. MARIA DELLE TERGI INT. lutine: non solo, tua eziandio nelle ebraiche ne conosceva gl’intimi sensi per modo, che alcuni fra’ principali giudaici dottori che chiamali rabbini, dicevano essere più nota la lor lingua al Massa, che ad essi medesimi, e a quelli che nelle più solenni loro, scuole la insegnavano. Davide de Pomia medico ebreo del secolo XVI nel suo Dizionario Italiano-Ebraico (Veneliis i587, fol.) afferma essere stata laudata l’opera sua da molte persone, e particolarmente dall'' eccellentissimo doli, e rarissimo filosofo il sig. Lorenzo Massa non poco dotto nella lingua ebraica. Cosi pure l’e-Viidizione antica, la filosofia, la teologia erangli familiari,, venendo per quest’ ultima dal Riccoboni anteposto, al vecchio Antonio Massa che fu pur chiarissimo teologo dell’ordine de’ Minori e nuncio di Nicolò Y a Costantinopoli. Per la qual teologica dottrina, Lorenzo ha saputo convincere alcuni sapienti greci della verità della lede cristiana, e sostenere che non era diffìcile il conciliare la chiesa o-rientale colla occidentale nelle cose in che tra loro dissentono. Versato ancora nello, studio delle Leggi imitò l’altro Antonio Massa da Gallese distintissimo per la scienza del dritto Cesareo e Pontificio*, e nella scienza medica eziandio era eccellente, essendo stato come tale, per testimonio del Riccoboni, celebrato dal Capodivacca, dall’Argenterio, dal Sassonia, dal Gavasselio, dal Rodio,, e da altri mol-tri illustri medici. In ciò pure imitò i maggiori, negli animi de’quali parve quella scienza aver domicilio,, come fu in Nicolò Massa il vecchio figlio di Tommaso^ in Nicolò Massa il giovane sopraccennato zio di Lorenzo ^ e in Apollonio Massa medico nonvulgare. Anche la poesia fu con felicità da lui trattata, accennandosi dal Riccoboni il settimo de’suoi carmi dato alla luce, in cui Lorenzo mostra il sapor Tibulliano e Catulliano. Nè soltanto era egli letterato, ma proteggitore ancora dei letterati, come provasi dalle intitolazioni di molti libri a lui fatti. Senza dire che lo stesso suo zio Nicolò Massa dirigevagli alcuni opuscoli inseriti nel t. IJ. dell’ Epistole Medi-cinali? il Dolce addirizzava a Lorenzo la tragedia le Trojane, in fine della quale è un sonetto di Manoli Blessi in lingua veneto-turca, diretto al secredario Massa, e che comincia : Si corno el lo saver Lurenzo Massa. Aldo Manuzio il giovane, con molti elogi, gl’in- titola il Trattato dell’Amicizia di Cicerone che sta inserito nel tomo decimo dell’opere Ciceroniane,, dove Jacopo Cri-tonio celebre scozzese, di cui ho altra volta parlato, dirige al Massa un’ode latina, che comincia Erran-lem ab oris me caleduniis. Lodovico Fulgineo gli presenta le orazioni del Riccoboni, il qual Riccoboni attesta in.più d’un luogo dell’ope-te sue di essere stato, portato alla cattedra di umanità nello studio di Pàdova per opera principalmente del Massa,, e ciò parimente il Eulgineo conferma. Questo Riccoboni intitolò a Lorenzo il dialogo in cui impugna l’opera di Carlo Sigooio De consolatione, e i commentarli De usu artis lìhetoricae Arislotclis, e in ambedue fa elogi al- mecenate. Angelico Bnonriccio protesta di essersi posto alla Dichiarazione de'Salmi di David per le osservazioni ed insinuazioni di Lorenzo Massa vero protettore et unico singolare mecenate di tutti i virtuosi. Erasmo eli Valvasone gli dedica la sua Angeleidà; Giambernardo Sessa, come dicemmo, le opere di Vettore Trinca-vello celebre medico5- Giandomenico Cancia-nino da Spilimbergo gli addrizza un’ode latina che fu impressa nel 15go dall’Angelieri, di che fa fede il Liruti nel non ancora pubblicato t. IV, p. 356 de’ letterati Friulani •, Bernardino Partenio alcuni carmi latini ; e Paolo Manuzio facendo discendere da L. Maso romano e da’ Masonibus sive Massonibus antichi la moderna famiglia Massa ( del che stia la fede in. lui) ricorda con molta lode il nostro Lorenzo cu/us virlus quo excelsiore sita est loco, eo majus familiae suae praebet lumen. (Comm. in epist. M. T. C. 1579, fol.) Nè è a tacere che col mezzo del Massa potè Paolo Ramusio estrarre da’secreti archi vii della repub. più notizie interessanti perla storia della guerra di Costantinopoli. Lorenzo avea sposato Anastasia Fondra ed ebbene figliuoli Antonio Massa che fu arciprete di Mestre, e mori del 1604 (C!1* vedi nel voi. II, p. 42-9); Apollonio, e Paolo Massa segretario,, dalla cui linea discende quel Luigi Caresini Massa tenero amatore della famiglia, che ho ricordato a p. 4^7 del detto voi. II. Non mi è nota l’epoca della morte eli Lorenzo.. Del 1.599 era certamente ancora in vita, perchè furongli in quell’anno dedicate le opere del Trincavello. Pare che del 160ÌÌ già fosse morto, perchè ¡’Alberici quando