33o NOTE AL PROEMIO. a corpo sonoro, sicché l’oscillazione e la dispersione de’ suoni avvenìa pronta, eguale, nitida c brillante così come avviene in uno strumento d’arco. E qnesto succedea per l’esatta osservanza che vi si era procurata dalle leggi dell’Acustica, singolarmente da quel Cavaliere Zantani ch’era ad un tempo ed architetto e musico dotto: ma in ispecie per la sovrapposizione di quell’elastico palco di legno che tagliato a dritto, respingea come il coperchio d’uti ¡strumento la voce tosto che n’era percosso. Sen conobbe il fatto alla prova, quando molti anni dopo, f'abbricossi la nuova Chiesa della Pietà per lo stesso oggetto delle ivi raccolte fanciulle: imperciocché sen prese rigorosamente a modello quella degl’ Incurabili, in tutto, fuorché nel soppalco; invece del quale si volle inconsultamente elevar un’ immensa fornice cementata, che tutto guastò portando agli oreccbj di chi ascolta al basso un ardito rimbombo che tutto strepitosamente esalta e confonde. Ma questo prezioso edi-fizio, che tempio di tutte Parti belle con verità potea dirsi, più non esiste ; perì sotto al maglio struggitore del secolo de’ progressi. Sien grazie al mio dotto amico il Professore Francesco Lazzari che serbonne almen le memorie con que’disegni de’quali farmi dono gli Iiiacque, perfetto conoscitore ch’egli è de’miei gusti, e gentilmente studioso dello appagar- i : i quali disegni pure a te ho per quest’uopo inviati. » La scuola di canto negl’incurabili incominciata anticamente sotto il maestro Pollavi-cino suddetto, fu sempre la scuola della purezza, come quella de’Mendicanti lo fu del manierismo. E non potea non essere tale se la fondò magistralmente quel gran purista che fu il celebre Antonio Lotti cui tenner dietro successivamente il Napoletano Nicola Porpora, il Veneziano Francesco Brusa, il Sassone Gio: Adolfo Hasse, il Toscano Vincenzo Ciampi, i Napoletani Nicola Jomelli e Giovachino Cocchi, alfine il famosissimo Buranello Bal-dassare Galuppi, che l’ultimo fu di sì eletta schiera, e se i bei modi del cauto erano inseguati da Bandiera , da Ciampi Francesco, da Demezzo, e da più scelti musici che di tempo in tempo mantennero in onor sovrano la Ducale Cappella. Ricca suppellettile d’ eletti strumenti stava nelle sale degli studii: sarebbero anticaglie assai rare e di molto prezzo se non fosser ite miseramente sciupate al deperire di quel luogo, le Spinette fabbricate da Donato Undco, i gravicembali costrutti da Bortolotti, ed arpe, salterii, violini, violoncelli, violoni dalle mani usciti de’ più felici artefici de’tempi andati, che là si usarono a studii ed esercizii. Il lasso di molti e molti anni non ¡scancellò affatto i nomi delle più distinte cantatrici che vi fiorirono successivamente ed otlenner distinta fama negli Oratorii, e nel gran Misererò dei tre dì delle tenebre, lavoro immortale del Sassone. Li registrai già nella narrazione che scrissi di Galuppi; ma piacemi qui ancora ripeterli per giustizia alla memoria loro. Rossi Regina — Rubini Francesca — Traversi Antonia — Orsini Giacopa — Groppello Santa — Ortolani Girolama — Rossi Pasquina — Rota Elisabetta — Maldura GiosefTa — Zorzini Felicita — Cicogna Anna — Imberti Orsola —• Scrini Catterina — Melle/' Sci'afina — Malgarisi Angela — Miiller Antonia — Montagna Marcolina. — n Merita del pari speziai menzione una sorprendente suonatrice che vi fu del violino Giacomina Stromba in cui il gran Tortini avea trasfusa gran parte dell1 immensa sua perizia, a grado d’esser chiamala a dilettar del suo suono, e più volte, i coronati ospiti della Repubblica. — Non procederò io già a numerar l’immensa quantità delle composizioni che scritte ed eseguite furono per queste e da queste abilissime giovani, gran parte delle quali veniva da esperti suonatori addestrata a tutta sorte d’ ¡strumenti a corda, poiché l’Orchestra esse medesime componevano ad esclusione di maschii, de’quali unico nel Coro comparve sempre ¡1 maestro. Accennerò soltanto come capolavori che levarono una fama non mai estin-tasi il Salve-regina di Porpora, il Domine ne in furore di Bandiera, YAllelluja di Corcano, il Miserere d'Nasse; e fra gli Oratorii Joas Re di Giuda di Lotti (in italiano) del quale feci già cenno: S. Petrus Urseolus di Porpora, che meritò al compositore ed alle esecutrici l’onor di un’egloga laudatoria di Giuseppe M. Cati stampata nel 1^33 da Carlo Buo-narrigo: Virgines prudentes et Jatuae, divina parabola che Porpora così mirabilmente col concerto delle voci espresse, come il Padovanino (Varotari) con quello de’colori nella Chiesa medesima: e, dogli ultimi parlando, que’ due magnifici Tres pueri haebrei, e il Daniel in lacu leonum, ne’quali Galuppi con novità d’esempio divise le fanciulle in due cori per ajutar anche materialmente l’espressione della division di luogo da’libretti supposta fra le