SANTA TERSITÀ. a8i Angelo q. Lorenzo, e eli Cecilia Gradenigo di Domenico. Nacque nel i556; del i5y6 sposò Barbara Tiepolo di Girolamo, ed ebbe molta discendenza. Morì nel marzo 1620 (Alberi Barbaro). L’inscrizione ci fa sapere essersi trovato I’Orio Consigliere in Candia (Candacis) e alla Canea (Cydoniae) al terribile momento della pestilenza 15(j 1, già descritta dallo storico Andrea Morosini (III. i3i, 132, 133), da Andrea Cornare nella storia ms. di Candia (Lib. XVI. mini. 180), e da Flaminio Cornaro (Creta Sacra IL 435); essere stato Provveditore e Castellano a Garabusse (elettovi del 1600, 17 gennajo m. v.) ove alcuni anni avanti, cioè del i582 erasi eretta una Fortezza (Grabussarum, o Carabusarum) (And. Cornaro Lib. XVI. num. 176); essere stato Provveditore e Castellauo a Cerigo (Cytherae) (eletto 1607, 22 novembre) ; rettore alla Canea (eletto del 1613 a: 18 agosto), ed essersi, ciò che più monta, portato bene in tutte coleste occasioni, per cui meritò che i Creteusi gli erigessero tale memoria; la quale, per quanto credo, da Candia fu trasportata a Venezia, e collocata nell’ ingresso della detta casa ORIO. Della stessa linea fuvvi un posteriore Domenico Olio q. Angelo q, Lorenzo figlio del nostro DOMENICO. Egli era nato del 1608; fu sopraGcomito di galea, e del 1686 trovossi all’acquisto di Navarino. Morì nello stesso anno 1686 in armata d’anni essendo 28. Vedi Locatelli (Historia della guerra in Levante, pag. 284- Parte I. an. 1686, a4 ottobre, ove dice che l’Orio dava aspettatione di profittevole servitio nella disciplina da Mare ; e anche a pag. i43 della Parte II. an. 1688 ottobre dov’ è ricordata la galea del suo nome. 35.. P. O. M. 1 FRANCISCO . I . | AVSTRIAE . IMPE-PERATORI . 1 LONGOBABDORVM . VENETO-RVMQ. REGI. | AC . PATRI . | INDIGENA» . ARTES . | PERHVMANITER . INVISENTI . | O-CTAVO . KAL. DECEMB. MDCCCXV. | EIS-DEMQ. YEL . OPTIME . MERITIS . | VEL . 1N-DVSTRIVS. | IIIS . IN . AEDIBVS . EXCVLTIS . | SAPIENTER . SVAYITERO. PLAVDENTI . i AN-TOMVS . ANDREAE . FILIYS . \ PITTER1 1 0-PERIS . MAGISTER . HERVS . I AEDIVMQ. AVCTOR.|H . M.P ■ In un sito a pian terreno della Fabbrica di perle Tli vetro dette contane, poco discosta da questa parrocchia, e che comprende anche l’antico palazzo Magno, fabbrica diretta già da ANTONIO figliuolo di ANDREA PIT-TERI, poscia dalla Ditta Giuseppe Bellaudi, passata poi in proprietà della Ditta Fratelli Coen di Benedetto, fu collocata sul muro questa epigrafe composta dal prete Luigi Soma, in memoria della visita che S. M. I. Pi. A. FRANCESCO I. si degnò di farvi nel giorno 24 novembre 1815. ylntonio Piazza veneziano nelle sue ottave intitolate: Il JS'ovembre del 1815 solennizzato in Venezia per il soggiorno delle LL. MM. 11. Francesco I. e Maria Luigia Augusta (Venezia, Fracasso, 1816, 8.°) sotto il dì 25 (non 24) novembre dice: La fabbrica Pilleri in questo die Distinto oggetto fu delle sue cure I 7 E terrà la sua gloria non occulta L’inscrizione latina vi marmo sculta. La Gazzetta pubblica, che allora aveva il titolo di Notizie del Mondo, 15 dicembre 1815 N. 34o dice che tra le varie fabbriche di questa città onorate dalla presenza di S. M. fuvvi questa del Pitteri eretta grandiosamente dai fondamenti a una delle più benemerite nostre, arti, e riccamente corredata d? ogni genere di sue manifatture. Ivi poi leggesi una epigrafe diversa da quella che io qui illustro (e che fu poscia scolpita); epigrafie die vedesi essere stata collocata provvisoriamente, come suol farsi in tali occasioni. E la seguente : BONO . AR-TIS | QVAM . MAXIME . BENEME1UTAE | ERE-CTAM | AVSPICIISO. AYGVSTI . PRINCIPIS . FLORITVRAM [ HANC . BENIGNE. ET.SAPIENTER . INYISIT. AEDEM [ FRANCISCYS . I | AV-STRIAE . IMFER.4T0R [ LONGOBARDORYM . VENETORYMQ. REX ] ET . PATER | QVAM . NVNC| | TANTA . BENIGNITATE . FVLGEN-TEM 1 EA . GAVDET . IN . AEVYM . MAKSV-RAM | QYI . ORTAM . FECIT . TENETO. | ANDREAS . PITTERI | Vili. KAL. DECEMB. | ANNO . REPAR . SALVTIS | MDCCCXV. Del cognome PITTERI abbiamo avuto il rinomatissimo intagliatore ad acquafòrte e a bulino Marco Pitteri figlio di Marino, nato in Venezia nel 1703 e morto pure in Venezia nel 1786. Il Pitteri ebbe a maestro Giuseppe Baroni, la cui maniera d’incidere abbandonò per imitar quella di G. A. Faldoni ; ma poco soddisfatto anche di questa se ne fece una