452 S. AGGELO DI CONCORDIA. nore divino, e al decoro della repubblica. Si procrastinò la cosa fino al 1474 in cui Sisto IV, hi esecuzione di quanto era già stato stabilito da Eugenio IV, ordinava al patriarca di Venezia Maffeo Girardo di dover levare le monache di S. Angelo di Contorta e trasferirle ad altri cenobii dell’ Ordine stesso Benedettino, e di unire il loro Monastero e le rendite a quello di S. Croce della Giudecca. Verificossi la unione; ma nondinianco lasciaronsi nel luogo di S. Angelo le donne,, assegnando loro una porzione dei beni per sostentamento. Esse se ne dolsero a Innocenzo Vili, il quale nel 4499 confermò ciò ch’era da’ suol predecessori stato fatto. Anche del 1503 un giudizio criianato contra di esse mostra che non volevano adattarsi alle misure prese da’superiori; e nou ci volle che la morte, la quala col toglierle a poco a poco di vita, fece cessare le contese e fece che il Monastero di S. Angelo di Contorta restasse in pacifico possedimento di quello di Santa Croce. Stette per pochi anni vuota di abitatori quest’isola, cioè* fino al 4548 iu cui i Carmelitani della Congregazione di Mantova l’ottennero dalle monache di S. Croce, e vi stettero fino al 4555; nel qual anno, dice il Cornaro, colla permissione del Senato abbandonarono quell’ isola, e si ripararono in Venezia, e propriamente nella Chiesa e Monastero di Si Angelo della Giudecca, di cui qui tosto parleremo. Frattanto resa l’Isola di S. Angelo di Contorta, e quegli edificii incapaci di abitazione per una comunità religiosa, fu nel 156.9 (4) stabilito che in quell’isola dovesse fabbricarsi la polvoread uso dell’artiglieria. Servi a tale uso fino all’ anno 4689 (2) in- cui nel dì "29 agosto avendo un fulmine incendiato il luogo delle polveri, restò con tulli i suoi edificii atterrato e distrutto; non rimanendovi che pochi ruderi del vecchio Monastero in mezzo alle paludi. E dal 4569 in poi all’ antico titolo di Contorta o di Concordia fu aggiunto quello di S. Angelo dell.4 Polvere. Nessuna memoria o inscrizione ho in quest’isola veduta; della quale Isola parlarono., fra gli altri, il Sansovino (Lib. V. 80. tergo); lo Stringa (Lib. V. 476.) il Martinio'ni (Lib. V„ p. 240.) FI. Cornaro (Eccl. Fen. I. G. 7. 74. 76. XII. 428. 429. XIV. 9. 40. li; e nelle Notizie Storiche p. 535. 536. ) ; il Coronelli ( Isolario II. 54.) ; l’autore dello Vite e Memorie de’Santi Veneziani. (T. VII. 2. 3. 4.); il Gallicciolli (Menu I. 400, art. Contorta), « (i) Non- nel i555, come scriva il» Cornavo c chi copiò da lai ( p. 4G5. Notizie storielle, e p, 7. Voi. I. cccles. Ven.) mu bensì nel i5Gg. stabilita fu l’ Isola ili S. Angolo di Contorta per la fabbrica delle polveri. In effetto nella riputala Cronaca Agostini si legge : 1569. i3. settembre Ir. Pregadi fu preso di pigliare il luogo di Santo Angelo eli Concordici nel quale si stavano due soli frati del Carmine, il qual luogo è quasi rovinato e 1' hanno voluto per far la polvere dell'artiglieria ; e fu deliberato di fare alcuni mari non molto alti attorno et abbassare il campanile e vi metteranno alcune guardie per la polvere. Cosi pure la Cronaca di Giancarlo Sivoa ( T. II. p. 9a. tergo ilei mio esemplare) sotto l’anno i56<) narrando dell’orribile- incendio che fu la notte 14. settembre iSGg all’Arrenale, dice: fu subito proveduto a non far più la polvere nell' Arsenal ne meno tener quella in esso ; et fu fatto il laoco da Santo Anzolo di Concordia, in isola , ove si fabrica là pplvere, et poi fatti alcuni luochi di pietra viva coperti di rame nelle /solette attorno Venezia ove si tieni serbata la polvere. Dalle parole del cronista Agostini si rileva che sebbene fino dal 1555. i frati avessero abbandonata l’isola, pure ne rimmevan ancora due nel 15G9.; e questi torse saranno stati, come custodi, lasciativi dal monastero di S. Angelo della Giudecca. (a) Anche qui malamente il Cornaro pone l’anno 1589. (p. 53j. Notizie storiche < p. 7. Voi. I. Eccl. Venetai-). Il fulmine avvenne nel 1G89, come dal contemporaneo Coronelli e da altri manuscritti. Il Coronelli infatti ha: (Isolario T. II. p. 5{. ) « Ma nel giorno fatale dei 29 Agosto 1689 a hore 4 un fulmine avendo scoccato ne1-7» magazzini predetti (ne’ quali si trovavano 800 barili di polvere) incendiò tulta l’isola, e le fabbriche rest.i-» rono in un momento del lutto atterrate di modo che al presente ( a. 1G97 ) non sì veggono che cumuli di ■n sassi e su le di lei spiagge quantità di zolfo dii medesimo fuoco liquefatto ». Progredendo il Coronelli a parlare dell’ Isola dice : « Un vile tugurio serve