266 SANTA TERNITA. Cocco; Alessandro Piccolomini gl’intitolava il elidi BiniL anno iS66-6j. di cut veggansi le suo Trattato della S/e/a elei Mondo. Venezia Inscriz. Ven. T. II. p. i5i. E ricordato: 1566, 4” con lettera in data 18 giugno 1564 (oltre che dal Sansovino pag. 281. Ven. desc.), dalla Villa di Stigliano, e Fabrizio Jìinio gli dall^ Alberici ( pag. 12. ) dal Superbì ( Lib. dedicava il Trattalo de Morbo Gallico Bene- I. pag. 120. ) da Pierangelo Zeno ( pag. 18. ìì vincenti dottrine ; stoltezza, fatta maravigliosa dal considerare che contro quelle tante e cosi false impali tazioni l’Allazio (che fu gagliardo propugnatore de’Lalini) fece solenne difesa in Roma eia pubblicò il (De ecclesiae Occidentalis et Orientalis perpetua consensione Lib. III. c. 10). Che poi apertamente ne n dichiarasse mendace e ignorante l’autore non è alcun dubbio ; ma che a ciò si movesse per gratificarsi i » Gì eoi, e con prelesto si dolce tirarli alla unione molto desiderata da Urbano VIII, è interpretazione di Ric-» curdo Simon (Histoire critique de la creance et des coutumes des Nations p. 10) : alla quale creda chi iì vuole e può. Certo io non so qual fede si possa meritare questo prete turbolento, avido di paradossi, e da r natura portalo a manomettere le dottrine ecclesiastiche; che, con irriverenza sparlando de’Concilj e dei « Padri, preferisce Grozio e gli Unilarj a Santo Agostino, e con importuno sistema tenia di abballere e di ribattere l’autenticità del più antico deposito della divina rivelazione il Pentateuco. Questo io so bene, ìì ch’essere aderito da uomo, il quale, a causare la pericolosa indignazione de’potenti, anche sapeva apo-11 statare dalle proprie opinioni, è scarso peso all’autorità di uno storico; soddisfazione assai misera vedere » compendialo il Cocco in opera nemica agli autori della perpetuità della Fede. ìì Del resto, non è ben chiaro perchè s’ inducesse il Prelato a dettare quel libro: nè di quanti ebbero a parli lare di lui, o puramente citarlo, niuno il dice. Veramente fa stupore che un Presidente Cherico della 11 Camera Apostolica, il quale assistette al Concilio di Trento, e ne sottoscrisse gli atti nel 1 563, mostrasse ìì d’ignorare così altamente i dogmi e i riti della Chiesa Orientale, per lo meno, vivendo, e quasi, non « dissi, conversando con Greci. E questo a me pare un poco strano e difficile. Conciossiachè del suo » sapere ci rende sicurtà (quando non fo>se adulazione) Alessandro Piccolomini, chea lui dedicava il ìì Tratta o della Sfera del Mondo ; e il medico Fabricio Rinio (certo poco convenientemente) quello 11 De morbo gallico, composto da Benedetto suo padre. E come che intitolare un’opera non sia serali pie giusta, nè sempre nobile misura del meritato onore, potrebbe tuttavia il Piccolomini non rimali nersi affatto indegno di fede, quando, oltre che attestare la copiosa dottrina del Cocco, gli dà lode ■1 del tenere aperta e libera continuo la propria casa alle persone che molte vi convenivano ornate di 11 virtù e di lettere. E concedasi pure. Se non che nascerebbe per avventura un forte e non tutto vano ìì sospetto, che l’Arcivescovo, scrivendo e consacrando il proprio lavoro a Gregorio XIII, fosse a ciò n tratto da soverchio zelo; il quale in simili occasioni non va presso che mai senza speranza di riportarli ne premio di titoli. n Ma comunque la cosa sia, non altro ci so vedere che buona fede: e pensare che la insidiosa ferocia di ìì qualche nemico del Cristianesimo allacciasse ad inganno l’animo del Cocco. Dà valore a questa opinione 11 l'autorità del Corcirese Nicolò Bulgari, fiorito verso la metà del diciasettesimo secolo : ed era filosofo, meli dico, e teologo valentissimo. Il quale scrisse nella comune favella greca un libro, dove, ad istanza dell’ 11 Arciprete di Corfù ed uso degli iniziali nel sacerdozio, è spiegata la Messa ; e dove le citate testimo-11 monianze de’padri ecclesiasiici e di altri autori passano le dugento ( Catechesis seu expositio Liturgiae ìì Venetiis, 1769, in 4-lo). E con quanta moderazione egli parla dell’avversario! Nè solamente il dice 11 da qualcuno istigato (che non è lieve indulgenza), ma non sa negargli l’epiteto di savissimo. Esempio 11 eh’ io vorrei imilato da coloro che si ostentano eredi della carità evangelica, e a’quali per contrario 11 niente è più facile che odio e guerra perpetui. Già in alcuni il detrarre la verità e cosa fatta quasi ne-ìì cessaria : e il lamentarne tornerebbe ornai senza frutto. Ma chi a rendersi relatore delle credenze e delle 11 pratiche della Chiesa d’Oriente attingesse all’opera del Cocco, e ad altre di simil genere darebbe indili zio d’ignoranza simulata e vigliacca; perocché dire quel eh’ è, è debito a ciascuno : dire malignamente « quel che non è, certifica perversità di animo. E mi maraviglio che a’di nostri non sia mancato chi, 11 vantando veracità di storico, è ricorso, non dico al libro del Cocco, ma alle fonti impure del Simon, 11 eh’ è ben peggio; e tuttavia lo crede argomento bastevole a potersi difendere dalle obbiezioni. 11 E fin qui, mio carissimo, nulla ho detto che già non fosse a tua cognizione. Ma solo un lungo desiderio i' di parlar teco pubblicamente fu quello che mi ha vinto; il quale facendomi, per così dire, maggiore delle 1’ molte povertà de’miei sludj non ha conseguito eh’ io ricusassi di rispondere alla domanda che tu m’ hai ii latta, ingenuo, siccome sei, di natura, e modesto perchè sapiente. A che tanto più volentieri mi sono i' persuaso, quanto meno io trovo che le cose esposte dall’Arcivescovo sieno pur prossime al vero. Ma del -1 precipuo motivo che le originò lascio a te liberamente giudicare, come a maestro in tali materie riverito, i- la qual lode oggimai niuno ti può contendere, dappoiché colle tue Inscrizioni hai dato all’ Italia non 11 che alla tua Venezia sì degno esempio. Certo molti avranno prima di te conosciuto il bisogno di questo