a8o SANTA TERNITA. teria il sonetto del Petrarca che comincia: S* el dolce sguardo di costei m’ ancide: Molta erudizione spiega l’autore, che applicando i suoi ragionamenti all’amore, conchiude che siccome la parola, la voce, il riso escono e scaturiscono dalla bocca, così lo sguardo degli amati nel cuore dell’amante penetra e trapassa ; quindi per extramissionem visio. XIV, Merita finalmente qui di essere ricordato anche quel Georgìo Cocco f. di Lorenzo q. Alvise, di cui ho toccato a pag. 600 del T. IV, il quale, oltre che raccoglitore di ottimi Codici, era intelligentissimo di ciò che possedeva, come chiaro apparisce da molte osservazioni marginali di suo pugno in molti di detti Codici, a correzione o ad illustrazione di quel- lo che i cronisti hanno detto, e coll’allegazione e confronto di altri Codici suoi. Dispersa, come ho colà detto, quella libreria, varii di tali Codici passarono anche in mio potere. 3k SCOLLA D. FILATOII | ET ARTE l FV BIFA-STA | D. NOTO L’ANO l !696. Ho letto questa epigrafe sopra pilastro di pietra isolato, altrimenti detto abate, e lo scultore fecevi RIFASTA anziché RIFATTA. Esso indicava la vicina Casa o Scuola dell’arte de’ Filatoii o filatori di seta, un ramo del Setificio, o arte de’ Semiteri. Quest’arte in Venezia rinomatissima era aperta a’ Veneti e a quelli dello Stato colla tenuissima contribuzione, o benintrata di lire venete ottanta. Gli artefici erano in piena libertà di valersi, per la esecuzione de’lavori, di quelle mani che avessero riputato le più perite e di far eseguire i lavori stessi in tutte quelle forme che avessero credute opportune. Questa libertà però al cadere della Repubblica aveva l’epoca di venticinque anni circa, e portò un danno notabilissimo ai drappi d’oro e d’argento, e spezialmente ai così detti damaschini, ai rasi, ed altre stofé di seta. A presidio di questo setificio era sotto la Repubblica vietata la introduzione e consumo in Venezia de’ drappi di seta anche dello Stato. Varie mani d’opera erano da essa dipendenti, le quali avevano Scuole o Confraternite separate, come era appunto una la presente de1 filatoti. Per la di- sciplina de’Iavori e per l’approvazione dipendevano dall’ Officio della Seda e Consoli de’ Mercanti. Per l’assaggio (sazo) dell’oro ed argento dai Provveditori in Zecca ; pei lavori forastieri dai Consoli suddetti, dai cinque Sa- vii alla mercanzia, e dal Magistrato sopra da-zii; e pel commercio da’cinque Savii stessi. Veggasi circa l’origine quanto ho detto ap. 96. voi. I. delle Inscrizioni Veneziane; veggasi il Gallicciolli (T. II. p. 274) e il Burani (Giornale 1794? p. 8, 9, 10) e sopra gli altri. 1’ operetta ms. di Apollonio del Senno varie altre volte da me ricordata. Riguardo alla Casa o Scola de’ Filatoj trovo un istromento del 9 agosto «488 confermato nel io detto, dal quale apparisce fatta convenzione tra il Piovano e il Capitolo della Chiesa di Santa Ter-nita, da una, e il Capitolo dell’arte de’Fila-toj, dall’ altra, ili forza di cui la Casa della Scuola della Santissima Trinità et del glorioso Martire Missier Santo Anastasio viene data alla detta Scuola per predo di ducati tre al ano et a rason d'ano et questo per fitto in perpetuum, con altre condizioni ed obblighi d’ambedue le parti sì per messe ed altre funzioni sacre, come per esequii sopra le sepolture de’ fratelli dell’ arte ec. 3 2. FY FATA DAL CVSTODE E BANCA DEL SO-VEGNO | CON ORDINE DEL N. H. LORENZO ORIOJ PATRON PROTTETOR E I BENEFATOE DI DETTO LOGO L’ANNO 1724. Sopra l’architrave della porta che mette nell’Oratorio della Beata Vergine in campo. LORENZO ORIO figliuolo di Angelo q. Angelo, nato del 1701, si è ammogliato del 1725 in donna Maria Rompiasio figlia dell’ eccellente Giulio. (Così gli alberi Barbaro ). Nuli’altro so di lui» A quegli ORIO distinti de’quali abbiamo detto nella epigrafe num. r2 puossi qui aggiungere un altro di nome Lorenzo. Egli era figliuolo di Paolo q. Pietro, e di donna Chiara Tajapiera di Girolamo. Nacque poco dopo il [47^ epoca de! matrimonio di Chiara, e fatto il corso degli studii ottenne la laurea di dottore. Del i5io fu eletto uno de’5 Sa- vii agli Ordini che nel dì 21 marzo di quell’ anno furono ballottati; e l’anno stesso fu de’ due ambasciadori a Lucio Malvezzo per offe-