20. Joartnis Benedirti Perazzo Veneti O. P. Tractatus de Censuris (non eompletus). Sono Lezioni che il Perazzo tenne quando copriva nel convento de’ Ss. Giovanni e Paolo la Cattedra di Lettore de’Casi di Coscienza dal 1663 al i665. 21. Joannis Benedirti Perazzo Veneti O. P. In Neotericos Oratores seu, in nostri lemporis concionatores Oratio ad Bibìiorum expositio• nem introductoria. Comincia : Infausti ad venere jam dies etc. e in fine: anno 1655 die io men-sis augusti. 22. Joannis Benedirti Perazzo Veneti O. P. Cursus Philosophicus discipulis traditus in Convellili S. Jo: et Pauli duni munus Arlium le-ctoris ageret ab an. 1657 ad 1660. Queste tre Opere 20. 21. 22. si citano sopra Codici mss. già esistenti nella Biblioteca de’Ss. Giov. e Paolo. Vedi il Catalogo pubblicato dal p. Domenico Maria Berardelli (N. R. Opuscoli. T. XXXIII. pag. 69, e pag. 82, c T. XXXVII. pag. 87. Di Giambenedelto Perazzo parlò fra gli altri Valentino Bortoluzzi nell’ Opuscolo : Vita Sapientis Oratio habita in DD. Joannis et Pauli in funere adm. R. P. S. T. AI. Io: Benedirti Perazzi ordinis Praedicatorum a Valentino Bortoluzzi sacerdote Veneto phil. et 1. U. D. et adm. Reverendis ejusdem coenobii palrìbus dicata. Venetiìs 1707. Typis Dominici Valva-sensi. 4-° Da questa Orazione nulla si estrae di particolare intorno alla Vita del Perazzo che in generale viene ivi chiamato dottor Teologo e letterato. Solo vi si registrano le Opere dalla lettera A alla lettera AI. — Gregorio Leti nell’Italia Regnante Parte IV. pag. 2a5 e seg. (Geneva 1676. 12.0). — Giambatista Vidali nei Capricii Scrii delle Aiuse (Venezia • 677. 12.0) ove a pag. 33o è un sonetto del Vidali al Perazzo in lode dei suoi ingegnosissimi distici. — Il Muti nella Penna Volante (Venezia 1681. a p. 215. 226. 228) ha lettere dirette al P. M. Benedetto Perazzi, lodando le sue poesie. — Jacopo Salomonio lo ricorda in una epigrafe che vedevasi altra volta nella Scuola degli Studenti di Teologia in S. Agostino di Padova sotto l’anno 1676 sendo il Perazzo bacelliere dell’Ordine, e Vicereggente. (Urbis Patav. lrisc. pag. 99). — Il P. Francesco Fulvio Frugoni in varie sue opere la ricordanza del Perazzo: cioè: nel Voi. IV. Del Cane di Diogene a pag. 38g. (Venezia 1687) ove introduce il Perazzo in un dialogo a provare die è più espediente all’uomo prender una 3 S9 moglie bella, benché povera, che una ricca ma brutta. A pag. 337. 345 del V. Volume lodando le opere poetiehe del nostro Giambe-nedetto, finge che Marziale le giudichi, e dice che Owenio e il Perazzo sono imitatori singolarissimi di Marziale, riportando in prova alcuni distici del Perazzo. Alla pag. 533 dello stesso Volume V. lo lauda come Teoio» go e come poeta trilingue, e come fedele amico. Lo stesso padre Frugoni appo il Leti rammenta il nostro Perazzo nel Riparlimento primo de"1 Ritratti Critici pag. 544 i ne^ Riparlimento terzo pag. 269; nell’ Epulone in principio; nell’ Eroina Intrepida a pag. 287; e ia tutti questi siti fa elogi a’distici del Perazzo. In questo ultimo libro L’Heroina intrepida ove-ro la duchessa di Valentinese historia adornata da Francesco Fulvio Frugoni. Venetia 1673. 12" Parte III. Volume II. pag. 287. dice: » Delitia dello spirito del Peregrino fu il padre » Maestro Gio: Benedetto Perazzo rigoroso •» professore dell’amicitia più pura come della » dottrina più vera. La dolcezza della sua » mente ingenua unita all’acume della sua in-n telligenza ingegnosa il fa reputar un’ape delle n più argute, che stian tutt’hora melilicando » in quell’alveare divino. Per lui hanno i chio-» stri anche il lor Martiale, ma così casto al y> costume come allo stile : proprietà nativa dell’ n ape.« Nondimeno sonvi,a mio parere, de’disti-ci nel Perazzo che non ponno dirsi affatto adatto puri al costume, sebbene graziosi, p. e. p. 43 del Polyodori. Veneris cuin Alarle concubitus : Bella Venus Mavorsque gerunt, Jert arma Cupido, Cornicinem pugnai; Alulciber unus agii. e pag. 27. In cinnam Zelotem maritum. Argus es uxori? quid te custode fit uxor? Vacca fuit, custos (Cinna) cui Argus erat. — Ricordalo poi la Galleria di Minerva (Ven. 1696. fol.) T. I. pag. 273 T. I. pag. 273 ove dice: » che il Perazzo a differenza di Marziale ed Ovenio n ha sì pia e castamente scherzato con le muli se che non mai ha degenerato nè pure un » jota dalla christiana pietà e religiosa moli destia, ch'egli professa. « E riflette che ove gli altri talvolta si sono estesi in epigrammi di più versi e prolissi, egli con tal rigore in quest’ordine ha voluto procedere che più concetti e più sali in due soli versi ha saputo ristringere. E parlando del sopracitato libretto al num. i5. Literalium Alelathesium dice, che il Perazzo ha lasciato indeciso se egli abbia uguagliato o pure superato in tal materia l’ ingegnosissimo Girolamo Genuini stampato in GL’ INCVRABILI.