slavismo è nemica implacabile delle aspirazioni della nazione croata. Dobbiamo prestarci a questo giuoco? Il giuoco non può illuderci più, perchè era già vecchio quando l’Austria era decrepita. E se Belgrado alleva in segreto il risuscitato uccellaccio, prepariamoci, uniti, a spezzargli il cuore, e per sempre. Diciamola, dunque, alla gioventù croata e alla gioventù italiana la parola della realtà che questa volta è anche la parola del sentimento e della poesia. La nostra voce che non è di quelle ammaestrate, che fu sempre aperta e risoluta, che ti rivolse le più aspre parole di guerra, senza esitare e senza tremare, può esprimerti ora, o popolo croato, una sincera parola di solidarietà. La gioventù italiana apprenderà forse, con qualche sorpresa, che nel 1859 un nobile spirito croato — che ampiamente ricordiamo in un capitolo di questo libro — salutava il diritto all’indipendenza del nostro Paese ed esortava i soldati di Croazia a ribellarsi ai loro padroni, e a far causa comune con noi; quei soldati che l’Austria mandava, schiavi, ad opprimerci e lanciava — carne da macello — all’assalto contro l’esercito piemontese che aveva preso le armi per una causa idealmente congiunta a quel- - 14 -