4oo GL’INCVRABILI. medesimo 1533 Gaetano andò a Napoli, sen-do da Venezia partito nel 2 agosto. Di là passò a Roma nel i536} e l’anno dopo ritornò a Napoli; da dove aveva intenzione di partire co1 suoi Religiosi nel i53y e recarsi di nuovo a Venezia, all’oggetto spezialmente di trovare un luogo più ampio alle viste della Religione loro} ma non parli sendogli state offerte varie chiese, e spezialmente quella di San Paolo Maggiore (1). Correva l’anno i54o, quando fu dal Capitolo dell’Ordine dichia-to Preposto della Casa de’ Tolentini in Venezia } il perchè tornò a rivedere questa Città in mezzo al giubilo universale. Quivi ripigliò con maggior fervore i soliti esercizii della sua carità verso i poveri, e verso i raccolti nello Spedale degl’ Incurabili. Ma poco dopo cioè o nello stesso i54o, o a’primi del 154 • ? Gaetano non avendo potuto cedere alle istanze di Monsignor Giberti Vescovo di Verona, si portò colà con altri padri, e venne loro di nuovo assegnata la Chiesa e Casa di Santa Maria iti Nazaret. Se non che l’impegno che aveva di Preposto, il fe nel 1542 ritornare a Venezia nella sua residenza di S. Nicola da Tolentino, ripigliando gl’intermessi esercizii di pietà. Predicava in Venezia a’SS. Apostoli nella quaresima di quell’anno Bernardino Ocliino, che per le sue malsane dottrine da Gaetano tre anni addietro scoperto e denunziato a Roma, fuggito era da Napoli. Qui le stesse massime spargendo dal pergamo, era pur troppo sentito con applauso dal volgo ammiratore della sua eloquenza} ma Gaetano, onde non progredisse più oltre il veleno, tanto s’adoprò e presso il Nunzio Apostolico, e presso i Superiori che gli fece sospendere la predicazione. Se non che per li gagliardi officii di alcuni, dopo tre giorni di sospensione, fu all’ Ochi-no permesso di nuovo il pulpito. Gaetano non si scoraggiò. Scrisse al Papa, e col mezzo eziandio del Legato gli riuscì di far richiamare a Roma l’Ochino ; il quale però, persuaso che in Roma avrebbe sofferto per lo meno la carcere, giunto a Firenze, pensò di depor l’abito religioso, e passarsene a Ginevra (2). Venuto l’anno 1543 Gaetano per annuire alle replicate istanze de’Napoletani la- vila che del Flaminio scrisse Francesco Maria Mancurti, ed è inserita a pag. VII. del libro Marcii Antoni i Flaminii. Carmina. Palavii. Cominvs 1743 in 8.vo. Che poi il Flaminio sia sialo infetto dell’eresia Luterana, e che principalmente perle insinuazioni del Caraffa se ne sia espurgato, apparisce anche a pag. XXVIII. di quella vila, sebbene colà non si adopri così chiara l’espressione, dicendosi solo in errores qui calamitosa nimium aelate illa in mentes etiam praeslanliutn hominum irrepserant, Flaminium aliquando Jìiisse prolapsum. , (i) Da quanto qui dice il Magenis, pag. 347» ne^ i536 1537 Gaetano non venne a Venezia. Non so quindi come Flaminio Cornaro (VI. 187) ponga Gaetano a Preposto nel i53G alla Chiesa dell’Or-dine suo in Venezia; peraltro può esservi sialo eletto sebbene assente. (a) Che Bernardino Ochino fosse a Venezia del febbrajo e marzo i54^ ( more romano ) lo provano le lettere di lui e del contemporaneo Pietro Aretino. Due sono quelle dell’Ochino. Colla prima scrive in data io febb. i542 da Venezia al Marchese del Vasto, congratulandosi della sua carica di Capitano del-l'armi cesaree, e dandogli avvisi perchè vinca se slesso e serva in onore di Dio. (Vedi Libro Secondo delle Lettere di diversi raccolti da Paolo Manuiio. a. 1545. pag. 108 lergo 109. 109 tergo. E la soscrizione in questa lettera è F. B. D. S. ( cioè Fra Bernardino da Siena. ) Fu ristampata altre volte, e nell'edizione i55i a pag. 96 tergo qj vi è senza velo la soscrizione Frate Bernardino da Siena. Nell’edizione poi 1564 a Pa8- 97 sempre del libro secondo si sono ommesse le iniziali, e la soscrizione, e si sono sostituiti de’punti, ma non c’è dubbio essere la lettera dell’Ochino. La seconda lettera dell’Ochino è diretta a Pietro Aretino in data Di S. Apostolo il XXV di marzo MDXLIl. soscritto : Vostro servitore frate Bernardino Scapucino da Siena (Scapucino così pure corrottamente scrivevasi, non per ischerzo, nel secolo XVI, come osservava anche il Curnaro pag. 27. Voi. XI. delle Chiese Venete). Con questa lettera egli ringrazia l’Aretino del Genesi che gli ha donato. (Vedi pag. a 18. 219. del Libro Secondo delle Lettere di diversi a Pietro Aretino. Ven. Marcolini i55a. 8.vo.) Due pure ne ha l’Aretino, l’una diretta al Marchese del Vasto da Venezia del XV marzo i54a nella quale chiedendo al Marchese il compenso delle sue fatiche dice che ha mosso Fra Bernardino (folgore di celeste dottrina) a scrivergliene sul proposito. ( Sla nel libro secondo delle Lettere di Pietro Aretino. Parigi 1609. pag. a54). La seconda lettera è senza data, ma da Venezia, al molto.. ■ • apostolico, e comincia : Il piacere con cui nd hanno o messer Bernardino mio penetrato il cuore le carte vostre ec. cosicché si sa ch’è dii ella all’Ochino, come notava anche il Mazzuchelli (Vita dell: Aretino