SANTA TERNITA. a31 e Capitano a Corfù; del 1658 ano degli tori del Doge Giovanni Pesaro; del 1661 Inquisitore a’ Sali ; essendo anche stato Provve-ditor sopra Danari, e Inquisitore sopra Offi-cii; che del 1662-1663 fu Inquisitore in Armata e Regno di Candia; che fece Testamento nel p.° marzo 1.662 in atti di Francesco Beaziano, e che finalmente morì nel successivo anno i663. Di questo Stefano si conservano in casa Magno le Lettere d’ufficio da lui scritte ne’detti sostenuti incarichi al Senato, a’ Magistrati, a’ Rettori di fuori, a’Consoli, ed altri Ministri sudditi ed esteri. E Andrea Marmora a pag. 4^2, 424 della Storia di Cor-fù ne faceva menzione, stampando una lettera di esso Magno in data 3i maggio i655. — 2.0 Stefano f. di Marco q. Stefano ch’era nato del 1622; che del 1673 era capo del Consiglio di XL Civil Vecchio; che del 1676 fu ino de’tre Presidenti sopra Officii deputati dal Consiglio di XL al Criminal; che del 1683, e 1688 fu de’Quarantauno nella elezione dei Dogi Marcantonio Giustinian, e Francesco Mo-rosini; che fece Testamento nel p.° luglio 1692 presentato nel 1693 in atti di Marco Generi- 11 i ; e che morì del 1696, sepolto alla Carità nell’arclie de’ suoi 'maggiori. — Ora di questi due, io terrei che fosse il secondo, come colui che non occupato nei Reggimenti di fuori, poteva forse più facilmente attendere in patria anche alle Lettere. — In casa Magno avvi qualche sua scrittura come Quaranta. 18. D. 0. M. | IOANNI MAGNO MARCI F.l SENATO-BI | RELIGIONIS REIPYBLICAE SOCIETATIS 1 MVNIIS EGREGIE FYNCTO | IYXTA PATRVOS MICHAELEM SENATORE!» ET STEPHANVM | FRATRES MOESTISSIMI PP. | VIXIT ANNOS LXYL M. VIII. D. XV. | XY. KALEND. APRlUS MDCCLVIL Dal ms. Gradenigo. GIOVANNI figliuolo di MARCO q. Giovanni MAGNO era nato del 1690. Nel 1710, 1713, 1716 fu eletto Avvocato perle Coni. Aveva anni 36 quando fu fatto Avogador del Comune, senza prima essere stato addetto alle Quarantie, ciò che tornava in suo grande onore, e facea vedere in quanta estimazione egli fosse per la sua saviezza ed eloquenza. Del 1731 fu eletto Conservatore alle Leggi ; del ij32 Consigliere del Sestiere di Castello; del i"34 Savio alla Mercanzia, ufficio ch’ebbe altre volte; del iy35 uno degli Elettori del Doge Alvise Pisani; e Deputato alle Decime del clero; del 1738 uno del Consiglio dei Dieci; c del 1741 uno de’Correttori della Promissione Ducale del Doge Pietro Grimani, e degli Elettori dello stesso. Del 1744 Inquisitor sopra i Dazii, e del 1748 uno de’cinque Revisori e Regolatori dei Reggimenti. Del 1753 fu anche Aggiunto all’ Inquisitorato sopra le arti. Fu poi del Pregadi e della Giunta più volte, ed altri urbani Magistrati ebbe fino a che nel 19 marzo 1757 venne a morte. Fralle molte ed importanti arringhe da lui tenute come Avvogadore, è celebre quella del 1729 thè riguardava il delitto commesso da Nicola Faragone. Costui (detto anche Nicola d’Aragona, ma veramente Faragone) era figliuolo di un villano di Ariano iu Puglia nel Regno di Napoli. Si mise in pratica di Avvocato appo uno de’ più distinti che allora in quella città fossero, ma avendolo egli rubato, e avendo replicalo un altro grosso furto a don Costanzo della Noce nella cui casa insegnava a’figliuoli, venne scoperto nel 1722, e relegalo per dieci anui in Presidio. Gli riuscì di fuggir di prigione, e venire poco dopo in Venezia con due donne una nominata Eleonora d’anni 60, e un’altra Fortunata figlia di questa d’anni 22, Napoletane ambedue, ma che qui venivan chiamate le Romane ,• la qual Fortunata, sebbene avesse egli moglie e figliuolo abbandonati in Napoli, teneva in Venezia a’suoi piaceri. Ora stanco anche di Giovanna e della madre sua, nna notte le uccise, e fatte a pezzi le nascose in un baule; poi presa una pietra ■che copriva la pila del pozzo della casa ove slava, cioè a San Vitale, legò con una corda la pietra al baule, e posto il tutto in una barca si condusse al canale della Giudecca ov’e-rano alcune navi pubbliche, e fra queste ia faccia il Rivo di Sant’Agnese, gettò in acqua il baule e la pietra. Ma essendo lunga la corda attaccata al baule, andò traverso la gomena di una delle navi, cosicché da una parte la pietra, e dall’altra il baule a cavalcioni restando , fu facile dopo tre giorni scoprire il delitto. Fatto il processo fu condannato a morte dall’Avvogador Zuanne Magno ; e sostenuto il Placito alla Quarantia Criminale parlò l’Avvogadore stesso contra il Faragone sostenendo la sua proposizione, in confronto di quattro Avvocati, fra i quali il Costantini, che parlarono a favore del Reo. Nacque però nel set-