SANTA TERNITA. ai5 sonaggi effigiati è Vendramino Bianchi Residente Veneto che ha maneggiata e giurata Pallean-za. Seguono di prospetto e nel mezzo tutti gli altri, parte sieduti, parte in piedi, e sotto avvi l’indicazione de’nomi de’principali. II. Tre medaglie coniate per eternare questo fatto. La prima di terza grandezza, ha il Veneto Leone colla spada alzata, in atto di camminare, e nell’esergo l’anno 1706; al rovescio è un gruppo di tre stemmi. La seconda medaglia di forma un poco più piccola della precedente ha da una parte : SER. REIP. | VE-NETAE | CVM. ILL. REB. P. P. | TIGVR. ET. BERN | RENOV. FOEDERIS | MONV-MENTVM ] 1706 | ; dall’altra parte un gruppo col Leone Veneto avente il libro e la spada, e a’lati due Leoni rampanti con spada, appoggiati a due stemmi, All’intorno: QVOS TRINVS IVNXIT FOEDERE, nell’esergo FIR-MET j AMOR | . La terza medaglia è VOsella dell’anno sesto del Doge Alvise Mocenigo, a-vente una Rosa fiorita in mezzo ad altri arbusti, spogli questi delle loro foglie, col motto: ET1AM RIGENTE HYEME VIRESC1T. (Vedi S. E. Conte Leonardo Slanin. Oselle pag. 39, 40)^ Del Bianchi, oltre il Mazzuchelli, parlò il Giornale de’Letterali tomo VI. pag. 281, 282, 283 ec. anno 1711, e tomo XXXI. pag. 436. Le Novelle Letterarie di Venezia anno 1788, pag. 56. Lo Zeno nelle Lettere tomo II. pag. 12, 17, 18; tomo IV. pag. 73 ove ricorda il fratello di Vendramino, cioò Francesco Bianchi ; e pag. 93 ove interessa Andrea Cornavo a favorire Vendrannno nella concorrenza a Gran Cancelliere. Il Diedo (Storia Veneta, tomo IV. pag. 65 e 168). Il Garzoni (Storia Veneta, tomo II. 3ii, 387 e 561). 11 Moschini (Letteratura Veneziana, II. a4a)- Abbiamo anche a stampa: Trattato d’Alean* za tra la serenissima República di Venezia e P eccelse Tre leghe dell’ antica Retía P anno MDCCVI. In Coira stampato presso Andrea Pfeffer 1718, in 4-°. ne^ cu* principio si rammenta il Bianchi coi titoli solili di circospetto e sapiente. È già noto che tanto all’ epoca del primo Trattato d'alleanza, che del i6o3 si strinse co’ Grigioni mediante il segretario veneto Giambattista Padavino, quanto all’epoca di questo secondo Trattato 1706 vennero a stabilirsi m "Venezia molti individui Grigioni, e poco a poco ad introdursi nell’arti in sì gran numero, che il Senato per non recar maggior pregiudizio a’ proprii sudditi, nel 1766 dichiarò sciolta 1’ alleanza, comandando che i Grigioni abitanti in Venezia fossero soggetti alle Leggi della Repubblica, e che inibito fosse ai medesimi l’esercizio delle Arti. Veggasi per maggiori particolarità nel proposito la Storia Veneta del Ten-tori (II. 181, 182, 183, 184. XVIII. Vincenzo Bianchì, detto anche Bianco. 11 Mazzuchelli (II, 1 164 ) stese un articolo su quest’uomo bizzarro, seguendo le traccie principalmente di Marco Foscarini nella Letteratura Veneziana. Ma se avesse veduti e letti alcuni opuscoli del Bianchi, ch’egli ricorda, avrebbe potuto schivare qualche abbaglio preso, e diffondersi in qualche maggiore particolarità intorno alla vita di lui. Vincenzo Bianchi nacque in Venezia nel 1583 a’quattro di marzo (1). Fece i suoi studi in Padova, dove fino dal 1600 pel suo straordinario ingegno era ascritto all’Accademia degli Stabili, come hassi da un Panegirico che tenne allora al Capitanio Antonio Prioli, e che citeremo più sotto. Ma mortogli il padre, morti i fratelli, disperse le (1) Il Bianchi era Veneziano. Egli slesso dice nell’ 0ratio ad Gallos di essere nalo a Venezia: Venetiae me genuerunt: e che i suoi maggiori sparsero il sangue per abhatlere i nemici della Francia. Nè si può sospettare che sia Vicentino di nascita, o che sia Conte Vicentino, perchè quel titolo di Comes Vicentinus che il Foscarini (seguito dal Mazzuchelli) diede al Bianchi sulla fede delle Lettere sue al Kepplero, fu malamente letto dal Foscarini, ed è in vece Comes Vincottilis (Conte \incenzo). In effetto in nessuna Lettera da me partitamente veduta del Kepplero al Bianchi, e del Bianchi a quello si dà il titolo al Bianchi di Comes Vicentinus, e nell’ indice delle Lettere di quelli che scrissero al Kepplero si legge Rlanchus Comes Vincentius ( non Comes Vicentinus, come a torto lesse il Foscarini )• Che poi sia nato nel j583 lo dice egli stesso in una epistola al Kepplero pag. 5g2 : lgitur prò sìngulari ducerem favore si ex nobilissimis tuis acciperem manibus veram longitudinem latitudi-nemque Tychomcam supputationem planetarum ad annum veterem Julianum CIDIqLXXXIII (j585) diem lune IV. martii horam 9. min. 45. post meridiem sub longitudine par. li\. 5o. Tenipus hoo meum est nafalitium. Quindi non fu esattezza nel Mazzuchelli il dire che nacque circa il 158 5.