA con quel che segue. Lewda poi di là questa epigrafe, vedovasi a’ tempi del suaccennato Coronelli in mi cartellone sopra la grata di ferro della Cappellina del padre S. Francesco. La storia che qui si narra degli uccelli i quali lèirtcggiarono lo arrivo di Francesco a quest’isola, e a’quali, impedendo essi col loro canto il salmeggiare di lui e del compagno suo frate Illuminato, egli comandò ciie 'tacessero, e amutirono, è narrata da S. Bonaventura nella Vita di lui e ripetuta dal Dandolo (R.l.T. XII. p. 343) e da tutti i posteriori scrittori fra’ quali il Cornaro ( p. 30 Eccl. Tore. Pars li. ) Tale 6loria è di quelle pie tradizioni, che meritano più venerazione che discussione; come pur quelF altra che avendo Francesco piantato il secco suo bastone in un sito dell’ i-sola, questo germogliando miracolosatìente divenuto fosse un albero di pino, e cresciuto a straordinaria grandezza si vedesse tuttavia a’ tempi del Coronelli sempre fruttifero, e per • la sua smisurata altezza sostenuto da più pontelli; e che i suoi frutti mangiati, o postane la corteccia nell’ acqua, e questa bevuta con devozione dagl’ infermi, risanassero. Coteste pie tradizioni diedero già motivo a quei quadri ad olio che in due 62