SANTA T appunto .... Io tengo questa elegia del Bianchi, e un’altra sullo stesso argomento scritta dal Conle Fanfogna col titolo : Purichìnel/a interdictus foro prò redi tu deprecatur supplex apud excel/entissimuin Marcum Fuscarenum D. Marci exiniium procuratorem cui per annum fori cura tradita est. Comincia : Marce polens luigua, sed niente potentior. aequa. VII. Francesco Bianchi dell’ ordine segvetaresco, figliuolo di Pierantonio, merita pure di esser qui registrato. Era assai versato nei maneggi politici. Del i645 fu Estraordinario di Cancelleria; del i65i Ordinario; del t653 Segretario di Senato; e del i665 Segretario del Consiglio di X. Trovasi nei Regislri del Generale Archivio che essendo Estraordinario di Cancelleria servì come Segretario in Ispagna del 1646 l’ambasciatore Girolamo Giustiniano; che essendo già stato promosso a Segretario di Senato, andò nel i655 a Roma come segretario collo stesso ambasciatore Giustiniano, ed ivi si trattenne come Residente anche dopo la morte del Giustiniano; che fu eletto Residente a Napoli a’21 di agosto i658, dalla qual Residenza ritornò nel ai luglio 1663; che partì per la Residenza di Firenze agli 1 1 di marzo UÌÒ4; e che Del 1679-1680 era Residente a Milano. Esercitassi Francesco nella poesia; e ciò ricaviamo non solo da una lettera di Giuseppe Batista (Lettere. Venezia 1678, p. 333) diretta ad esso Bianchi già Residente a Napoli, nella quale lo ringrazia di un suo sonetto che merita mille elogi ; ma altresì da un sonetto di questo Bianchi in lode di Lorenzo Crasso premesso al primo tomo degli Elogi d'huorni-ni letterati. Venezia, 1666, 4-°)- Tutto ciò.sia detto ad ampliazione delle poche righe impiegate dal Mazzuchelli intorno al nostro Francesco Bianchì (II. 1136) (1). ERN1TA. ac<) mente di Venezia, oltre l’opera dal Mazzuchelli ricordata (Voi. II. p. ii36) Il martino del divino amore. Venezia, 174°? 8.°, pubblicò nel 1758 in tre tomi in 8.°: Osservazioni storico morali sull’ antico Testamento premessavi una assai dotta prefazione; e dopo due anni, cioè del 1760, altre Osservazioni sopra il Nuovo Testamento. Inoltre nel 1762 scrisse la vita del Santo Re Davide. Gli autori degli Annali Camaldolesi (T. VIU. p. 711, ann. 176«) che ciò riferiscono, dicono: Vivit solitudini, pietati, studiisque unicc intentili. > IX. Giandomenico Bianchi Veneziano ha parec* chi sonetti impressi nell’opuscolo : Nel solenne ingresso alla dignità dì patriarca di Venetia e primate delta Dalmazia dì Mons. ill.mo et reverendissimo Pietro Barbarigo a S. E. il. signor Agostino Barbai igo zio di detto Monsignore. In Venetìa MDCCVI- per Domenico Valvasen-se, in 4.0. A questo Giandomenico Bianchi il Cavalier Dotti dirige una satira che comincia : Bel partilo che sceglieste, Da impiegarmi con decoro: Augurarmi buone feste, Per indurmi a un mal lavoro. Una lettera in latino Dopo pranzo ? Sto ben fresco ; Quando io sono pien dì vino, Capirei meglio il tedesco. Si rileva da questa satira che il Bianchi era per metter vesta di avvocato, e che era di famiglia segre-taresca. In effetto tale ce lo indica anche 1’ inscrizione sepolcrale che ne abbiamo nella Chiesa parrocchiale a Padernello (luogo nel Trivigiano), la quale è così: Joh. Dominici Bianchi ultimi familiae suae a secretis Reip. Ven. sepulchrum. Obiit XIII. iulìi MDCCLXX11. aetatis LXXXX1I. (Raccolta ms. delle Inscrizioni Veneziane esistenti fuori di Venezia di G. Dom. Coleti appo di tue); dalla quale epigrafe si conosce che nacque del 1680. Il Mazzuchelli non ne fece menzione. VIII. X. Gabriele Bianchi Veneziano, ma di origine Giovanni Tommaso Bianchi Veneziano, del Vicentino, eremita Camaldolese del monaste- quale non parla il Mazzochelli, era chiamato ro di Monte Corona, ma abitante in S. Cle- al secolo : Illustrissimo signor Giandomenico, (1) Vis»e in Venezia nello scorso secolo verso la fine Francesco Bianchi maestro di musica, del quale veggiamo alle slampe alcuni Oratorii eseguiti nell’Ospitale nostro de’Mendicanti negli anni 1783-1785 e alcuni duetti, arie, rondò, sinfonie indicate nel Catalogo di musica dello Zalta. (Venezia 1790); ma essendo Cremonese Don ha luoco in questi articoli. Di lui dirò qualche cosa di più quando tratterò di quel celebre Ospitale e de’ Maestri di Musica che per esso scrissero. Tom, V. 27