SANTA TERNITA. 201 a. Paulus Stephani I. U. D. Sac. Theol. prof. Parochialis ecclesiae et insignii collegiatac. Opitvr-giensis decanus, ammarimi curae tit. praefectus, De Sacrorurn Canonum usa in rebus Theologì-cis ad V. C. Michaelem Dioclesiuni (nome supposto) Sac. Theol. doctorem. Ven., 1795, 8.°, grande di pag. 66. Dopo avere parlato degli STEFANI, è d’uopo dire qualche cosa anche di alcuni BIANCHI il cui cognome spetta egualmente a questa epigrafe. Chi sia ANTONIO BIANCHI medico, marito di VITTORIA STEFANI figlia del dottore GIOVANNI, di cui sopra, io non saprei. Se non ci fosse quell’attributo di Cittadino Veneto direi che è upizW Antonio Bianchi Veronese, discepolo dello stesso Stefani, di cui parla il Mazzuchelli nel testé citato luogo (Pag. 1 i3o. Voi. II. Parte II.), al quale Bianchi è facile che lo Stefaui avesse data sua figliuola Vittoria per isposa ; e l’epoca starebbe bene. Ma chiamandosi nella pietra, che io non vidi, CIVIS VENETVS può essere un Antonio Bianchi diverso. Ad ogni modo potrebbe essere di nascita Veronese, e cittadino Veneto, come si è veduto dello Stefani di nascita Bellunese e cittadino Veneto. Comunque sia, del cognome BIANCHI copiosissimi furono e sono gl’individui di nascita Veneziani, e ne abbiamo di assai distinti sì nella via ecclesiastica col grado di piovani, arcipreti, canonici, abbati, monaci, predicatori ec. ; sì nella civile, come cancellieri ducali, segrelarii di Senato, segretarii del Consiglio di Dieci, avvocati, medici, ec. Alcuni fra’BIANCHI sono chiari per letteratura, e già ne parlò il Mazzuchelli. Io qui registrerò brevemente que’soli BIANCHI Veneziani su’ quali potessi aggiungere notizie 0 spiegazioni ulteriori a quelle che ne diede il Mazzuchelli, la cui Opera usciva alla luce dal 1753 al 1763; ma i cognomi BIANCHI stampavansi nel 1.760.. E necessario però premettere che sebbene alcuni dicansi BIANCHI, pure eran BIANCO di cognome ; il perchè fa d? uopo farne nota a suo luogo. I. Agostino Bianchi figliuolo di Maffio q. Pie-rantonio sebbene non possa computarsi comn letterato, era però versatissimo nelle cose politiche, e segretario di Senato de’più reputati del secolo XVII. Era nepote di Giandomenico Bianchi il quale fu estraordinario di Cancelleria fino dall’anno i625: ordinario uel i632, Tom. V. e segretario di Senato nel i63g; fu a Costantinopoli col Bailo Cavalier Luigi Contarmi negli anni 1635-36 ^ fu nepote di Vendrami-no Bianchi il vecchio che pur fu due volte a Costantinopoli; e nepote eziandio di Franco-sco Bianchi segretario, residente a Napoli ed in Roma, del quale parleremo in seguito. Agostino era stalo eletto straordinario di Cancelleria nel i655; ordinario nel 1G60, e segretario di Senato nel i663. Oltre varie lettere sue scritte nei varii sostenuti servigi, trovasi nelle nostre biblioteche una ben dedotta ed eloquente Supplica al Principe, a discolpa del-l’accusa datagli di violato secreto intorno alle differenze tra il Senato Veneto ed il Vescovo di Concordia$ in data 8 maggio 1676. E citata a pag. 419 al num. 426 del Catalogo ragionato della Bibl. ms. di Marco Foscarini, steso con assai intelligenza e con grandissima utilità degli studiosi da Tommaso Gar mio distinto amico (Firenze, 1843, voi. V. à-eWArchivio Storico). Di questa Supplica ho copia anch’io nella Miscellanea DCCCCLXXV. Essa comincia: Gran turbine eli nuvolosa Jortuna che muove tempeste .... Finisce : così pregano dalla tua giustizia le canizie del padre e del zio, le ceneri de’ defonti, le lagrime de’figlioli, che scorrendo con amara piena ad unirsi alle mie, mi raggruppano il cuore e mi troncano le voci col pianto. A questo Bianchi segretario flidl’eccellentissimo Senato addirizzava Bartolommeo Dotti un sonetto lavorato sul verso di Giuve-nale: Ad scelus atque nefas, quodeunque est, Purpura ducit. (Rime, Dotti, Venezia, 1689, pag. 115). Questa casa chiamasi Bianchi non, Bianco. II. Andrea Bianco (non Bianchì) autore di un Portolano illustrato da Vincenzo Formaleoni nel voi. VI. della Storia de’ Viaggi di M. de la Harpe, merita luogo fra’Veneziani scrittori. La sua Opera esistente nella Marciana reca in fronte l’epigrafe: Andreas Biancho de Veneciìs me fecìt. MCCCCXXXVI. Essa è composta di dieci tavole in pergamena delineate da lui, in fol. piccolo. Fu ignota non solo al Mazzuchel- li, ma anche al nostro Marco Foscarini, e mediante la cortesia del Bibl. Ab. Jacopo Morelli venne in cognizione al Formaleoni che la illustrò nel tomo VI. suddetto, tirandone anche delle copie a parte col titolo: Illustrazione di due carte antiche della Biblioteca, di S. Marco, la quale va unita al Saggio sulla nautica and- 26