434 s. M. DEL SOCCORSO. sono le stampe da questo frontispicio chia- Palma (il quale lavorava solo ad acqua forte) mate } che probabilmente saranno state quel- ma da altro intagliatore, di cui il nome non le dallo stesso Bastsch descritte all1 articolo apparisce, bensì dietro i disegni e le inven- Batnla Franco. ~ Un altro esemplare di queste Regole per imparar a disegnar i corpi fiumani divise in doi libri del Palma, possiede il dottor Pietro Cernazai di Udine mio dotto amico} ma non avendolo io potuto confrontare col mio, col Marciano, e con quello del Bartsch, non so quali differenze possano esservi. Dirò che quello del Cernazai ha sul frontispizio del Primo Libro l1 indicazione. In Fenetia .appresso Marco Sadeler MDCXXXFI. In Fene.tia per Domenico Lovisa a Rialto, zz II Cavalier Cicognara a pag. 5y. del Catalogo de’libri d’arte, ricorda soltanto il primo libro. Fenezia per Marco Sad lcr i(ì3t>, e dice ( forse con ¡sbaglio) che sono due Tavole eseguite pittorescamente intagliate da Giacomo Franco. Conchiudendo dunque dietro le premesse osservazioni dico; A) Che la prima edizione delle Regole del Disegno di Jacopo Palma il giovane è quella del 161 i da me posseduta, data alla luce dal Calcografo Giacomo Franco col frontispicio lati no De cxcellentia et nobilitale dclineationis, sebbene il Franco non abbia indicato nè sul frontispizio, nè nella dedicazione, nè nel Discorso, che queste Regole del disegno fossero del Palma o di altri nominati. B) Che morto Giacomo Franco nel 1620, come si è veduto, queste Tavole in rame sono passate in mano di Marco Sadeler , il quale ripubblicandole nel it>36 con nuovo frontispizio italiano volle far sapere che il loro autore era Giacomo Palma (defunto già nel 1628). C) Che queste medesime Tavole dopo il Sadeler passarono in potere di Stefano Scolari calcografo a S. Giuliano, che le reimpri- III uva del >¿¡¿9, D) Che passate le stesse Tavole in potere di Domenico Lovisa, ne faceva una quarta edizione ( Il Lovisa fioriva al principio del secolo XVIII). E) Che tra l’esemplare descritto dal Bartsch e i due nostri, cioè il Marciano, ed il mio, vi è la notabilissima deferenza, che quello del Bartsch non contiene che tutte stampe ad acque forte, laddove i suddetti nostri ne hanno ad acqua forte ed a bulino ; cosicché con vie 11 dire che le stampe a bulino che stanno nei nostri esemplari non situo incise dal zioni del Palma. F) Che, per quanto pare, non fu mai unito al libro primo delle Regole del disegno il libro secondo che contener doveva 1’ Opera di Batista Franco } e ¡tare invece, che quest* Opera fosse separata, e girasse in fogli volanti, con. c senza il frontispicio in rame: CAMEI, TR1VMPHI, ORNAMENTA, cc., dal qual frontispicio vennero in seguito raschiate queste parole, e sostituite le altre: LIBRO SECONDO, inserendolo nel libro primo delle Regole del disegno, giacché anche questo libro secondo nell’ esemplare Marciano, e forse anche in quello del Cernazai, contiene non i Cammei ec. di Batista Franco, ma bensì occhi, nasi, bocche ec., per regole e per istudio di disegno. 4. Reliqua libro rum ASneae Fici Parmensis ad Jmperatorum historiam ex anliquis num-mis perl.inent.ium a Jacobo Franco calcographo Feneto in lucetn edita. Fenetiis ClJlDCl. cu ni privilegio apud Francum. 4° con frontispicio in rame. Giacomo Franco calcografo dedica a Federico Contarmi, procuratore di S. Marco. Dice che quasi dal naufragio salvò queste tavole per onore del nome del Vico il quale avevaie destinate a pubblica utilità} perlaqualcosa egli le divulga e le dedica al Contarmi raccoglitore delle cose della reverenda antichità^ la data della lettera è Fenetiis 20 martii 160J. Nell’avviso poi al leggitore il Franco rammenta di avere pubblicata la Tavola geroglifica incisa dal Vico dietro 1’ originale conservato già nel museo di Pietro Bembo (della quale dirò qui sotto), « soggiunge di pubblicare ora queste postume incisioni del Vico stesso, sebbene lasciate da lui imperfette. Segue un indicetto delle. Opere del Vico in proposito di antiquaria, una delle quali dice il Franco di avere riprodotta ora (cioè del 1601 ), ed è Augustarum imagines eh’eran già state pubblicate nel i55j e i558’, del qual libro vedi qui di seguito. Il chiarissimo Pezzana a pag. 535 della Continuazione delle Memorie degli Scrittori e Letterati Parmigiani del P. Affò. Tomo FI. Parte Il, ricorda la stampa del suddetto libro Reliqua librorum ec. fatta dal Dii Fai in Parigi, probabilmente del «619. Dice che ha il frontispicio simile a quello dell’Augustarum Imagines i5ig (errore di stampa invece di