SANTA TERNITA. mia, e dell’astrologia, circa de' quali egli ebbe molto carteggio col celebre Giovanni Kepplero, cioè dal i6i5 al 1620 (1). Rifletteva però giustamente il Foscarini che il Bianchi era stranamente imbevuto della persuasione di poter predire i futuri avvenimenti dell’ umana vita, secondo l’aspetto dei pianeti. Dalla prima delle Lettere al Kepplero in data 19 Kal. ia-miarii 1615 apparisce che il Bianchi non avesse mai veduto il Kepplero ; ed anzi ignorando questi la condizione, i titoli, e la casa del Bianchi, Vincenzo nell’altra lettera XIII. Kal. febriiarii 1619 gli dà conto di sè e de’suoi antenati. Qui è dove il Bianchi si vanta di essere di antica cavalleresca famiglia, la quale sullo stemma gentilizio porta la corona per privilegio dato da Imperatori e da Sommi Pontefici, e per il dominio ch’ehbero i suoi maggiori di alcuni luoghi e terre d’Italia e fuori ; qui è dove dice di esser nato Conte Palatino, e che Sigismondo Imperatore decorò in perpetuo di tale titolo i legittimi discendenti di tutta la sua famiglia. Anche dice sè essere Conte Alerano (Comes Alerani) per investitura di Carlo Quarto. E non solo si vantava di ciò col Kepplero forestiere in una privata lettera; ma tali titoli davasi anche in alcuna delle sue produzioni a stampa (posteriori però al 1606). Quello poi eh’è singolare si è che del 1618 pubblicava un libretto ripieno di documenti a provare ch’egli discendeva dalla stirpe imperiale Comnena Paleologa: ma tali documenti si riscontrarono falsi, e palesarono il Bianchi, su questo punto, per un solenne impostore, come si vedrà più sotto. Comunque però ^ia di tale sua vanità e debolezza, egli è vero quanto al/a sua nascita e a’suoi titoli, che Vincenzo Bianchi o de’Bianchi, o Bianco, nacque in Venezia da civile famiglia, ed era figliuolo di Alvisa, che fu contador all’ufficio dell’ Uscita, q. Girolamo e di donna Lucrezia- Figolina figlia di Gio. Figolino nolajo; che era cherico, dottore in Sacra Teologia e in ambe le leggi; e pare anche vero che fosse Cavaliere di S. Michele, e Conte Palatino. Si sa eziandio che del 1618 non avendo ottenuto ancora gli ordini maggiori, e il sacerdozio, e dovendo partire da Venezia, e dalla diocesi, il patriarca \ endramino gli concedette di conseguirli anche fuori; che del it>23 in un atto pubblico lo si chiama : /’ illustre e reverendissimo sig. Viri- cenzo Bianchi q. ill.rno sig. Alvise, Referendario Apostolico e Protonotario di Sua Santità; e che era solito vestire colle maniche a comedo ; le quali notizie si hanno dal libretto 1627 di cui in seguito. Quanto poi ai suoi studii egli è certo che il Bianchi era uomo a’ suoi tempi de’ più eruditi'; e tra per li viaggi fatti, tra pella conversazione e per lo carteggio con uomini distinti, come col cardinale Bellarmino, e col cardinale de Medici, che fu poi papa Leo* ne Undécimo, si era acquistata della fama. Il conte Francesco Algarotti aveva veduto nella Biblioteca Cesarea un busto con iscrizione greca AEYKOC ENETOC; e il Foscarini che ne ebbe la notizia, conghiettura che il Kepplero in onore del Bianchi abbialo fatto scolpire; ma potrebbe essere stato il Bianchi stesso che abbia a sè medesimo fatto un tale regalo, come osservava il Mazzuchelli. Ignoro quando, e dove, -sia morto il nostro Bianchi. Viveva certamente ancora liel 1627 epoca dell’accennato librette. Passando ora alle opere che lasciò a stampa, abbiamo: I. Il Panegirico di Vincentio Bianco detto per nome dell’Academia de’Signori Stabili, all’illustrissimo signor Antonio Prioli Capitano di Padova, nella partenza di S. Signoria illustrissima al!i VII. di aprile MDC. In Padova, appresso Francesco Bolzetta MDC ( 1600), nella stamperia di Lorenzo Pasquali, in 8.°. Il Bianco dedicando al Prioli in data di Padova 23 aprile MDXC (ciò eh’è errore invece di MDC) dice che ha appena X'VII anni; dal che si conferma ch’egli nacque nel 1583. Segue un Sonetto di Ercole Farnese all’autore in «ui dicendo : Dei grand’ avoli tuoi ti volgi a segno , mostra che fin d’allora il Bianco si vantasse di discendere da avi illustri. Avvi anche a lui un epigramma greco di Massimo Margurio di Citerà poeta che allora abitava in Padova. Qualche esemplare dopo il frontispicio ha impresso lo stemma dell’Accademia Stabile. Il Panegirico è interessante per la genealogia della casa Prioli perchè non versa solo nelle laudi di Antonio, ma di presso che tutti i distinti che fino allora furono della famiglia. Esso fu tradotto in francese e fu stampato in Francia per cura di .quell’ Odoardo alemanno, di cui abbiamo (1) Foscarini (Letter. Veneiiana, pag. 35o, 35i, ndta 4o).