SANTA TER NIT A. a ¡io. Ora, trovandosi a dotto croccino nell’ìsola di Murano, nel palazzo forse di Gamillo Trevisan, cogl’ illustri Veneti Giorgio Gradenigo, Orsato Giustiniani, Valerio Mar-cellini, e col friulano Ottavio Mènini, la lesse loro, e cosi fu applaudita che il Meuini volle dettarvi sopra una dotta dissertazione: il qual Menini scriveva che questa divina canzoni, a suo giudizio, ti lascia di gran lunga addietro, quante canzoni sono stato mai scritte in questo proposito. Essendo dunque piaciuta anche questa Dissertazione, il Magno pensò di far ¡stampare la sua Canzone e la Dissertazione} e ad illustrazio-ne maggiore della Canzone aggiunse altri due Discorsi, l’uno di Valerio Marcellini, l’altro di Teodoro Angelncci medico ed accademico Veneziano ; il quale ultimo Discorso però non è compiuto, leggeudosi : che le lettioni sopra le altre dieci stanze che seguono si stamperanno dapoi. Questa Canzone senza commenti fu inserita a pag. 127 delle Rime 1600. Le altre cinque canzoni che doveva scrivere il Magno, o non furono mai composte, o furono soppresse dall’ autore. 22. Riine di Celio Magno et Or satto Giustiniano. In Venetia presso Andrea Muschio MDC. 4-to. Celio dedica a Zaccaria Contari-bì cavaliere f. di Paolo ; parla di Marcantonio Magno suo padre ; paila delle proprie poesie nate nelle ore che sopravvanzanvagli ai privati e pubblici negozii ; dice di avere persuaso 1’ amico Giustiniano ad unirvi le sue poesie; passa poi agli elogi del Contarmi e della casa di lui ; ricorda l’antica servitù che aveva Marcantonio Magno suo padre cogli ascendenti di casa Contarmi. La data è p. febbrajo 1599 (m. v.) cioè 1600. Questa collezione comprende, come si è veduto, alcune delle Rime già precedentemente stampate, ma l’autore fe-cevì delle varianti, migliorandone il testo 5 e moltissime poi ne aggiunse di inedite. Le Rime spirituali sono divise dalle altre e comin- ciatio alla pag. 121. Così pure sono divise le Proposte di diversi al Magno e le Risposte di questo a pag- 135. Dalle molle persone encomiate , o ricordate in queste Rime si può dedurre la serie de’conoscenti ed amici, e mecenati che egli aveva. Io noterò i principali : Chiara Bragadlna per la sua singolare bellezza chiamata comunemente la Dea Venere. — Agostino Valiero Vescovo di Verona per una scelleratezza macchinata contro di lui, quando non era ancor Cardinale. (1) — Ascanià Pignatel/o cui l’autore mandava il proprio ritratto. — Giacomo Foscarini Cavaliere creato Procuì'ator di San Marco. — Leonardo Mocenigo. — Alvise Mocenigo Doge. Margherita di Francia madre del Duca di Savoja. — Domenico Veniero. — Chiara Cappello. — Luigi Grimani Provveditor Generale. — Margherita Martinengo figliuola del Conte Marcantonio da Villachiara. — Brunoro Zampesco che scrisse il Trattato del Perfetto Amante, il qual libro fu impresso col titolo l’Innamorato Dialogo (senza nota di stampa in 8".vo). — Elena Loredana. — Danese Cutaneo per una statua di Venere da esso scolpita. -— Camillo Trevisano possessore di un bel palazzo a Murano. -— Elena Mazza madre di Orsatto Giustiniano. — Girolamo Casoni sotto il cui nome per errore fu stampata dal Deuchino in Trevigi e ristampata dal Ciotti in Venezia una Canzone del Magno che comincia : Quanto in voi donna, io miro. —- Orsatto Giustiniani la cui villa de’Pradazzi è lodata dal poeta. —• Giorgio Gradenigo. —- Paolo Ptiruia Cavaliere e Procuratore. — Marmo Grimani Doge.—-Zaccaria Contarmi. — Leonardo Donato Cavaliere e Procuratore, poi Doge. — Paolo Tie-polo Cavaliere e Procuratore. — Alberto Ba-doaro Cavaliere. — Berardino Rota. — Marco * Veniero. — Bernardo Nàvagero. — Domenico Veniero. — Pietro Gradenigo. — Vettor Marino ec. Da queste Rime viensi a conoscere altresì quali autori abbiano dirette al Magno le loro poesie, e furono Ascanio Pigna-tello. — Bernardo Maschio. — Domenico Vernerò. — Orsatto Giustiniani. — Simon Contarmi. — Giacomo Barbaro. — Alessandro Tur amini. —- Valerio Marcellini. —- Costanti- (*) Di tale attentato alla esistenza del Yaliero fatto nel i56j da un cherico di Verona, col porre sotto alla cattedra episcopale il fuoco mentre era il Valiero in chiesa siediito ad udire la predica, fa menzione Alvise Lottino nel libro Episcopalium Cararum characleres, ed è riportato a pag. XIX, XX-del libro de Caulione dello stesso Cardinal Valiero (Patavii, Coroinus,. i7I9> 4 t0 )■ Anche il Y»r .Uero lo ricorda a pag. LI del libro Degli occulti Beneficii di Dio.