S. MART A. cialmente traduzioni pregevolissime, e commenti, e note, e illustrazioni d’ogni fatta alle opere altrui. Quindi è che varie edizioni del Giolito vennero adottate dall’Accademia della Crusca, come le Rime del Bembo del 1564r il Cortegiano del Castiglione del i55g, le Commedie del Cecchi del i55o, e altre sono aggiunte a quelle dal chiarissimo Gamba am-pliatore del Catalogo dftll’edizioni di Crusca. Quindi è che la casa di Gabriele era una specie di Accademia di letterati e di persone distintissime; facendoci testimonianza Gasparo Bugati milanese (Hisloria Universale. Venezia, Giolito i5yo, 4.to. Lib. VII, pag. 1023) che Gabriele benemerito di tutti gli studiosi di nostra lingua era favorito in sua casa da molti principi; e che per li suoi meriti'Car- lo V con amplissimo privilegio dato in Augusta li io settembre 1547 confermò a Gabriele l’antica nobiltà, e Massimiliano II imperatore glielo ha sottoscritto ; parimenti grazie ed indulti ottenne da più sommi pontefici, da re, e potentati, e dal Senato Veneziano che lo ascrisse alla cittadinanza originaria nostra. Vedi anche nella prefazione alla ristampa del Ditte Candiolo tradotto dal Porcacchi. Verona 1734, /¡.to. Non credo che Gabriele Giolito sia autore di alcuna opera sua, o traduzione stampata ; imperciocché quelle proposizioni intitolate DVBBII NATVRALI dirette a messer Ortensio Landò da M. GABBIKL GIOLITO, ai quali il Landò dà le soluzioni, non sono già del Giolito, ma invenzioni dello stesso Landò ( vedi il libro: Quattro libri de Dubbi con le solutioni a ciascun dubbio. In Vinegia appresso Gabriel Giolito de"1 Ferrari et fratelli jidlu, 8.vo, pag. a3 ). Ma peraltro ponilo esser di lui Lettere dedicatorie premesse a molte delle sue ed izioni. Dico ponno, perchè si sa che talvolta, e forse la maggior parte delle volte, queste Dedicatorie corrono sotto il nome degli impressori, ma non sono di loro, bensì o dell’autore dell’opera, o dell’editore, o di qualche altro prezzolato o pregato dallo stampatore. Ad ogni modo, sapendosi che Gabriele era persona cultivata negli studii, e capace di scrivere da sè una lettera di dedica, se non i4* tutte, almeno alcune, è facile che sien di lui. 10 ne noterò alcune fra le molte. Al Delfino di Francia dedica il Giolito la sua prima e-dizione dell’Ariosto (Orlando Furioso i54a, 4-to figur.). A Luigi degli Angeli (1) dedicò gli Amorosi Ragionamenti di Achille Tazio tradotti dal Dolce (Venezia i546, 8.vo). Ad Anna Marchesana di Monferrato nel i55i 11 Teodoreto. Al marchese Giovan Vincenzo dal Carretto nel 1545 la versione di Fa-laride. A Gianjacopo Leonardi la Traduzione di Onosandro 1646, 4-fo- Alla Delfina di Francia il Decamerone del Boccaccio nel 1546. A Buona Soarda da s. Giorgio nel 1 544 intitolò il libretto Della Nobiltà et eccellenza delle Donne dalla lingua francese tradotto con un"10 rat ione di M. Alessandro Piccolomi-ni in lode delle medesime. (Venezia, Giolito i54g, 8.vo, sendo la dedica del i3 settembre 1544). Abbiamola lettera di ringraziamento della Soarda al Giolito diretta ila Casale il Sammartino del 1544 ( Pino, Lettere II, 336). Le Prediche del reverendissimo mons. Cornelio Musso da Piacenza vescovo di Bitonto dell’edizione 1554 » 4-to furono dedicate dallo stampatore Gabriele Giolito in data primo giugno 1554 a Vittoria Farnese dalla Rovere duchessa d’ Urbino, nella quale ricorda il suddetto Luigi degli Angeli come fedele suddito e servo della duchessa. Avvi in fine Lettera di Bernardino Tomitano a Gabriele in data di Padova 29 maggio 1554 in cui il Tomitano gli manda una parte del Libro dei chiari Oratori della lingua italiana, ove si parla dell’eloquenza et artificio delle prediche e del predicare di mons. Cornelio Musso. Alcuni avvisi di Gabriele a’leggitori intorno alle cose di Pierio Valeriana si trovano nel libro: Pierii Valeriani hexanietri odae et epigrammata. A pud Gabrieleni Ioli-turn de Ferrariis et fratres. jidl, 8.vo, a p. 3zj-85-I21-i35. Una dedicatoria di lui a’ieitori è premessa agli Asolani di M. Pietro Bembo. Venezia, Giolito 1 558, 12.1110, in cui dice di darli correttissimi. Una prefazioncella di Gabriele alle Vergini di Cristo è nel libro: Alcuni avvertimenti nella P ita monacale ec. del p. Bonaventura Gonzaga da Reggio,. Venezia, (1) Luigi degli Angeli era zio di Giovanni figlio di Gabriele Giolito, come si riconosce dalla dedicazione che fa Giovanni Giolito nel 1068 alla duchessa di Urbino dello Stadio del Cursore Cristiano del p. Ulstio; e lo chiama fedelissimo servitore di essa Duchessa.