S. M. DF.L SOCCORSO. tista con grotteschine minute, e con figurine sco come principiata avevaia il Franco (3). a fresco assai lodate dagli artisti (i). Non Egli eziandio aveva lavorato a fresco per Te molto di poi lavorò tre quadri nel soffitto ville di alcuni gentiluomini (¿{). della Libreria di San Marco (a). Nella Gap- Ho posto in transunto, con alcune mie an-pella Grimani in San Francesco della Vigna notazioni, quanto scrive il Vasari intorno a cominciato aveva per tutta la volta sparti- Batista Franco, il qual Vasari fa pur menzionanti di stucchi e di storie in figure a fre- ne, che il Franco si occupava anche dell1 losco, lavorandovi con diligenza incredibile; ma cisione in rame, e che delle cose antiche di prima di poter finire morì (anno 15(> i ), e 1’ Roma fece 1111 gran libro che pur fu lodalo (5). opera fu finita da Federico Zuccari pur a fre- E qui osserverò non potersi veramente ripe- (1) Sussistono pur oggi queste pitture. Lo /anelli dire : Sulle volte della gran scala del collegio (dipinse) un buon numero■ di figure assai belle e grottesche minute sulla maniera degli antichi fra gli stucchi di Alessandro Vittoria celebre discepolo del Sansovino. Quesie pitture furono nsluuiate ugualmente che gli stucchi alla line dello scordo secolo XVI1L (a) Questi quadri rappresentanti l’Agricoltura eon Pomona, Cerere e Verlunno; la Caccia dov’è Diana, con Atteone; e i Frutti della fatica e dell'esercizio, si veggono tuttavia nel a stessa sala che ora si dice Librerìa Vecchia, giacché ne furono trasportati i volumi nel Palazzo Durile. Soik> siati tutti e tre inlaglinli in rame a contorni nella incisione che mostra in complesso tulio questo soffino, e che è inserita a pag. 80 del volume I. delle Fàbbriche di Venezia (Ven. Alvisopoli 1815. fol.) con descri-tion di Antonio Diedo, E questa preziosa sala, vuola, e elisol)ilata, vidi pur troppo più volle ingombra di mobiglie spettanti alle camere del Palazzo reale! Lo Zanetti ebbe il merito di scoprire esser» •tali questi ed altri quadri del magnili'*) soflitto di questa sala, eseguili nel i556-i557; indicandosi che l’accordo fatto con Batista di Franchi (eh’ è lo stesso che Franco) fu di ducati quaranta, come cogli altri sei pittori che a gara concorsero a lavorarvi. Nei libri della Procuratia di S. Marco intitolati Quaderni della chiesa di S. Marco dal i!5Go al 1 5G7, v’è a pag. 89 ricordalo il nome di M.ro Batista di Franchi pit-'or sotto il di primo mano i56o per danari avuti dalla Chiesa, ma non se ne »pcciiica l'oggetto. Lo Zanetti aggiunge che il Franco fece pitture simili a quelle della scala d’oro, anche nelle scale delle Procuralie (cioè nelle scale della suddetta antica Libreria) ; pitture che sonvi pur oggi. (3) Restano ancora del Franco dipinti a fresco sopra l’altare di questa Cappella la Risurrezione di N. S. e quindici piccoli comparti nella volta; ma' quasi lotto è rovinalo dal marino. Il Boschini poi attribuisce ol Franco anche i due dipinti' a fresco laterali alla delta Cappella uno (ora già a [Tatto perduto) colla Maddalena che si converte alla predicazione di Gesù Cristo, Tàllio tuttora sussistente, ma in cattivo stalo, con Lazzaro risotto. Il Vasari vuole che auibidue siano di Federico Zuccaro; ma lo Zanetli sta col Boschini scorgendovi la maniera del Franco. Veggasi l’opuscolo del eh. sig. cavaliere Pieralessandro Paravia intitolalo : Della Cappella Griinana in S. Francesco della Vigna e della nuova Tavola di aliare (di Michelangelo Grigoletti) che vi fu collocata, Lettera di un Accademico di S. Luca (Venezia. Pirotti 1855. 8.vo) ove però per equivoco è dello che il Franco si dilettava anche di stucchi : dovendosi intendere nel Vasari che il Franco otdinò gli spartimenti di stucchi t di storie, e che vi fece le figure a fresco. (4) Andrea Palladio nel Libro II dell’ Architettura capo XIIII parlando della fabbrica di Nicolò • Luigi Foseari alle Gainbarare sopra la Bronta (nel sito detto la Malcontenta) dice : la quale (sala) è stata ornata di eccellentissime pitture da Messer Ballista Veneliano (qui intendisi Batista Zelolti Veronese, sebbene comunemente dicevasi Veneziano). Soggiunge poi : Messer Battista Franco grandissimo disegnatore a nostri tempi havea ancor esso dato principio a dipingere ima delle stanze grandi; ma sopravenuto dalla morte ha lasciata l’opera imperfetta. (Da ciò si rileva l’epoca in eli« dipingevasi quella stanza, cioè" i56t, nella quale morì il Franco comi si è veduto). Così pure nello »tesso libro 11 e nello stesso capo XIIH ragionando del palazzo di Leonardo Emo a Fanzolo villa del Trivigiano, dice che questa fabbrica è stata ornata di pittare di M. Battista Venetiano; e anche qui deve intendersi lo Zelotti non il Franco. E ciò nolisi perché credo che alcuno abbia attribuite appuuta le pitture dello Zelotti al Franco, ingannato dal nome eguale di Batista. E che sieno dello Zelolti veg-gasi il Rìdolfi a pag. 55o. Voi. Primo ove dice che lavorò in compagnia di Paolo a Tiene, a Fanzolo.... e a pag. 366. »67. ove del palazzo Foseari. (5) In quanto a questo libro veggasi qui in seguilo.all’articoìo di Giacomo Franco.