GL’JNCVRABÌLI. 397 degl" Incurabili, come dice il Cornaro T. VI. pag. 182); di poi passarono in una casa appo 5. Eufemia della Giudecca, ove stettero fino al 3o agosto 1527; nel qual dì si trasferirono in un’altra casa situata a S. Gregorio (non a San Giorgio), nella quale dimorarono tre mesi; e da ultimo, in vista della piccolezza della casa in S. Gregorio, ottennero ¡11 dono dai iratelli della Scuola di S. Nicola da Tolentino, il loro Oratorio e alcune case, e ne presero il possesso nel 29 novembre del ripetuto anno 1527 (1). Prima ancora che fossero stabi- liti in questo luogo, fu eletto superiore, dal Caraffa, il nostro Gaetano, il quale e allora e poi molle opere di carità fece, spezialmente nella congiuntura della pestilenza che in detto anno e nel seguente i528 afflisse Venezia, e della carestia che fu cagione o conseguenza di quel flagello (2); e oltracciò fu Gaetano quegli che nel i52g consigliava Girolamo Mia-ni a formare la Congregazione di Somasca. 11 Caraffa similmente predicando, e soccorrendo agli infermi utile renderasi non meno de’ suoi compagni; e siccome riputatissimo era Convien dunque correggere l’errore colla scoria de’Diarii del Sanato. E primieramente sotto il dì primo maggio i5iy leggesi che Domenico Venterò ambasciadore fu richiamato dalla legazione di Roma perchè soscrisse e conchiuse, senza previo avviso della Repubblica, la lega; anzi gli si seri se che procuri di renderla di viun valore, e che venga a Venezia; e nello stesso dì fu fallo scrultinio per eleggere il successore nell’ambasciata. Sotto il giorno 18 giugno si legge: n Item zonze venuti n di Civitavecchia lo Episcopo di Chieli (Giampietro Caraffa) et domino Gaietano con la altri » remiti in compagnia stali in Roma et liberali miracolosamente, tamen do di loro fo presi ebbeno » laia. et quelli dii hospedal de Incurabeli procuradori li andono contra e con volutila di frali de « la Caritade fo posti prò nunc tu^li 14 ad alozar a San Chimento li provedeno dii viver etiam « 1 hospedal come quel Cajetano princìpio del ditto hospedal li mandono . . . . et lo episcopo di Ba-y jus (Lodovico di Canossa V eronese) oratur di franza dete 20 scudi ali frati dda Carila per so-« venir li diti quello saia dilhoro serivero. E sotto il dì 5 novembre i5a7 dice il Sanuto: n In « quesla sera gionse a Venezia g Dome nego Venier stato Orator a Roma eira presom a Mantova et ” fuzite a "Verona e di lì per terra e zonto. «. (Sanuto Voi. XLV. XLVI.) Il Magenis scrisse inoltre che il Venier nel dar conto della sua legazione di Roma fece elogi alla sant il à di Gaetano e de'suoi compagni coochiuso avendo gloriarsi delVaver condotto a Venezia la nascente Religione di Gaetanoy d’aver portalo un gran tesoro alla patria cavato di sotto le ruine di Roma. Non abbiamo la Relazione del Yeniero ne’nostri Registri, quindi non so in qual data l’abbia lunula. Non dubito però di quanto attenta il Magenis. (l) A proposito del trasferimento di Gaetano, e suoi compagni nelHOratOrio di S. Nicola da Tolentino, leggesi nel Sanuto: *1 Adi n ottobre In queslo zorno nel Conseio di X. simplice fo laja una « Termination fata dii i5aS (tre) per li Cai di X che queli di la Scuola di S. Nicola di Tolentino di « questa cita non potesse dar quella ad alcun senza licentia di Cui, siche siano in soa libertà eie. * Et questo fo perche il Yescovo di Chieli con li altri compagni et messier Caielano venuti da Ro- * ma qui voleno andar ad habitar in ditto locho et farsi certo raonasterio etc. E adì 3o Novembre « 1027. E da saper beri havendo quelli di la Scuola fato et concesso ri locho per habilar al lieve-» rendo oliia episcopo di Chieli e compagni religiosi et di santissima vila per numero.... che er-» rano a Roma et de li poi presi da inimici et liberati veneno io questa terra, habitorno a San Chi-n mento et poi a la Zuiecha facendo vila ex-rashjr : et foli fabrichato nno locho appresso dita Scuola » di San Nicola di Tolentino post» in la cdiAtJ di.... parte di muro et parie di legname, hor eri » tulli veneno ad habilarvi et per »ornata si anderano redugaudo. u (Sanuio XLVI.). (») Varie memorie ci conserva il Sanuto intorno alla pestilenza e carestia in Venezia del rSaS-iSaS. Legg ¡amo per esempio sotto il dì 3 luglio i5a6: » Veneno li proveditori sora la Santità sier Segondo y da Pezaro, sier Lunardo Contarmi quondam sier Zoane, et sier Filippo Lrom dicendo la peste e « cominciala in quesla terra; morto uno a san Moisè in corte da eba Coirtarini qual è venuto su » uno aavilio con lane di la fiera di Lanzan (così) et li e sta trova la peste fu ordinato far subito » piovision mandar il corpo a Lazarelo a sopetìr e quelli di caxa a Lazareto e seiar la caxa far le » vicine stia estratto (così) mandar il navilio che e a doana al Lazareto ec. u E sotto il dì 2G detto: » Noto ozi fu mandalo uno a Lazareto morto da peste a S. Moise dove morite li altri. « E sotto i mesi di marzo e aprile 1627 leggesi, essere stata portata la peste a Venezia da un frale de’Minori di S. Fiancesco ; essersi scoperta nel Convento de’Frari: leggonsi i ripari e i sussidii ordinati dal Collegio de’provveditori della Sanità per soccorrere gli attaccati ; si notano i progressi del morbo e l’in-