500 S. IACOPO e le giunte a p. 340 ) ; Flaminio Cornaro (Eccl. Ven. p. 29G. VI. — e p. 330. VII. e p. 212 e 4G2. XIV)"; Lorenzo Cardella (Memorie Sloriche II. 273. 274); c il Ti-rabo&ehi (Letter. Voi. V. p. Ì67. 1G8,) che DI PALUDO. appoggia al Wadingo c al Rinaldi, riflettendo che sebbene non abbia trovato chi faccia menzione di alcuna opera da questo Cardinale scritta, ad ogni modo 1’ essere stato inscritto ne’ primi teologi delF Università di n galee delle qinli fu capilano Clemente ili Facio popiilarg et afidorono a Xueerin é levorono il papa ¡1 qualo n ancora condusse eoa lui sei cardinali fra li altri libati con le catene di ferro, dicendo che avevano fatto con-n spiratione contra di lui. L’albergo del P.qia fu nella chiesa di San Gianni, della qual non uscite inai per » tùtto il tempo che stelle in Genova. E dei sei Cardinali prigioni ne fu liberato uno inglese a petitione dei n primati d1 Inghilterra. Et gli altri cinque fece il papa morire in prigione occultamente . . . Et questi sono » i cinque cardinali i quali Platina et gli altri scrittori dicono che furono sommersi in mare in cinque sac< r» chi ir. Il Giustiniani non dice che tra’ cinque cardinali ci fosse il Donato. 3. Onofrio Panvinio Veronese (Romani Ponti ficea. Ven. Tramezinus. i55? \ a p. 248-2/19) nomina fra’sei cardinali Lodovicus Dónatus Venetus cardinalis titulo S. Marci, dicendo che nel i386 il mese di dicembre a Genova per comando di Urbiino Vi. furono lutti uccisi, tranne il cardinale Adam inglese. 4. Paolo Interiano ( Ristretto delle l/istorie Genovesi. Lucca. Busdrago; 15(31, \ p. i3i tergo anni 1385 - 1380 ) ‘dice: « Regnavano in que’tempi intra papa Urbano VI. et Carlo re di Napoli alcune dissensioni per le quali » rimaneva allora e,sso Pontefice col collegio de’ Cardinali in Nocera da Carlo assediato , et desideroso il doge » (di Genova) d’intromettersi nella estintione del scism», che ne seguiva, come di tirare la Corte Romana tra n quel mezzo alla Città, prese di liberar il pontefice occasione, armatevi per taJ effetto X. galee da Clemente n Facio governale, il quale coll' ajuto degli Orsini dopo esser a que’ liti pervenuto, pose la liberazione per n opra condotto il papa e parte del collegio con sei cardinali scismatici incatenati a Genova ... e non indugiò % molto che degli VÌ cardinali prigioni fece gli cinque una notte sommergere per esser V altro di natione inglese a prieghi di alcuni principali di quel regno stato riservato »>. Nemmeno- i’ Interiano dà il nome dei cinque m cardinali. 5. Giannantonio Summonte ((ffistor'ta della Città e Regno di Napoli. Ivi. 17^8, 4 Tomo in. p. /j^T, ^2) narra 1' av venimento, dicendo che cinque dey cardinali furono posti nei sacchi e gittati in mare*e gli altri due conr-vinti giudizialmente in Genova in presenza del clero e popolo furono di ferite di accette morti , i corpi de1 quali poi seccati ne' forni e servati in certi balieioni, e quando egli cavalcava se li faceva portare innanzi sopra i muli con cappelli rossi per ammonizione e terrore di quelli che contro lui volessero macchinare. E sulla feile di Panvinio dice che fra cinque cardinali gettati in mare vi era un Lodovico Donato Veneziano. 6. Ma quegli che testimonio di veduta dei tormenti da que’ cardinali patiti, sembra più degno «li fede, si è Teodorico a Niein segretario pontificio. Egli nell’Opera: Historiarum sui temporis libri ////. Argentorati Zet-nerus. 1609. 8.vo, e propriamente nel libro I. ove parla dell’origine e cause dello scisma, che dal i3;?8 sotto Urbano VI. durò per 39 anni nella romana chiesa, a pag. 58, 63, G6, 67, e a’ capi LII. LX , descrive i tormenti sofferti dal cardinale Veneto (tacendone il nome). Ecco le sue parole che volgo in italiano. A pag. 58 dice : -» A costui (cioè a un Bis ilio de Leoanto da Genova, già pirata insigne, ed esecutore della tortura de’ cardi»-nali prigioni d' ordine di Urbano VI. ) »1 A costui il detto Urbano ingiunse che nel dì seguente ponesse alla D tortura il cardinale Veneto, poiché il papa stesso voleva udire le grida di quel misero. Basilio infatti avendo 1% chiamato me (cioè lo stesso Teodorico scrittore che v’era presente) e gli altri deputati all’esame, siam giunti >9 al luogo ov’era chiuso il cardinale Veneto; e Basilio, trattolo di là, lo condusse ad una certa stanza del w castello; e quivi denudatolo delle vesti, con funi in alto attaccate, e fino a terra prolungate strettamente le~ »> golloi II cardinale, quautuuque mezzo rotto, cagionevole, vecchio, e di debile complessioue, fu dalla mattina »1 fino all’ ora del desinare continuamente e crudelmente nell’ ecuieo tormentato. Egli però ogni qual volta era » in alto tirato ripeteva quel verso 1 Christus prò nobis passus est. Frattanto Urbano pel sottoposto giardino y% passeggiando leggeva 1’ oiftzio così ad alta voce che noi nella stanza superiore lo udivamo ; ed egli con ciò A intendeva di sollecitare Basilio affinchè non trascurasse di eseguire con ogni diligenza 1’ ordine di torturare w il cardinale. Io però non potendo più a lungo cotanta crudeltà pazientemente vedere, fedi sembiante che mi w dolesse il capo, e chiesta licenza a Corrado soldato di poter ritirarmi per una breve ora nella mia abitazione » onde alcun poco so He vanni, gli promisi che se tal grazia mi facesse, immediatamente tornerei ; e dopo molte » preghiere ottenni da lui licenza di uscirmene del castello ». A pag. 63 dice Téodorico, che il pontefice passò a Palermo in Sicilia seco conducendo i cardinali prigionieri de' quali unOj ( cioè Adamo del titolo di Santa Cecilia, per le supplicazioni di Ricardo re d’ Inghilterra ) lasciò libero, e gli altri cinque Io stesso Urbano tenea miseramente prigionieri nell’albergo, ov’era, nel Borgo di Genova in casa de’ frati dell’ ospitale di Giovanni di Gerusalemme, vicina alla Chiesa di detta casa. A p* 66, 67, del Cap. LX, narrando della morte di que* cinque cardinali scrive : » Ma essendo il detto Urbano 55 ancora a Genova, e disponendo di voler tornare di nuovo nel Regno di Sicilia, sendogli d’ altra parte , pe-n sante il dover condur dietro di se i detti cinque cardinali prigionieri, ordinò, dopo pochi giorni, una notte » del mese di decembre; innanzi di partire da Genova, come alcuni riferirono, che fossero di mannaja percossi w uccisi ; altri però dissero che li fece precipitare in mare', ma, comunque sia, i detti cinque cardinali n non più si videro; Era fama eziandio che nella stalla dei cavalli di Urbano, entro una fossa piena di viva calce » fossero stati gittati i cadavari de' cardinali, e quindi in quella totalmente bruciati, si fossero in cenere » convertiti, m