1 IO 9 S. MARTA. I). O. M. | NOBILIS FIDELIVM MEDIOL.... FAMILIAE [ MONVMENTVM | IN YRBE DOMINA | VINCIGVERRA CONIYGI CAMIL- LAE FID........| SIBI ET TOSTERIS.... ER ... VM STATVIT ANNO VENIAE APLIS-SIMAE | MDCXXY. Sul pavimento l’ho letta nel mezzo della chiesa. Il mss. Gradenigo lesse MEDIOLANI, e FIDE PEKFECTA nei due vacui , e così AETERKVM. Nel mese di luglio 1612 abbiamo nell’archivio del Monistero un Accordo fatto colle monache di s. Marta da VINCI-GVERRA FEDELI per nome anco di Antonio sun fratello per l’esecuzione dell’ofti-ciatura della mansionaria lasciata a prò della chiesa dalla quondam Laura Fedeli. Vedi 1’ epigrafe seguente. 1 O IO. FRAN.s FIDELIS | S. MEDIOLANENSIS ECCLIAE | ARCHIDIACONVS \ PROTON.S AP S PHIÀE I. Y. D. | ET IN EPATY PATAVINO 1 Y1C.S GENERALIS | OBIIT DIE .... MEN...\ MDC .... | Questa vidi affissa sul muro vicino alla sagrestia. Lo scarpellino lasciò vacuo il mese, il giorno, e l’anno* segno che fu posta la pietra vivente il FEDELI. Scrivemi l’amico mio Pompeo conte Litta di Milano, die il cognome FEDELI è presso loro estinto ^ e che questo GIANFRANCESCO è registrato in un suo manuscritto quale arcidiacono della metropolitana di Milano nel 1627, e che mori del 1633. In uno de’volumi della Cronaca cittadinesca Gradenigo trovo fra gli altri che VINCIGVERRA, e GIANFRANCESCO arcidiacono non che un Giampaolo erano fratelli figliuoli di Giambatista FEDELI di Milano, e che quel Giampaolo aveva figlia una Camilla die fu moglie di uno di casa Battisti. D. I. S. O. M. | FRANCISCVS PATAROLVS P. Y. C. 1 NE QVI FAMILIAE DECYS NO-MENQVE | AYXERANT HIC SINE STEMMATE | SINE MORTIS IIONORE IACE-RENT | STBI L VVRENTIO PHILOSOPHIAE ET I. V. D. | ET HIERONYMO FILIIS DI-LECTIS | STMIS EORYMQVE POSTERIS SACELLVM 1 ET CENOTAPHIVMHOC F. F. 1 ANNO MDCXXXVIII. 1 KALENDIS \ IYLII. FRANCESCO PATAROLO del 1642 era governatore della Scuola o Confraternita de’ Mercatanti alla Madonna dell’ Orto, come da sua ricevuta che sta a pag. 154 di un Codice Membranaceo d’istromenti, testamenti ec., spettanti a detta Scuola presso l’Archivio Demaniale. Questa lapide ho letta sul pavimento della chiesa a dritta. Le sigle D. I. S. O. M. le interpreterei Deo Immortali Summo Optimo Maximo e le altre P. V. C. Publicus Venetus Cancellarius, sendo di famiglia segretaresca 5 oppure Publicus Venetus Causidicus, essendo giureconsulto. Nel novembre 1818, io nello veduto un pezzo collocato nel più alto sito della nostra città, vale a dire, intorno al perno su cui aggirasi l’angiolo del campanile di san Marco, nell’ occasione che si dovette acconciarne la punta. Chi avrebbe creduto che la lapide che copriva le ceneri di una distinta traile nostre cittadinesche famiglie dovesse in gran parte servire di sgabello a’piedi di un angelo ! E a ragione dissi, distinta famiglia, perchè tanto il detto FRANCESCO quanto i figli suioi LORENZO dottore riputato d’ambe le leggi, e GIROLAMO furono gli autori dell’ illustre letterato Lorenzo Patarol, del quale qui dico, secondo le traccie che me ne dava il fu chiarissimo nostro Francesco Negri. » Lorenzo Patarol. Nome poco noto a’ dì » nostri egli è questo, ma pur .meritevole » quant’ altri mai di vivere nella memoria di » chiunque per le buone lettere sente amore. » Un suo elogio si trova nel Giornale de’ Let-» terati (1) in volgar lingua scritto, ed un al- (i; Ionio XXX\III. Parte II, p. ¿¡4, e segg. Venezia, appresso Gabriele Hertz 17^3, in 12.