GL’ INCURABILI. Compiaceasi dì aggiungere che In Venezia non lascierebbe di dar un Oratorio ne’Mendi* canti al costo di valersi d‘ un qualunque de’ vecchii libretti. Che poi i più. valorosi e più celebrati uomini dell’ arte e veramente fossero in ogni tempo, ed esser dovessero que1 maestri di Coro, è agevole il convincersi dal solo pronunciare i nomi di quei che furono tali. Parlerò a momenti degl’incurabili, ma dirò intanto chela Pietà vantò: Scarlatti Alessandro — Gasparini — Vivaldi — d'Alessandro — Porpora — Bernasconi — Porta — Latilla —• Sarti — Furlanetto — I Mendicanti ebbero — Legrenzi — Partenio — Biffi — Para-dic.s — Iomelli — Galuppi — Saratelli — Bertoni — Ebbe lo Spedaletto — Parnpani — Trajetta — Sacchini — Anfossi — Cimarosa — Gardi : tutti nomi che valgono un elogio, perchè quasi tutti si ponno chiamar nomi Europei. v Grande, anzi massimo era infatti l’impegno addossato ad un maestro di Coro. Bisognava ch’ci maneggiasse di continuo, ed alla perfezione, e (per così esprimermi) promiscuamente, i due stili musicali si differenti fra loro, l’ecclesiastico cioè, ed il teatrale, eh’è quanto dire, doveva egli riunire in se stesso il profondo artificio scientifico, e il vezzo più squisito del gusto, ed una facile ed elegante sintassi musicale, e valersene in due generi, come dissi, allatto diversi. Ma ciò non è lutto. Contro un altro ancor più orribile scoglio ei dovea battersi necessariamente ogni volta che prendea la penna fra’ditt. Chiunque sia nella scienza musicale anche soltanto mediocremente istrutlo ben sa qual ardua faccenda sia al compositore questo che gli antichi maestri chiamavano contrappunto per voci pari acute; non solo perchè in tal composizione manca necessariamente il colorito ossia il chiaroscuro di bellissimo effetto che nasce dal concerto delle voci bianche colle brune1, ma di più perchè le parti, attesa la loro vicinanza, vengono assai facilmente a scontrarsi nell’unisono, anche ad accavallarsi fra loro e a rovesciar l’armonia: e perciò se la composizione lavorata non sia con finissim’arle. corre pericolo di riuscire altra volta stridula e confusa, altra volta languida, e spesso anche priva di sensibile fondamento; quindi O senza buono, ovver anche di cattivo effetto. — « Ma vengo ormài, (e gli è. tempo alfine) a parlart’in ¡specie, come chiedi, degl’/ra-curabili. Concedimi però che alquante parole io premetta intorno a quella bellissima Chiesa, della cui demolizione non ho poluto senz’ ira sentir la notizia che mi giunse poco dopo il mio uscir dalla patria. Non dubito io già che per l’esimia tua diligenza avrai già e conosciuto e scritto in fronte alle tue iscrizioni coinè il celeberrimo Giacopo Sansovitio dato avesse per la fondazione di questa gran Chiesa ¡1 modello: come il nostro egregio cavaliere Antonio Zantani e col danaro e col consiglio, e colle varie cure surger la facesse in breve spazio di tempo vaghissima e nobile per bella forma elittica, e per venusta semplicità lineare: come di scelti marmi ornali fossero gli altari, e specialmente il maggiore sfondato nel muro: comedi rare pitture n’andasse tutto l’intorno arricchito: nel so-vraccielo in tre ovati, la parabola delle sagge e delle fatue vergini del Padovanino, ¡1 paradiso incominciato da Peranda e da Muffii compiuto, lo sposo alle nozze senza veste nuziale del prete Genovese: nella cupola del presbiterio gli ammiratissimi a fresco di Bosis negli altari, la S. Orsola colle vergini del Tintorelto : il Crocifisso del Veronese : l’Aunun-ziata di Salviati : la S. Cristina di 1ìlio o di De Vos, ma al certo della scuola di Robusti: nelle pareli, il sagrificio dell’antica legge di Celesti, il Salvatore tratto dal manigoldo (credeasi) di Giorgione: due Madonne con varj Santi del vecchio Palma: il lavar de’piedi e la cena N Enzo: la Madonna colla Maddalena e S. Giuseppe di Mantegria, unica in Venezia opera in pubblico di quest’Autore.— Ed incassai’ in fregi! di stucco altri quadri di solenni maestri Palma, Tintoretto, Vicentino. Inoltre come Raffaello Inviziato Vescovo di Zante e di Cefaloma la consagrasse nel giorno 25 Novembre 1600; e come occupando essa il centro del gran cortile del Pio luogo rispondente alla sponda del vasto canale della Giudecca chiamata le Zattere, servisse alli spirituali bisogni di chi era in quel Luogo ricoverato ; e come la pietà de’uostri maggiori avesse quel celebratissimo Pio Luogo fin dal-l’anno i522 edificato, dotato e così disposto che una metà fosse Spedale per infermi ulcerosi d’ambidue i sessi, e l’altra metà ricovero fosse a 70 fanciulle ed a 5o fanciulli orfani. Quella celebre Chiesa, in cui rigogliose palme han mietuto negli scorsi due secoli i primi ingegni musicali, tulli non sanno che sia stata con sommo accorgimento costrutta Toh. V. 4a