S. M A R T A. giudizio sul giovane Giolito non era del solo Toscanella, ma e di Remigio Fiorentino, e di Lodovico Dolce, e di Tommaso Poroacchi, e di Dionigi Atanagi, i quali sembra che o fossero institotori di Giovanni, o almeno lo dirigessero, ed eccitassero a’buoni studii. Anche l’ab. Girolamo Gbilmi nel Teatro d? huomini ¡etterati (volume V, mss. nella Marciana classe X, cod. CXXXIY) dicendo che la città.di Venezia lo produsse al mondo, loda la candidezza de’suoi costumi, e il suo valor nelle lettere, dimostrato nelle sue composizioni a stampa e in altre le quali sin adesso non sono alla pubblica luce uscite, Egli continuò Pof-iicina del padre e dell’avo, mantenendola in quello splendore che sotto il padre aveva acquistato, e dandole forse più nome, perdi’ egli era non solo stampatore ma letterato e scrittore. Ha osservato lo .Zeno ( II, 3ia) die Giovanni e Giampaolo suo fratello dopo la morte del padre comune posero nella fronte delle loro edizioni quasi semnre in Venezia, e non in Vinegia come per l’addietro, e dicevano presso i Gioliti e non presso il Giolito, ovvero univano i due loro nomi presso Giovanni e Giampaolo Gioliti fratelli. Diedero fuori un Ìndice copioso e particolare di tutti li libri stampati dalli Gioliti in Venetia fino all"1 anno io92, in 8.vo. QuesL5opuscolo è di pagine 20 numerate., e sull’esemplare Marciano si fece di carattere antico un 8 ov1 era il 2, cosicché progredirebbe l’indice al «598. E diviso in libri latini, e libri volgari in italiano co1 loro prezzi. Notisi però che questo non è già Pindice di tutti i libri stampati, ma di tutti i libri che all’epoca i5g2 si trovavano vendibili al loro negozio. Il più vecchio libro indicato in esso Catalogo é del cioè Bedae Commentario in -D. Palili Epistolas, in 8.vo. Abbiame di Giovanni le seguenti opere: a. Una traduzione italiana della Vita di san Lorenzo Giustiniano patriarca di Venezia, scritta latinamente da Bernardo Giustiniano. E' inserita nel Trattalo della disciplina e della perfettione monastica del beato Lorenzo Giustiniano.primo patriarca di Ve-netia tradotto dal R. P. don Gregorio Marino prete regolare. In Venetia appresso Gabriel Giolito de’Ferrari, mdlxviuj, 4-to; e ne trovo citata anche una edizione di Venezia presso Giuseppe Marcello 1611, i43 in ia, e un’altra per Barezzo Barezzi 1618 in 4.to, ma non le vidi. 2. Una versione dallo Spagnuolo della Viti dal P. Ignalio Loiola fondatore della Religione della Compagnia di Giesù, descritti, del p. Pietro Ribadenera, ec. In Venetii appresso i Gioliti mdlxxxvi, 4-to, dedicai, dallo stesso traduttore Giolito in data d. Venezia 8 agosto 1586, al cardinale Henri-co Caetano, nella quale dice che in pochi mesi l’ha volgarizzata e anche fatta stampare. E ivi per gli stessi Gioliti i58j, in S.vo. 3. Una traduzione in versi sciolti dal Parto •della Vergine del Sanazaro col titolo : Del Parto della Vergine del Sanazaro libri tre tradotti in versi toscani da Giovanni Giolito de"1 Ferrari al ser.mo sig. don Vincenzo Gonzaga duca di Mantova e di Monferrato, ec. In Venetia appresso i Gioliti mdlxxxvih, 4-to. La dedica è in un sonetto^ s nella prefazione dice il Giolito di a-verlo tradotto in versi sciolti, sì perchè e la materia e il verso eroico necessariamente il richiedeva, non iscostandosi dal latino, sì perchè dove mancasse nel traduttore il valore di volgarizzarlo, vantaggiosamente supplisse quello del primo e principale autore. Vennero di nuovo questi tre libri (.lati in luce da Antonio Bulifon e dedicati ad I-sabella dPAvalosprincipessa di Balera, Roc-■cella, ec. (Napoli per G iuseppe Roselli 1691, in 12) ove il cherico Filippo Bulifon dice a’ lettori che suo padre Antonio Bulifon è così amatore delle stampe de’ Gioliti che non bada a spese nè a fatica per imitarli nelle stampe e nelP amore di' essi avevano di dar fuori cose che non fossero facilmente dagli altri superati; e chiama celebre Giovanni Giolito, e celebratissimo Gabriele il patire. Una terza edizione ne uscì in Verona nella stamperia della Fenice a Santa Maria Antica MDeexxxn, 4-to, con dedicazione al-l’abb. Giuseppe de Borsa Co. Palatino di Giambatista Rietti, e si danno lodi al Giolito che con perfetta eleganza tradusse in versi toscani questo libro. In fine dell’edizione Panno è mdccxxxi. Per questa traduzione, sebbene non la prima (che il primo traduttere fu Francesco Monosini da Pratò Vecchio nel i55a. Venezia, in ia, e in i-sciolti) il Giolito ehbe allora molti elogi.