SANTA TERNITA. in 8.°, ponendosi il Donati nella classe di quel- li che dilatarono co’libri pubblici lo studio della Botanica. Alberto Haller nella sua Bi-blioih. Botanica ( t. I. p. 44^, Tiguri, 1771 ) dice che il libro del Donati è de’ migliori che uscissero a que’tempi, e nota varie delle più rare piante descritte dal Donati. Dietro YHal-ler ne fece menzione onorevole anche il Ti-raboschi (tomo Vili. p. 435, ediz. 1824 della Letteratura). E un breve articolo ne abbiamo nella Biografia Universale (tomo XVI. p. i83, ediz. Veneta), ove si aggiugne che il Donati pubblicò altresì un trattato latino De Vina-cesis, eh’è stalo tradotto in Italiano da Noto 1676. Ma questo trattato io non vidi. Quegli però che più d’altri ragionò, e meglio analizzò l’Opera del nostro Donati si fu il parimenti nostro Zannichelli. In effetto Gianjacopo Zan-nichelli nella Prefazione alla Istoria delle Piante che nascono ne’ lidi intorno Venezia ; opera postuma di Giungirolamo Zanniclielli suo padre. (Venezia, 17^5, fol. fig.) fa vedere', che Antonio Donati fu il primo in tutta Italia che si desse alla inchiesta dello piante del suo paese , cioè di quelle ¡da esso trovate ne’ lidi e nelle spiaggie che circondano la laguna in cui è situata Venezia. Egli non si contenta soltanto di nominare le piante suddette, ma ne descrive alcune, ne porla le figure, ed aggiunge un cenno della virtù e dell’uso medicinale loro; e in ciò fare appunto fu il primo, dacché nè avanti nè dopo di lui fino a’tempi del Zan-nichelli trovossi in Italia chi avesse la cura di ricercare e descrivere le produzioni naturali e spezialmente le piante del suo paese. Il Donati però ommise molte piante proprie de’no-stri lidi ; ed altre ne registrava che non furo* no a memoria nostra negli stessi luoghi vedute, nè sembra verosimile che ci abbiano potuto allignare spontaneamente giammai; il perchè conghiettura lo Zannichelli non già che il Donati abbia voluto artificiosamente far credere ciò che non era, ma sì, che mancando egli allora de’necessarii soccorsi per avere una esatta e ben distinta cognizione delle piante, commettesse inavvedutamente molti errori nel denominare quelle che aveva tra le mani. Sospetta ancora lo Zannichelli che il Donati non abbia precisamente circoscritte le sue ricerche alle sole spiagge e lidi nostri, ma che abbia abbracciata altresì qualche parte di paese in Terraferma massimamente lungo le rive de’ fiumi. Un altro difetto nel Donati è quello di non porre gli autori da’ quali esso Tom. V. Ig3 prendeva il nome delle piante; quindi non essendo que’nomi de’più usitati da’Botanici, resta il lettore sovente in dubbio di quali piante il Donati intendesse di parlare. Scoperse però lo Zannichelli che i nomi suddetti sono tolti in gran parte dalle Memorie e dalle Osservazioni di Pietro Pena, e di Mattia Lobel- lio. Inoltre il Donati accresce il dubbio nel lettore coll’ avere le stesse piante in più d’ua luogo e con diversi nomi registrate. E siccome dalle parole del riportato frontispicio ve-desi che il Donati aveva intenzione di Iralta-re eziandio degli animali, e delle pietre, del che diede alcun saggio anche nel fine del libro; così si deduce giustamente dallo Zannichelli che l’autore avesse l’idea di scrivere la Storia naturale di Venezia ; il che, se egli non potè eseguire, lasciò almeno a coloro che sarebbero vissuli dopo di lui, un ricordo di ciò che, se si facesse, tornerebbe a gran vantaggio della nostra nazione. Ma su questo argomento veg-gasi l’opera del chiariss. profess. Tommaso Antonio Catullo, intitolata : Trattato sopra la costituzione gcognostico-fisica dei terreni alluviali o postdiluviali delle Provincie Venete. Padova, Cartallier e Sicca, 1838, in 8.°. Abbiamo avuto eziandio Sinione Donati accolito in S. Bartolommeo di Venezia, che era dottore nelle Leggi, ed avvocato ecclesiastico, giovane di grande espettazione, diceva il Mar-tinioni nel 1663 (Catalogo de’ Dottori che sono nel Veneto Clero pag. 14 ) ; un Domenico Donati che ha poesie nel Serto di fiori poetici al padre Giacinto Maria Crocetti predicatore in S. Zaccaria di Venezia; libretto dedicato a donna Ruzzina Balbi da don Gio. Benedetto Gazina. (Ven., 1677, 4-°)- ^ anche un Giovanni Donati sacerdote secolare alunno della chiesa parrocchiale di S. Benedetto, dottore in Sacra Teologia, e canonico di Pola; il quale da giovanetto apparò lettere umane nella casa professa de’ padri Gesuiti, indi la filosofia e la teologia^ giusta la mente di Scoto, dai padri Minori Osservanti di S. Francesco della Vigna ; e del quale abbiamo alle stampe : 1. Panegirico in lode del preziosissimo Sangue di Gesù Cristo detto nella insigne Arciducale Basilica di S. Andrea di Mantova nel dì 12 marzo 1736 festivo per V invenzione della Divina Reliquia, da Giovanni Donati sacerdote Veneziano dottore in sacra teologia, consecrato all’eccelso merito di S. E. il sig. Conte Carlo di Stampa, Conte del S. R. I., e Monte Castello, Consigliere intimo attuale di Stato di S. M. 25