S. MARIA DELLE VERGINI. delle Vergini. (1) Tralasciando pertanto di parlare e di Alessandro III, e di Sebastiano Ziani doge, dei quali abbiamo già detto a lungo nelle nostre inscrizioni, ricorderemo che per la morte di Sofia Pisani era stata nominata abbadessa in suo luogo MARIA ELETTA BENEDETTI (corrottamente BENETT1) di famiglia patrizia già estinta. Fu confermala da Gregorio XIII papa con breve 5 aprile i5j8, clie leggesi nel Cornaro (IV, 155 ), e visse fino al 1699 in cui gli fu sostituita Sofia Malipiero.- Sotto della Benetti fu ristaurata, aggrandita, abbellita la chiesa, come apparisce anche dalla descrizione fattane dal Martinio- 111 p. 20. Questa donna, come dal decreto del Fregadi p.° febb. 1677 (cioè i5y8 a stil colmine), ammissivo la nominazione fatta dal Capitolo delle monache, apparisce esser stata di matura età e di molta osservanza e bontà la quale essendoci per le sue buone conditioni piaciuta ci siamo conferiti nella chiesa di detto monastero e secondo V antico costume Jatte le cerimonie Pabbiamo ammessa. Di un Antonio Benetti, che non mi riuscì sapere se sia, o no, veneziano, ma che ha dritto di essere annoverato fra gli scrittori che delle nostre cose lasciaron memoria, si ha alle stampe : Osservazioni Jatte dal fu dottor Antonio Bonetti nel viaggio a Costantinopoli di Giambatista Donado spedito bailo alla porta ottomana l'anno 1680, e nel tempo di sua permanenza e ritorno seguito nel 1684. Venezia Poletti, 1688, 1 ì.mo, parti quattro. La prima ha il detto frontispicio. La seconda, terza e e quarta hanno il seguente: piaggi a Costantinopoli di Giambatista Donado senator veneto ____osservati colla raccolta delle più curiose notizie dal fu'dottore Antonio Benetti e dati in luce dal dottor Francesco Maria Pazzaglia. In fine della quarta parte vi è Della letteratura dei Turchi, Osservazioni Jatte da Giamb. Donado. Venezia Poletti, 1688, is.mo. Ma questo pezzo proprio del Donado si trova anche separato dall’altra opera. Vedesi che il dottor Benetti, di cui nemmeno il Mazzuchelli indicala patria, ha seguito in Costantinopoli il Donado, e raccolse accuratamente le memorie di questo viaggio; ma avendole per morte la- sciate imperfette, furono consegnate dal dottor Carlo Benetti suo fratello al dottore Francesco Maria Pazzaglia ajutante di camera e sopraintendente alla ducal libreria di Modena, il quale le ridusse a un filo ordinato, e le diede alla luce in detto anno 1688. Di APOLLONIO MASSA abbiamo detto abbastanza nel volume I, 115, i3i, 358, e nel secondo 427, 429- Q1“ Per altro conviene scrivere qualche cosa intorno a Lorenzo Massa di cui a p. 427 del detto II volume ci avevamo riservato ragionare in questa chiesa. Lorenzo Caresini figliuolo di Antonio (di cui si è veduta epigrafe fra quelle della chiesa di s. Domenico, voi. I, i3i ) e di Paola Massa figlia di Apollonio q. Tommaso e sorella di Nicolò Massa celebre medico (di cui parimenti veggasi il detto voi. I, p. 113 ) nacque prima del 1538, nel qual anno, o nel susseguente i53g Antonio Caresini suo padre mori. Rimasto senza l’ajuto del genitore, in età ancor tenera, fu adottato in figlinolo da Nicolò Massa suo zio materno, dal che ne venne che fu cognominato Lorenzo Massa, e con questo nome si trova in tutti i manuscrit-ti e in tutte le stampe che lo riguardano. In effetto, oltre all’averlo adottato, Nicolò grandi beneficii rese al nepote Lorenzo, avendogli fatto apprendere a proprie spese gli studii in Padova, fattolo entrare nel 1553 Straordinario nella ducal cancellaria, d’onde poi per la fama di sua dottrina, e per la benivolenza presso i grandi acquistatasi passò Ordinario nel 1558, e nel i563 Segretario del senato, e avendolo finalmente fornito di roba e di danari secondo il bisogno. Lorenzo corrispose con filiale amore alle beneficenze dello zio, del quale anche conseguì la eredità fedecom-missaria per la mancanza di Francesco Gri-falcone figlio di Maria Massa, e nepote di Nicolò, e per la mancanza di Apollonio Massa dottore senza discendenti legittimi. Varii furono i servigi prestati da Lorenzo Massa nella repubblica come segretario, fra’ quali, in Milano se ne stette non piccol tempo per importanti affari ; andò a Roma segretario coll’ ambasciatore Marcantonio da (1) Questi due quadri oggidì (1840) più non si veggono perchè negli anni scorsi furon levati dagli eredi del rettore don Sante Farinato cui appartenevano.