SANTA passare al Cardinale di Valenza (i) e significargli la cosa, e come il Cocco voleva deludere anclje la maestà del Re di Aragona. E siccome si era saputo ne’ passali giorni dal suddetto Francesco Veniero venuto di Roma, che esso Cardinale avevagli mostrato alcune lettere dategli da Cristoforo Cocco le quali sembravano scritte dal Dominio e da alcuni nostri cittadini ; e siccome il Cocco confessò TERNITA. 277 agosto i4<Ì9) preparandosi il Barbo di andare per ciò a Ravenna, e molti mormorando per l'eccesso della taglia assegnata al Torello, mentre altri lodavanla , Andrea Foscolo (2) disse che tale taglia partiva dal Consiglio de" X. avendola esso come Capo co’suoi colleglli proposta. Fu instituito subito un processo per queste parole contra del Foscolo, e nel 27 agosto stesso a maggiorità di voti fu condan- di averne finte alcune di quelle, ma non tutte nato alla privazione del Consiglio di Dieci per quelle che il Veniero indicava, così il Negro anni quattro. Se non che, vista una supplica pregherà il Cardinale a consegnargli tali let- dello stesso Foscolo, e considerato che dalle tere, o la copia di esse, o almeno a mostrargliele, onde vegga quante sono e i nomi di quelli che sembrano averle scritte. Le cose erano in questo stalo, quando il Cocco essendo già in prigione, passò all’altra vita di morte naturale. Ciò deve essere accaduto tra il detto dì 22 ottobre e il tre dicembre 1449 '•> imperciocché in questo dì si scrive al Negro di ringraziare il Papa di quanto voleva fare, se avesse potuto, circa alla causa di Cristo-foro Cocco ; e gli si dice che siccome questi è morto (et quoniam ipse ccpoforus carcerata mortuus est sua morte naturali) così parla subilo da Roma, cessando il motivo di più indagare su tale materia. E all’Ambasciadore di colà Nicolò da Canale si scrisse pur in quel giorno tre dicembre, dandogli ragguaglio della morte naturale del Cocco, e ciò perchè giustifichi la Signoria di quanto se ne potesse dire (ei quod hoc sibi significamus prò sua in-formatione ut secundum casus et tempora pos-sit justificare nostrum dominium prò eo quod dici posset. ) In quel giorno parimenti si ordina che il processo del Cocco non debba tenersi ulteriormente segreto, ma che per l’onore del Consiglio de’ X. sia lecito ad ognuno parlarne; sarà però segreto l’argomento che ne diede origine. In tutto questo fatto si è assai rigorosamente proceduto, e perfino con- sue parole non poteva nascere alcun male perchè il Cocco era già nelle forze; che aveva ciò comunicato a nobili di ottima reputazione; e che allora e poscia se ne mostrò pentito la sup-poco so- nel 12 agosto i45o si ammise lica e lo si assolse. Abbiamo detto pra che il Cocco voleva deludere anche il Re di Aragona; e in fatti emerse dal processo che molte migliaja di ducati dal Re aveva ottenute col mezzo di false e maliziose invenzioni, e con infamazione del Dominio Vene-Ora , siccome per inquiriré contra di averlo nelle forze eransi dal Domi- ziano. lui, e per nio spesi oltre cinquemila ducati ; e siccome venne da qualche confidente offerto al Consiglio de’ Dieci il modo di ricuperarne tremila ch’eran di ragione del Cocco, così nel giorno 10 marzo i45o si stabilì di scrivere ad un Ambrogio Stefani da Firenze (che pare uno de’confidenti) che il Dominio è contento di rilasciare il terzo di tutto il danaro che per la sua denunzia avesse a venire nella cassa del Comune di Venezia. Questo fatto allora interessantissimo è registrato anche da taluna delle nostre antiche Cronache ; ma queste o sono inesatte, o sono assai succinte nel narrarlo^ o tacciono poi il vero motivo che diede origine al processo, dicendo solo per zerte chose avea fate per el tro un patrizio che aveva parlato di cosa che fato dii stado le qual se taxe per lo meio. op-già si sapeva. In effetto sparsasi per la città pure per grave misfatto, o simigliante espres-la notizia della catturazione del Cocco, (20 sione, la quale fa dedurre, che agli autori di (1) Credo certamente che questi sia Alfonso Borgia che poi fu Papa Calisto III. Vedi il Cardella T. III. pag. gg. Egli infatti fu Segretario di Alfonso Re di Aragona. (a) Questi è qaeNAndrea Foscolo f. di Nicolò q. Andrea; del quale ho parlato a pag. 12 all’anno 1416 nella Lettera intorno alla Veneta patrizia famiglia Foscolo pubblicata da mio cugino Consigliere di Appello Ignazio dottor Neumann de Rizzi per le illustri nozze del Consigliere di Piima Istanza nob. Daulo Augusto Foscolo colla Baronessa Margarita degli Orefici figliuola di Sua Eccellenza il Presidente al Senato di Verona Francesco Barone degli Orefici, (a. 1842 ).