25o SANTA TERSITÀ. ro. Inollrc sonvi altre sue Rime dirette a Giacomo Fo carini nella sua elezione a Procuratore; al Doge Marino Grimani ; a Francesco Contarmi Cav. Proc.; a Paolo Tiepolo Cav. Proc. : a Leonardo Mocenigo già Senatore ed ora Vescovo di Ceneda per la morte del Doge Alvise Mocenigo ; ad Alberto Badoaro Cav.; a Domenico Feniero ; a Berardino Bota / a Bernardo Navagero ; ad Alberto Lavezuola; ad Ascanio Pignatello ; a Fettor Marino ; a Domenico Tentoretto ; a Francesco Bembo ; a Marco Feniero : a Pietro Gradenico ; a Giro- 1 1 lamo Damlolo ; ;< Faliero Marcellini ; a Strozzi Cigogna; ad Ercole Udine: ad Antonio Beffa Negli ni : ad Alessandro Turamini; ad Agostino Falier circa la morte contro di esso macchinata; a Francesco Contarmi Cav. e Proc. Gli autori poi che dirigono loro versi al Magno contenuti in questo Codice pur copiati dal Magno sono: Domenico Feniero : Orsatto Giustiniano; Berardino Rota; Bernardo Navagero; Alberto Lavezuola : A scanio Pignalello ; Fettor Marino; Francesco Bembo in nome di Domenico Tintore! to ; Marco Fenie.ro ; Pietro Gradenigo ; Falerio Marcellini; Strozzi Cigogna; Ercole Udi-i:e residente in Venezia per l’Altezza di Mantova: Antonio Beffa Negri ni'. Alessandro Turai nini. II. Prose diverse. Nel suaccennato Codice Marciano CLXXI. » lasse IX, vi sono del Magno i seguenti quattro pezzi autografi: i. Prefazione sopra il Petrarca. Comincia: j! Sogliono tutti coloro che prendono a leg-» gere qualche authore ne i loro principii pro-» porre et dimostrare la eccellenza et dignità » di quello, e la materia che hanno da trat-» tare .... Io, P. Padri Oss.mi, Accademici vir-« tuosissimi, nella espositione del Petrarca son r. per fare 1’¡stesso .... « (sono dodici pagine con molle cassature). Finisce: » Ma per-» eh è più oltre lodandolo cerco io di portar n acqua al mare essendo la sua gloria pur i- troppo da se senza le mie parole celebre e sparsa per tutto ? Havendo adunque aba-» stanza per quanto si ricerca alla presente occasione parlato del poema lyrico del Pe-trarca; farò qui fine per bora et iiserberò » la dichiaration del testo ad un’altra volta. « Frammento di analisi sopra alcuni passi delle Odi di Orazio. Comincia: » Nell’¡stessa « o<]e anchora più sotto II ac arte Pollux et j; vagus Hercules .... del quale artificio di vasi riare i construtti et le forme si vede che » Horatio nelle sue ode si diletta molto...... Finisce: » Gli huomini si dovenano affaticar » di trovar nella nostra lingua la strada di » trattar di cose morali come fa Horatio et n che insieme con la dilettatione porgessero » qualche giovamento ai lettori et non versar n solamente d’intorno a soggetti d’amore tan-n to triti che hormai sono venuti a tedio a « tutto il mondo et così trattar qualche altra » materia nova.... « ( sono sette paginette). 3. Lettera al clarissimo sig. ... (è cancellato il nome). Tratta intorno ad un dubbio grammaticale, cioè se si possa accompagnar in un medesimo costruito una voce collettiva di numero singolare, come è la voce collegio con un’altra di numero plurale come hanno guardando non alla voce ma al significato di essa. 11 Magno sostenta che non solo non è errore, ma è figura di locuzione chiamata sjnthesis ed usata da’più famosi; e ne reca gli esempli tratti dal Boccaccio , da Dante, dal Bembo, da Giulio Cesare, da Sallustio, da T. Livio, da Virgilio, da Ovidio, da Lucano, da Orazio ec. Comincia la lettera : Fu da me l’altra sera.... Finisce imperfettamente e parte di gravità et alle volte anco acci esci ~ 4- Scritture sei spettanti all’ ufficio di Segretario di Celio Magno. La prima è una Parte de’ Capi del Consiglio di X. 27 settembre i 5q5 colla quale demandano i processi che trattava il Segretario Pietro Darduino a Celio Magno, durante la purga che farà il Darduino per la sua salute. La seconda è una scrittura intorno a’servigi prestati da Celio Magno. Comincia: lo venni al servido abbandonando l’ho-not evole et utile professione dell’ avvocato. Da uesta scrittura ho estratte alcune circostanze ella sua vita. Egli la presentò del i5q5 al momento del suo concorso a Cancellier Grande. La terza è un’altra scrittura dello stesso Magno a’Capi del Consiglio di X. in cui fa vedere che il carico della trattazione delle cose criminali non ¡spettava di obbligo a lui solo, come l’ultimo entrato Segretario, giusta quanto pretendevano i suoi colleghi, ma bensì spettava a tutti indistintamente. Comincia : Pretendendo li magnifici colleghi di me Celio Magno .... La quarta è un’ altra carta del Magno a’ Capi sullo stesso argomento de’processi criminali-La quinta versa sulla stessa materia. La sesta è uno sbozzo intitolato: Materia et capi m confuso della oratione in ringratiarnento della mia elettione in Ordinario eie Cancellarla ( dodici pagine con correzioni).