SANTA TERNITA. 192 to, del 1299. Questi fu il primo ammesso al Veneto Patriziato dopo la sua tuga da Tole-inaide del i2gr con altre sei famiglie; la seconda moderna, venuta già da Rimini, un ramo della cfuale fu ammesso alla nobiltà Veneziana nella persona di Domenico di Zuanne, per offerta fatta di ducati diecimila in occasione della guerra di Candia, nel marzo 1648. La famiglia poi cittadinesca Suriano era la detta venuta da Rimini a stabilirsi in Venezia, sendone primo nell’albero un Jacopo del xigo; e di questa forse era il suddetto Anastasio, sebbene nella genealogia non se ne trovi compreso il nome. De’ Suriani abbiamo già vedute, e vedremo memorie nel corso di quest’opera. E noterà qui di volo, che della famiglia cittadinesca fu Bortolo dottore e celebre giure-consulto ; Jacopo dottore c medico illustre di cui veggiamo in Santo Stefano un bel monumento con tavola di bronzo ; Andrea cancel-Jier grande; Cristoforo segretario del Senato, ecc. ecc. 8: FRANCISCO DONATO [ ECCLESIAE IIVIVS | PLEBANO ET RENEFACTORI | EXECVTOIIES EX TESTA \ MENTO POSVERE 1 MDXXXVMl Dai soliti codici Palfero e Gradenigo, notando che il Palfero ha MDXXXVIH ove V altro ha MDXXXVIIIl (i53g). FRANCESCO DONATO ò DE DONATIS come lo chiama Flain. Cornaro (fV\ 35g) fu sostituito parroco nel i5i8 a Francesco Pe~ naleo (ma piuttosto Panteo. Vedi lo stesso Cornaro XIV. 269, 270); e mori del ottobre i53g, come dagli Atti dell’Archivio della Chiesa. Si registra nei Codici Gradenigo una sentenza del i52i data dal molto reverendo Francesco Donati pievano a S.- Tornita come Commissario Apostolico a favore del Pi'iorato. di Malta di Venezia. Dall’epigrafe non si può comprendere se sia Donato, o Donati,• ma da questa sentenza appare che sia Donati. Ciò si noti perchè nelle famiglie cittadinesche alla cui categoria apparteneva il piovano Francesco, v’ era e Donato, e Donati. Della prima, fra gli altri veggiamo Marco i33r, Vieimo 1353, e Giovanni i532 tutti Donato, o Donadoy Guardiani della Confraternita di S. Maria di Misericordia ; un Sorvodio Donato piovano nel i 345 di S. Felice e Arciprete della Congre- gazione de’ Ss. Ermacora e Fortunato, e nei i346 Commissario Testamentario di Costantino Loredano primicerio di S. Marco ; e al-(ri piovani sonvi del cognome Donato , come puossi vedere nel Cornaro e nel Galliciolli. Parlando poi dei Donati, fra i varii, avvi di distinto, Antonio Donati speziale di Venezia, il quale cominciò a far conoscere le produzioni del mare Adriatico, dando un catalogo delle piante più rare eli’ esistono nelle isole nostre, e di talune anche le figure, nel libro che ha per titolo : Trattato de semplici, pietre et pesci marini che nascono nel lito di Venezia, In maggior parte non conosciuti da Tóofrasto, Dio-scoride, Plinio, Galeno et altri scrittori divise* in due libri. Nel primo si contengono le figure de semplici che nascono nel detto lito , con le sue facoltà. Nel secondo le figure di alcune piante peregrine, pietre et pesci marini con le sue virtù. Di Antonio Donati firmacopeo al-l* insegna del S. Liberale in Venetia. In Vene-tia MDCXXXL appresso Pietra Maria Berta-no, 4.0 fig. E dedicato a Gioseffo Aromatario adi 17 luglio t£>3i. Nella prefazione dice che ha scorso il veneto lido con Orazio Brescia-nini farmacopea all’ Insegna del Spirito Santo, con Domenico Valle farmacopea aW Insegna, del Mondo, e con Marchioro Brochint farmacopea al Calice in Venetia tutti soggetti principali in questo studia. A p. 117 ricorda Melchior Zèttelle droghici' in Venezia all’ Insegna del Pozzo-, il quale si diletta grandemente di cose peregrine e che sieno di benelicio a’eor-pi umani; e a p. 1 rg Giovanni Vislingio oltramontano anatomico e botanico peritissimo il quale mostrò il suo valore all’eccelle,ntiss. Collegio de’Medici di Venezia dell’anno MDCXXVII; e rammenta parimenti Alessandro Bigaroti medico di Venezia, dignissimo poeta ec. De’primi a citare e ad approfittare dell’Opera del Donati fa il padre Fortunato da Rovigo nel suo Erbario inedito eruditamente illustrato dal cavalier Filippo dottore Scolari nell’ opuscolo: Notizia di un Erbario di oltre due mille trecento piante in nalwa, opera del secolo XVII di Fra Fortunato da Rovigo. (Treviso, An-dreola, i838, in 16.0), come rilevasi a p. i3 nell’elenco degli Autori esaminati dal p. Fortunato.: Donatus Aritonìus Venetus. Ricordollo eziandio il Ssguier nella prefazione al libro : Plantae Veronenses seu stirpium quae in agro Veronensi reperiuntur methodica synopsis aneto re Joanne Francisco Seguierio. Veronae, 174^