l'4» S. MA Giolito i 568, 4-to. VAmorosa visione di M. Giov. Boccaccio impressa in 8.vo dal Giolito ,iiel 1549 oppure 1558 (essendo una sola l’ed. del 1 54g) li a avviso di questo a’Iettori in cui dice di averla voluta dare alle stampe a utile e diletto degli studiosi della lingua volgare. Pìelle due edizioni del Petrarca i55y e 155y in 8.vo colle Annotazioni di Giulio Camillo precede lettera ai lettori di Gabriel Giolito in cui si querela che non pochi si trovano, i quali, come che dodi siano nelle lingue e nelle scienze degli antichi, sono cotanto superili, o di sì delicato gusto che non si degnano di leggere le cose Toscane. E mentre procacciano di scrivere nelle lingue morte, oltre che da pochi vengono letti a breve andare fanno perdita del nome e delle fatiche. Appresso non è egli sommo vitupero il por diligenza e studio in apprender le lingue altrui e non saper la sua propria? Anche nelle Rime di Pietro Bembo terza ed ultima edizione (i548, in 12), Jo stampatore Gabriele Giolito dedicando a Pietro Gradenico scrive: che lo essemplàre (di queste rime) havuto da V. S. è il medesimo corretto di mano deWautore con l'aggiunta di molti sonetti : dal quale io ho tratto questo picciolo essempio per commodità deflettori. La Piovana commedia di Buzante (Ven. i54&, 8.vo) è dal Giolito intitolata a M. Aluigi Cor-naro perchè il Cornaro amò più d'ogni altro il Ruzante. Il Giolito addirizzava a Sigismondo Fanzino dalla Torre il libro secondo delle Rime di Diversi 1547» 8.vo. Trovo a Gabriele dirette alcune lettere di personaggi distinti, e fra queste vi è Antonfrancesco Doni il quale gli scriveva da Padova >n data j5 febb. 1544 narrandogli una novelletta d’uno ch’era moribondo e gli parve d’esser in cielo. (Lettere,\en., Scotto 1544-j 8-vo, p. 97 tergo, e a p. 202 dell’edizione del Mai-colini i55a). A lui seri ve Silvio di Gaeta dimostrandogli il desiderio che ha di giovargli e l’affezione che gli porta ( Lettere di diversi raccolte dal Dolce. Ven. 1 554, S**7»)- E Claudio Tolomei lo ringraziava in data- da Padova 29 ottobre i548, dell’avergli regalata una copia delle Lettere di esso Tolomei da Gabriele impresse nel 1547 (v’edi Crevenna, voi. IV, p. 289). Lodovico Dolce dopo la tragedia intitolata Marianna (Venezia, Giolito i565, 8.vo) a pag. 1 56, l»a un sonetto in cui augura il buon rapo d’anno a messer Gabriello $ e un altro R T A. ne ha alla fine dell’altra Tragedia le Trojane ( Venezia 1566, 8.vo ) a pag. 158, col quale loda le stampe di lui. Lo stesso Dolce ha lettera al Giolito, in data di Padova primo marzo 1544, c^ie Ieg£esi nell’edizione dell’Ario-sto Giolitina 1-544? in 4-to. Gabriele, benché ascritto alla cittadinanza originaria Veneta, come abbiam detto, conservava però la cittadinanza di Trino, perchè veggiamo che nel i55o, con altri prestò giuramento di fedeltà a Guglielmo Marchese di O Monferrato sostituito al defunto Francesco duca dÌ Mantova e Marchese eli Monferrato 5. del che ci fa fede l’Irico ( Storia di Trino,, pag. 280. Milano 1745, fol.). Finalmente Gabriele cessò in Venezia al comune desti no,, nel 1581, dice lo Zeno (I 310), e si potrebbe dedurre dall’epigrafe presente-,, ma l’anno i58i non è già quello, della morte, bensì quel- lo in cui fu posta la pietra sepolcrale. In fatti Gabriel Giolito morì tra il 1677 e il i5j8, e forse dopo la metà del 15785. essendo poi certo che del 28 gennajo 1679 era già morto, e ciò rilevasi senza dubbio dal privilegio ossia breve concesso da Papa Gregorio XIII, dilectis Jtliis Joanni et Jo. Paulo Iolitis de Ferrariis quondam domini Gabrielis; il qual breve in data 28 januar. 1 579 pontificatus nostri anno septimo è premesso alla Synodus Bituntina li. Patris F. Cornelii Mussi episcopi Bituntini, impressa in fol.. in Venezia apud lolitos mdlxxix (1579).. III.. GIOVAMI GIOLITO figliuolo di GABRIELE q. Govanni e di LVCREZIA BINO o BIJNI nacque in Venezia, ed era cittadino Veneto originario- Orazio Toscanella nelle Instituzioni Grammaticali volgari e latine sopraricordate impresse nel 1567, dedicandole a Giovanni Giolito gentilissimo et studiosissimo, fa conoscere che sebbene fosse allora Giovanni in tenera età, nondimeno tutto da-vasi agli studi delle lettere 5 era avvezzo a scriver candidamente latino e volgare, e cosi a gran passo camminava nelle vie dell’eloquenza, che facea sperare una grande riuscita. Loda oltre a ciò gli ottimi costumi di lui, e la nettezza, anzi purezza dell’ animo, e lo dice oultivato nel canto e nel suono et in ìliol-te altre arti et virtù et nobili esercizii : e tale