38 » mens quam si probari intellexerit a SS. D. » N. Paulo V pont. maximo, eodemque sa-» crarntn litterarutn fautore munificentissimo, » dabit operam ut solemni jnris subsidio fir-» metur. Rem ecclesiae usui futuram duo am-» piissimi doctissimiq. viri testabantur Causar » Card. Baronius S. R. E. Bibliotbecarius, et n Sanctus Card, de Perone, quorum alter Ve-» netiis libros hosce vidit, pervolvitque, alter » nonnulla ex bis excerpta in suos eximii 0-» peris Annales Ecclesiastico* inseruit. u. La stessa origine della greca sua libreria accennava il Lollino a pag. a4& del Soliloquio ; e Donato Moresini scrivendo allo stesso vescovo da Candia il i5 settembre 1618 diceva: » Mandai a V. S. illma copia dellij nomi de’ » libri sreci che s’attrovano in diversi ino-» nasteri de’Calogeri, e se potrò averne al-» cun altro d’avantaggio non tralascierò d’ » inviarglielo. « Non dissimili parole alle surriferite usava il Lollino scrivendo al cardinale Scipione Cobellucio (Epist. Misceli, lib. Ili, p. 275). Q ilesto cardinale, come apparisce da una sua lettera mss. g maggio i€i8 al Lollino, essendo stato poco prima destinato a bibliotecario di s. Chiesa eccitava con quella lettera il nostro vescovo, di far qualche dono di libri alla Vaticana. E sebbene pareva che nulla volesse donare il Lollino, se non dopo la sua morte, pure per mezzo del detto cardinale, vivente ancora, fece dono al papa di un preziosissimo codice di Dionisio Alessandrino,, e il papa aggradillo, come da Breve 12 marzo 1620 che sta a p. 278 dell’ Epist. Mi-scellaneae; ed aveva eziandio il Lollino col mezzo dello stesso Cobellucio esibito per la Vaticana (come ih\V Epist. Misceli, p. 3a6) un libro greco intitolato Amplàlochia contenente varie dispute teologiche} ed alcuni altri codici; quos (diceva egli) velati rcliquoriim meorum prodromos mittere istuc cogito prope-diem. In altre lettere ancora il Lollino replica questa sua intenzione di dare i suoi mss. alla Vaticana ; intenzione di’egli aveva fino dal 1606, come da una lettera mss. del Borghi, che citerò più avanti. Infatti egli mandò ad effetto il suo pensiero; imperciocché col sopraccitato suo testamento 9 novembre 1624 legò alla biblioteca Vaticana tutti i suoi codici greci ; di che il giorno dopo la sua morte, come scriveva anche Apostolo Zeno (Fon-tan. I, 32 ) diede parte al Senato veneiiano Giovanni Da-Ponte allora podestà e capitano* di Belluno. Il Senato stesso commisegli che dovesse alla sua presenza farne stendere un esatto inventario da persona sicura ed intendente, e di mandar subito quello e i libri a Venezia; donde pii furono fedelmente fatti trasportare a Roma in esecuzione del testamento. Vedi però di nuovo i documenti A usque G, i quali correggono lo sbaglio dello Zeno', tanto nella data della ducale che non fu 29 ma 3i marzo, quanto nell’asserire che il Lollino abbia lasciati alla Vaticana anche i codici latini, mentre furono soltanto i greci. Nel Morcelli ( t. IV , Oper. epigr. pag. 270) leggiamo un’epigrafe da lui composta relativamente al dono Lolliniano : VRBANVS ViTi PONT. MAX. ] HtC . PALATINAE . BIBLIOTHE-CAE. LIIIROS \ IN . VATICANA . ORDINARI . IVS-SIT l GRAECOS . CODICES | LOMELLINI ( cosi per errore invece di LOLLINI ) PONTIF. BELV-NENS . DONVM . DEDIT . Aveva peraltro il Lollino vivente donata (o almeno consegnata in deposito) al capitolo della sua cattedrale una gran parte della sua libreria consistente in volumi a stampa del secolo XV, e seguenti, e in codici mss. distinti, de1 quali codici si ha l’elenco nel t. IV della nuova raccolta Calo-gerana pag. 144 dato in luce da mons. Lucio Dogiioni. E col detto testamento ( Docum. F) aveva, per cosi dire, confermato il dono con un legato, istituendo 1111 bibliotecario. Di quanta utilità poi agli studiosi sia riuscita la biblioteca Lolliniana tanto in quella parte che se ne passò a Roma ( della quale io qui pubblico il catalogo nel documento D) quanto in quella die rimase in Belluno non è fácil cosa il narrare. Peraltro noterò i nomi di alcuni di quegl’ illustri che ne approfittarono. 1. Cesare Baronia ne lasciò memoria nei suoi Annali, allorché ricevette il codice dell’ istorico Teofane (Annales. Ann. 813, num. X) il qual Baronio altrove chiama questa lilire-ria praedives promptuariurn rerum graecarum (Ann. 901, n. VI, ann, 917, 11. IV). Al Baronio aveva già mandate parecchie cose il Lollino come questi dice nel Soliloquio (pag. 246): cui nonnulla graecorum scriptorum testimonia ad rem quam prae manibus habebat, ut sibi videi alur pertinentia, a me primum latine reddi-ta intexuit pannum quod dici solet purpurae. E tra queste cose sono otto lettere di Nicolò patriarca di Costantinopoli, da lui tradotte S. MARIA DELLE VERGINI.