GL’INC VR AB ILI. Terra Ferma ; die Giovila Corriiahì suo figliuo- lo tenne simili ufficii appresso i Rappresentanti di mare; che Cornelio padre-del nostro Gianfrancesco nella penultima pestilenza, non senza evidente pericolo, sostenne carichi a lui dalla pietà pubblica imposti; die Matteb fratello di esso Gianfrancesco servì nelle "guerre del Friuli Sotto gli allora Generali, e poscia Principi Priuli e Contarmi ; e che esso Gianfrancesco come primario dell’A voga ria ,1 serve da quindici anni a qiiel Magistrato, al Collegio, al Consiglio de’Dieci ec. Lo stesso p^i Baldassare Bonifaeió ¡fichiudendo il nostro Gianfrancesco negli Elogi latini degli' illustri Rodigini, che pure si serbarti) autografi inediti da Monsignor Ramelló, comrncin cosi : Ejus quemque loci esse civcin jura conati tuunt in quos propinquos habeat, 'et fundos, et villas. Jis igitur causis Jòannem Franciscmn Cor^ri&a-ninni suavissimum nostrum matnielém eia ria prì-triac nostrae viris suecenturiamus, el nostrum vere civèm agnosclnms, torneisi Fènetiis in urbe domina, perpetuagli liabuent domiciliarli. Pare dunque indubitato che il Corniani debbasi annoverare fra’Vcneti. Ciò posto, dirò dunque brevemente, che Gianfrancesco Co/yiwm figliuo- lo di Cornelio q. Gianfrancesco, e di Cristina, nacque in Venezia del gennajo 1581 m. v. cioè i58a more romano, e studiò sotto Lodo-vico Carbone, indi recossi a Padova per apprendervi la Giurisprudenza. Dopo alquanti anni richiamato in patria, attesa la morte del padre suo, e di Martino Corniani suo zio, dedicossi al foro, e poco a poco divenne Primario dell’Avogaria (cioè Notajo anziano al Magistrato, importantissimo, dell’Avogaria, cui incombeva principalmente di fare osservare le leggi del Maggior Consiglio c del Senato), Quivi essendo fu anche incaricato di redigere ed ordinare in un corpo le Venete leggi; ma non potè fornire l’opera ch’era progredita alla metà. Sposò Paola Fenier bellissima giovane, colla quale concordissimamente visse fino alla morte. Fu sempre caro a’parenti e agli amici per la sua magnificenza, ospitalità, beneficenza, e nell’età sua d’auni sessantacinqae mori 3/fi del 1646 (sei) 0 lasciando una figliuola Cornelia moglie a Gregóhip-Laviizzàrì ' patrizio milanese e cittadino Vèneto, giureconsulto dottissimo. Varie poesie dettò il Coniiani, delle quali, a me note, farò qui sotto menzionè ; e àgli eredi suoi lasciò manuscritta una farragine di leggi Venete, la quale dal suo lodatore Bonifacio s’intitolà C/iaos Fenetarwh Constitu« tionum quae rudis indigestaque moles apud hae-redes ad/uìc delitescil. Del Corniani a me sono note le segmenti operette. I. Siriodia (Rime et Iddìi) di Gianfrancesco Comìàhi e Bai/lessar Bonifacio. In Fenetia per Ambrogio Dei MDCX1I. 12.0 dedicata al serenissimo prencipc di Venetia M. Antonio Memmo. II. Sonetto in lode in Antonio Bragadin podestà di Vicenza. Sta a pag. 3 della Raccolta intitolata Omaggio delta muse aU’itllustriss. Sig. António Bragadino podestà di Ficenza. anno 1615. 4“ III. Ristretto dell’ Areopago di GiovanniMeur-sio tradotto ed abbrevialo da Giovanni Francesco Corniani. Fcnezia per Antonio Pinelli. 1626 con dedicazione del Corniani a Domenico Molino in data 8 luglio 1626 dal quale vedesi avere avuto l’incarico di fare tale Ristretto. IV. La via di Pindo , poema manuscritlo indicato dal suddetto Baldassar Bonifacio nella Parte Prima delle Rime con un sonetto num. LXXXV. a pag. 43. Varii ricordano con onore il nostro Gianfrancesco, ma più di tutti il suddetto Baldassare Bonifacio, (Vescovo di Capodistria) il quale era cugino di Gianfrancesco, poiché il Bonifacio nasceva da Paola Corniani sorella di Cornetio padre di Gianfrancesco. Infatti nel libro Musarwn Ballhassaris Bonifacii. Fcnetiis i64^- da pag. y5 a pag. q5 vi è un componimento intitolato Silemnus dedicalo ad Claris-simttm et doctiasimwn virum Joannem Franci-scuin Corneanutn. A pag. 2 ! 8 dello stesso libro è : Ad mancs yenerabilis suavissimt rnatriie-lis Jo: Francisci Comeani Triumviraus Archi-grammateos, e ivi pure : ad Jiosam, ove parla O Scrivendo Baldassar Bonifacio a Gianfrancesco Corniani >11 rfata non. od. 1 fi\ r, dice Nasceris ipse jam anno veneto MDLXXXI hoc est ineunte anno romano MPLXXXlt. Si ergo recle miniere.1. a natali tuo ad hanc die.m, novem et quvnquaginta annos et novcm iti super menses effluxisse. eom-peries. Lo stessa Bonifacio nell’elogio al defunto Corniani dice ; vita ejccessit anno hujus saeculi (in bianco) aetatis sexagesimo quinto. Da queste parole ho conghietturato che il Corniani sia nato net gennajo i58a more romano, e sia moria nel 164^- E questa congliieltma è fondata anche sul libro 4el Bonifacio intitolato Musar uni impresso nel 1646 (sei) in cui è una poesia in morie del Coruiaa