138 S. M A oase delPhonoralo M. Gabriello Giolito (Venezia, i 553). Da Francesco Baldelli fece tradurre Diodoro Siculo (Venezia, 15^5), e Dione Cassio che dal Giolito fu più volte ristampato, come puossi vedere nel Paltoni e nel-l’Argelati. Col mezzo di Lodovico Domenichi aveva fatto richiedere Pietro Orsilago medico da Pisa onde traducesse la Storia Naturale di Plinio; ma l’Orsilago mori appena cominciata l’opera ^ cosicché il Giolito col mezzo dello stesso Domenichi fece pregare M. Pompeo dalla Barba da Pescia, altro filosofo chiarissimo, ma per essere stato creato medico pontificio dovette questi andarsene a Roma, e tralasciare la traduzione-, il perchè il Domenichi ad istanza di Gabriele, e degli amici fece egli la traduzione che si stampò nel i 561. Tutto questo narra Io stesso Domenichi nella dedicazione ad Alberto Cibò Malespina in cui ripete che non essendo comportabili le anteriori traduzioni di Plinio, il magnifico et ho-norato messer Gabriele Giolito si come quello che per giovare a gli studiosi delle buone lettere non ha mai risparmiato nè spesa, nè fatica veruna, già dodici anni sono (nota che la dedicazione è del X maggio i56i da Fiorenza ) ricercò...... e si professa poi a messer Gabriello per molti rispetti infinitamente tenuto. Tal cosa leggesi anche nella ristampa di Alessandro Griffio 1586, 4.to, appo Fabio et Agostino Zoppini fratelli. A petizione di Gabriele il padre Nicolò Aurifico Bonfigli Senese carmelitano cominciò a raccogliere le Meditazioni di diversi dottori di santa Chiesa (Venezia i586), raccolta che poscia attesa la morte del Giolito, fu proseguita dal Bonfigli a istanza di Giovanni Giolito il figlio. L’istoria naturale di Plinio già tradotta da Cristo-foro Landino fu riprodotta colle stampe di Gabriele nel 1543, e colle correzioni di Antonio Brucioli - il quale dedicando allo stesso M. Giangabriello lo/ito de1 Ferrarli l’edizione dice : tanto può in voi f amore e il desiderio della cognizione dèlie cose che ogni cura ponete ed ogni instanza fate non perdonando nè a spesa nè a fatica, di avere tutti i migliori scrittori, che di quella hanno trattato, ec. Per compiacere al suo amicissimo Gabriele Giolito il padre Francesco Turchi da Trevigi carmelitano tradusse le Ore della B. Vergine (Venezia 1570) e i Salmi penitenziali (Venezia i568). Cosi pure a Tito Giovanni Scan- R T A. dianese giureconsulto dal nostro Gabriele furono esibiti i5o ducati, ed anzi pagati anticipatamente 5o per il volgarizzamento della Cosmografia di Plinio, che rimase inedita, com’ebbe a scrivere Pietro Pellegrini Trieste da Asolo ad Apostolo Zeno ( Fontanini Bitl. II, 3i6) e Pellegrini Trieste. Saggio di memorie degli uom. ili. di Asolo, 1780, p. 1 18). Pietro Aretino in una delle sue Lettere ( lib. II, pag. 176, ediz. di Parigi 1609) in data di Venezia primo giugno i54a, diretta a Gabriele lo ringrazia del dono di un Orlando dell’ Ariosto, e dice che per mezzo del Giolito il Furioso è non pur ridotto nella propria perfezione, ma illustrato con V eccellenze di quegli ornamenti, di cui egli è dignissimamen-te degno; loda la generosità dell’animo suo, e conchiude che il Giolito fa mercantia più d'onore che di utile. E il Vasari diceva : Non furono anco se non lodevoli le figure che Gabriel Giolito stampatore di libri mise negli Orlandi Furiosi perciocché furono condotte con bella maniera d1 intagli ( Vita di Marcantonio Raimondi, voi. IV, pag. 296, ediz. di Firenze 1772). E per l’ottima scelta che Gabriele fece delle Rime di diversi illustri ingegni più volte stampata, ha laudi da Alberto Lollio in una epistola allo stesso Gabriele diretta da Ferrara nel 1545 (Pino Lettere, voi. II, 3:}o). Quello poi che maggior nome diede alle stampe di lui fu la Collana degl’ Istorici Greci volgarizzati 5 imperciocché avendo Tommaso Porcacchi ideato di pubblicare in un corpo unito ed intero tutti gli storici antichi prima i Greci, e poscia i Latini, tradotti o da lui o da altri, a profitto precipuamente di coloro che non potevano gustarli nella loro lingua nativa, e perchè ognuno potesse ordinatamente e con metodo secondo i tempi, farne piacevole ed instruttiva lettura, Gabriele assecondò l’impresa e si sottopose al grande dispendio che naturalmente ne doveva derivare. Quindi a buon dritto Apostolo Zeno (voi. II, 279-280) chiama ottimo, onesto, e lodevole il pensamento e l’oggetto del Porcacchi e del Giolito di comporre cotesta collana storica, ribattendo la sinistra e satirica interpretazione che aveane data monsignor Fontanini, cioè, che il Porcacchi per far servizio al Giolito, e a se stesso con obbligar la gente a comperare, e il Giolito a vendere tutti i volgarizzamenti uniti e non separati aveva immaginata questa