ALLA CHIESA DI £ tori del re di Ungheria. Comincia : Instrumentum est factum Constantiae anno Domini millesimo quingentasimo decimo —die prima octobris. 10. Copia dell’Istrumento della Pace conclusa e latta per anni cinque col Signor Turco dal Re di Ungheria, nella qual pace è compresa anche la Signoria di Venezia cum omnì dominio suo terra marique. Comincia : Nos IVratislaus Dei gratta Unga-riae, Bohoemiae, Dalmatiae, Croaliae ec. Uex .. . Damus ad notUiam omnibus et singulis quibus expedit.....Scriptae et datae sunt Budae prima die mensis octo-Iris anno Christi JflDXI. Regnonim nostro-ram llungariae etc. anno XXII, Bohoemiae vero XXXXII. 11. Lettere due di Tommaso cardinale Strigoniense, l’una ex Villa Omnium San-ctorum 28 Ottobre IBM, l’altra da Zagabria 26 ottobre dell’anno stesso., le quali affermano essere stata concbiusa la lega tra ei stimino P-on tifi ce, el srno Re Cattolico, et lu ili.ma Signoria, di Fenetia, pubblicata tal lega nella domenica quinta del mese di ottobre 1511, nella solennità della messa in Santa Maria del Popolo a Roma. ( fra quelle dirette al Pasqualigo ) 12. Lettera di Giorgio vescovo di Cinque-chiese in data FFtjsegradii, la domenica delle Rogazioni a. 1512, nella quale molte novità importanti si contengono relative alle cose de’ Turchi. Comincia : Accepi literas novitatum .... {fra quelle dirette al Pasqua» Kgo ). Voi. /. p. 171. Fu impressa nel 1842 in Roma da Alessandro Monaldi in 8.vo., una Orazione fino allora inedita fatta da anonimo per la elezione del doge Antonio Grimani ( fu eletto nel 1521), dietro un codicetto del seco- lo XVI posseduto dal Conte Tommaso Gito- li. Si pubblicò nella occasione della promozione di monsignore Luigi Fannicelli Governatore di Roma da Oreste Raggi, il quale fa menzione anche dell’ antica dedicatoria al Cardinal Grimani ( Domenico ) dalla quale apparisce che ad insinuazione di esso Cardinale l’anonimo autore fosse per pubblicare la sua Orazione, quando morto non solo il doge ma altresì il cardinale (ambi morirono nel 1523), la let- A ISTORIO ABATE. 523 tera rimase interrotla, e la Orazione non pubblicala. — L’ editore Baggi conghiettura che ne sia antore Giangiorgio 2'rissino dal-1’ uniformità del carattere di lui con quello di alquante righe che trovansi in fine di detto Codicetto, e dallo stile di questa orazione che pare al Baggi non lontano da quello usalo dal Trissino nella già nota Orazione sua per l’altro doge Andrea Grilli, benché in questa pel Grimani siavi troppo abuso di latinismi che non e’ è in quella pel Grilli; dice peraltro che i latinismi eran prò-prii del Trissino segnatamente nell Italia liberala. Che se poi non fosse del Trissino, soggiunge 1’ editore, non mancherebbero argomenti per crederla del Aavagero (Andrea) ove si volesse supporre che i Vicentini, anziché un loro concittadino, mandato avessero per cotale ufficjo un Veneziano medesimo che a nome loro ( Ticentinorum nomine ) come si legge nella dedicatoria, tosse per congratularsi col novello doge. Ma a dir vero, dai seguenti passi da me tratti dai Diarii di Marino Sanuto (Voi. XXXII. p. 9. 10.) potreb-be considerarsi autore un altro Vicentino, fuori del Trissino — Egli dice : Adi 8 ottobre 1521. » Gionse in questa sera li 6 ora-» tori Vicentini veneno a congratularsi col » doxe di la sua crcalion sono ben in ordi-» ne alozano a S, Benedetto in la caxa fo » di £ Piero Contarmi et damatina ^nno » alaudientia “ Adi 9 detto ■— » In questa » matina veneno li 6 oratori Visentini in Col-» legio la nome di quali sarano posti qui » sotto ben in ordine et ben vestiti et il pri-» mo di lhoro Conte Zuangaleazo da Tiene » fece la oratione mollo superba tamen vuJ-» gar alegrandosi di la creatimi dii principe » el principe li uso graie parole et poi fece » tutti cinque li altri oratori cavalieri exce-» pto questo da Tiene qual era sta fato per » avanti. “ Rome di 6 Oratori Visentini „ Il Conte Zuamgalcazo da Tiene, Cavalier. Dno Federigo da Porto, dotor. „ Dno Anzolo Caldogno, doctor. f fati „ Dno Lodovico Cavia, ) cava- „ D. Mattio dal Toso. \ lieri „ D. Hieronimo de Dressano. ' Ho detto potrebbe considerarsi, giacché può darsi che l’Orazione fosse scritta da un altro soggetto, e soltanto recitata dal Tiene; ma finché non consti in contrario, tengone